Trama: Responsabile della morte della propria madre, il giovane Henry è un feroce serial killer che uccide, senza motivo apparente, chiunque capiti sulla sua strada. Complice delle sue scorribande è l’amico e convivente Otis, di natura omosessuale. L’arrivo di Becky, sorella di Otis, la quale non è a conoscenza delle malefatte dei due, complica le cose.

Perché vederlo: Con il dettaglio degli occhi aperti di una donna e una successiva carrellata ad allontanare che ne scopre progressivamente il corpo privo di vita abbandonato su di un prato, inizia uno dei più crudeli e impressionanti esempi di cinema horror degli anni Ottanta.

Ispirato alla vita dello psicopatico assassino Henry Lee Lucas, che, arrestato nel Giugno del 1983, arrivò a incolparsi di trecentosessanta omicidi, il folgorante esordio di John McNaughton – in seguito autore, tra l’altro, de Lo sbirro il boss e la bionda e Sex crimes – Giochi pericolosi – risulta decisamente più terrorizzante di un qualsiasi Venerdì 13 o Nightmare, caratterizzati da una violenza talmente estremizzata da apparire assurda.

Supportato dalla fotografia priva di dominanti colorate per mano di Charlie Lieberman, infatti, McNaughton privilegia un realismo quasi documentaristico e decisamente lontano dalla finzione cinematografica, proponendo oltretutto il protagonista come un qualsiasi nostro conoscente: gentile ed educato, ma insospettabile semina-cadaveri.

Un protagonista che, insieme al compagno di macelleria Otis, immerge in una squallida società composta quasi esclusivamente da elementi negativi, tra prostitute, tossicodipendenti, commercianti di materiale rubato e vagabondi che si pestano per il cibo; man mano che il progressivo crescendo di violenza viene orchestrato in maniera intelligente mostrando inizialmente solo salme accompagnate da urla fuori campo atte a suggerire il momento dell’uccisione, per poi passa a qualche delitto con accenni di splatter e sfociare prima nella violentissima – ma a suo modo liberatoria – morte dell’ambiguo venditore di apparecchiature video, infine nell’insostenibile eliminazione proto-snuff di un’intera famiglia.

 

Curiosità: datato 1986, il film è stato distribuito soltanto tre anni dopo, a causa di ripetuti disaccordi con la MPAA per i suoi contenuti violenti. Nelle sale cinematografiche italiane arrivò nell’estate del 1992 sotto il marchio Penta Film. In realtà, già nel 1985 Mark Blair aveva realizzato Confessions of a serial killer, altra pellicola ispirata alla figura di Henry Lee Lucas, ma dalle nostre parti approdò direttamente in vhs solo in seguito all’uscita del lungometraggio di McNaughton. Nel 1996 Chuck Parello ha girato anche il sequel Henry: Portrait of a serial killer 2, con Neil Giuntoli al posto del protagonista originale Michael Rooker, presentato al Fantafestival di due anni dopo, ma che non ha mai ottenuto una distribuzione italiana.