Trama: Joseph, tenente di polizia tossicodipendente e dedito all’ assunzione alcool, durante la perlustrazione in casa di un uomo trovato orrendamente defacciato entra in possesso di un’oscura scatola cubica nella cui cenere è conficcato il dito di un bambino. Da questo momento la sua vita si trasforma in un incubo sospeso tra fantasia e realtà, in quanto vede nei propri sogni efferati delitti che vengono poi eseguiti dai Supplizianti, esseri infernali dediti alla tortura e allo strazio delle loro vittime, accanto alle quali l’uomo rinviene sempre un dito di un bambino a quanto pare ancora vivo. A chi appartengono? E chi è il misterioso “ingegnere” che, tramite altre persone, invia messaggi a Joseph?

Perché vederlo: Si comincia con una partita a scacchi che vede il giovane protagonista – interpretato da Craig Sheffer - impegnato a spostare il giusto pedone, comunicando immediatamente, in maniera latente, non solo che ci sarà un caso da risolvere, ma anche che, per essere risolto, tutti gli elementi dovranno essere inseriti al posto giusto.

Perché, dopo l’ingiustamente sottovalutata escursione tra passato, presente e futuro inscenata da Hellraiser – La stirpe maledetta, la saga infernale creata dallo scrittore inglese Clive Barker mira a rimescolare le carte stravolgendo completamente la struttura narrativa tipica dei film della serie, attraverso un elaborato del tutto diverso dai quattro precedenti.

Non a caso, pur essendo ancora presenti splatter e violenti omicidi, viene privilegiato l’aspetto giallo-poliziesco della vicenda, con maggiore attenzione al profilo psicologico dei vari personaggi e indizi pronti a emergere in attesa dello scioglimento della matassa.

E, complice la fotografia di Nathan Hope, che ricrea un’illuminazione da vecchio poliziesco anni Quaranta, l’intrigante atmosfera che permea l’insieme non può fare a meno di ricordare i noir di circa sessant’anni prima, man mano che Joseph – esponente delle forze dell’ordine tormentato e anti-politically correct “nipotino” de Il cattivo tenente di Abel Ferrara – si ritrova immerso in maniera affascinante in una città desolata, quasi priva di figure umane in giro per le strade.

Fino all’interessante ed allora originale (ricordiamo che la pellicola è del 2000) soluzione del giallo, alla quale si giunge dopo vari colpi di scena e, ovviamente, non prima di aver visto Doug Bradley di nuovo nei panni del chiodato Pinhead, qui affiancato da Supplizianti privi di occhi e altri connotati, quindi più spaventosi e meno caricaturali del solito.

Curiosità: Sceneggiatore del secondo Urban legend, il regista Scott Derrickson firma qui il suo primo lungometraggio da regista, ma è rimasto poi fedele al genere, in quanto la sua carriera dietro la macchina da presa è continuata con The exorcism of Emily Rose, Ultimatum alla Terra e Sinister.

Si tratta del primo capitolo della serie concepito direttamente per il mercato dell’home video, giunto anche in Italia soltanto in dvd.

Nel ruolo del dottor Gregory troviamo l’ottimo James Remar, volto noto della celluloide a stelle e strisce visto, tra l’altro, ne I guerrieri della notte, I delitti del gatto nero e Django unchained.