Uscirà il 3 dicembre prossimo Principia Discordia, il nuovo album dei bolognesi Malnàtt.

La band si è formata nel 1999 a Bologna e si è caratterizzata fin da subito per l'uso di strumenti popolari, come la fisarmonica, e per aver sperimentato lo screaming femminile prima di altre band.

A distanza di quattro anni dall'LP La Voce Dei Morti, i Malnàtt tornano con Principia Discordia, registrato e mixato a San Marino presso i Domination Studio, con la collaborazione di Simone Mularoni (DGM, Empyrios), e che uscirà per Bakerteam Records.

Principia Discordia sancisce la fine del sound folk protagonista degli album precedenti, per indirizzarsi verso un'estremizzazione dei suoni, incupiti, incattiviti e imputriditi.

Il lavoro si apre con Manifesto Nichilista, brano dall'impronta fortemente aggressiva: la voce scandisce le parole forti, ricercate e accusatorie, su una base spedita di beat blast.

L'Amor Sen Va è caratterizzata da una melodia piuttosto travolgente, a tratti vicina a quella del rock tradizionale. Amalgamata alle sonorità tipiche del black metal, quel che si viene a creare è un'ottima creatura musicale in grado di catturare l'attenzione dell'ascoltatore.

Il Canto Dell'Odio presenta un testo marcio, dove le parole sono accurate, forti e decise. Unite alle sonorità spiccatamente black metal, si crea un'atmosfera decadente, che odora di putrescenza e morte. Il brano si caratterizza anche per le linee vocali melodiche alternate al growl animalesco.

Iper Pagano è un pezzo di denuncia nei confronti della società consumistica. Accordi dissonanti e vocaboli inzuppati di nichilismo: ecco i monomeri di questa espressione musicale. Prepotenti, sul finire del brano, si ripetono le parole tratte dal Vangelo Di Matteo: “La mia sarà chiamata casa di preghiera per tutte le genti, Voi invece ne avete fatto una spelonca di ladri!” (Matteo 21,12-17).

Il ritmo rallentato e le sonorità sacrali fanno di Intramezzo Erisiano un pezzo piuttosto inquietante, che si apre col pianto di un bambino: una parentesi all'interno dell'ambientazione estrema di Principia Discordia.

Torna la prepotenza, l'acidità e la putrefazione con Nel Dì Dei Morti, dove a essere messa in musica è l'omonima poesia di Iginio Ugo Tarchetti; una traccia all'insegna dell'orrore, prepotente, che evoca immagini cimiteriali. A circa metà canzone un inaspettato break tranquillizza l'ascoltatore, per poi lasciare al brano l'opportunità di concludersi con un coro melodico di voci dalle sonorità folk.

Un riff melodico e orecchiabile dà il via a Don Matteo, traccia dal titolo decisamente emblematico: il ritornello, in particolar modo, spicca per l'alternanza di growl e voce melodica pulita. È uno dei pezzi più apprezzabili dell'intero lavoro, assieme ad Ave Discordia. Per quanto riguarda quest'ultimo pezzo, si apre con una rivisitazione delle parole dell'Inno di Mameli; le sonorità sono cupe, e anche in questo caso contrasta il growl della strofa con la linea melodica vocale del ritornello.

Chissà quale sarebbe la reazione di Eugenio Montale nel sentire le proprie parole in versione black metal con Ho Sceso Dandoti il Braccio. Forse sarebbe travolto dall'aggressività generica che aleggia in questo pezzo dagli accordi intriganti, e sarebbe spaesato a seguito del bridge tranquillo in contrasto col resto del pezzo.

Una traccia assolutamente inaspettata è Ulver Nostalgia, dove a esser protagonista è una voce femminile. La voce, così melodica e incastonata in una cornice black metal, destabilizza l'ascoltatore, che si trova a faccia a faccia con una situazione dove a dominare non sono i cadaveri, i vermi o la morte, ma un'atmosfera gelida e nostalgica. Da notare la comparsa del growl sul finire del brano.

Principia Discordia si conclude con Il Sentiero Dei Nidi Di Ragnarock, pezzo strumentale, delicato, che si ricollega a Uliver Nostalgia.

Sono proprio i contrasti ritmici, di sonorità e le varie ambientazioni di cui si tinteggia Principia Discordia a fare di questo un album apprezzabile da ogni punto di vista: musicalmente i riff sono molto interessanti, la voce non è invadente e l'alternarsi di situazioni growl a situazioni melodiche dà la spinta necessaria a questo album e alla band per spiccare nel loro ambito musicale.

Notevoli i testi, i rimandi letterari e la cura delle parole, che parlano di morte ma vivono di una luce propria: ogni parola è soppesata, poetica, ma allo stesso tempo follemente marcia e putrida.

Da lodare anche la scelta dell'italiano come lingua del cantato, che favorisce l'ascolto e la comprensione sia dei testi, che delle tematiche affrontate.

Un album di tutto rispetto che può essere apprezzato da tutti gli amanti del metal estremo.

Tracklist:

01. Manifesto Nichilista

02. L'Amor Sen Va

03. Il Canto dell'Odio

04. Iper Pagano

05. Intramezzo Erisiano

06. Nel Dì Dei Morti

07. Don Matteo

08. Ave Discordia

09. Ho Sceso Dandoti il Braccio

10. Ulver Nostalgia

11. Il Sentiero dei Nidi di Ragnarock