Salve ragazzi, benvenuti su Horror Magazine! Da quel che si può leggere sul vostro sito (www.malnatt.org), Malnàtt non solo è una band, ma molto di più. Cosa bisogna fare per entrare a far parte dell’Ordine Mistico Musicale?

Porz: ciao, per entrare nel Circolo Interno dell'Ordine non c'è niente da fare, è una Casta. Il Circolo Esterno invece è rappresentato dalle persone che ci seguono regolarmente lavorando gratis per noi. Infatti è un circolo molto piccolo. Poi c'è la Gioventù Malnetta che è una élite del Circolo Esterno in cui non sono gli iscritti a entrare ma siamo noi a entrare in loro. Mi occupo personalmente di selezionare le candidate suine più adeguate.

Un elemento presente nel vostro ultimo album, Principia Discordia (recensito da Horror Magazine qui: qui), è una critica ai connazionali dediti al consumismo. Affrontare le tematiche in lingua italiana, dà sicuramente la possibilità di far arrivare il messaggio al meglio. Qual è il vostro intento nei confronti del pubblico?

Porz: le altre band suonano PER il pubblico, noi suoniamo NONOSTANTE il pubblico. Un tempo cantavamo in dialetto bolognese solo perché è parlato da meno del 5% dei bolognesi stessi e può essere considerato a tutti gli effetti una lingua morta. Non abbiamo mai voluto far arrivare alcun messaggio e non perché non abbiamo nulla da dire bensì perché

 non c'è pubblico che possa capire. Ne abbiamo dimostrazioni quotidiane.

Bigat: il nostro intento vero e mal celato è quello di sedurre quante più bambine possibili grazie all'unione di musica malvagia con il fascino spropositato che è insito in ogni componente della band… questo perché il messaggio di Malnàtt è sempre strutturato su più livelli: musicale, lirico, intimo.

Siete molto legati alle tradizioni della vostra terra? Notando la presenza di richiami al paganesimo, viene da chiedere: cosa nasconde di esoterico l’Emilia?

Porz: siamo molto legati alle tradizioni culinarie dell'Emilia. Adottiamo in tal senso rituali sociali legati al sacrificio di animali e alla loro assunzione sotto forma di salsicce, salumi, cotolette, arrosti e polpette. L'unico aspetto esoterico (ovvero il fatto di essere inaccessibili alle masse) risiede nei rituali di preparazione delle portate, appannaggio dei cuochi e delle sacerdotesse-nonne.

Per quanto riguarda i testi, vi appoggiate spesso a opere letterarie, dai pilastri della letteratura italiana quali Eugenio Montale (“Ho sceso dandoti il braccio”), agli scapigliati come Iginio Ugo Tarchetti (“Nel Dì dei Morti”). Da dove viene questa idea di mettere in musica poesie di autori passati?

Porz: non c'è alcun intento culturale o culturalizzante nella nostra operazione, anche se siamo stati contattati dall'Archivio Aldo Palazzeschi; ho scritto un testo per un'orchestra del Conservatorio e un altro è finito in una tesi di laurea. Sovente scelgo poesie di poeti morti solo perché hanno saputo dire molto meglio e molto prima di me quello che io vorrei dire con il mio misero vocabolario di Homo Non-Sapiens del ventunesimo merdosissimo secolo.

Cosa penserebbe, secondo voi, Eugenio Montale ascoltando “Ho sceso dandoti il braccio” in versione black metal?

Porz: sono un intellettuale di grande spessore ma devo ammettere di nonessere un esegeta del pensiero di Montale. Comunque il grande poeta è morto nel 1981, quindi è di sole due generazioni distante da me. Immagino il suo modo di pensare non fosse molto dissimile dal nostro. Apparì anche in televisione, non era avverso ai media moderni e sicuramente una contaminazione con espressioni musicali nuove credo gli avrebbe fatto piacere. Probabilmente Montale avrebbe fatto headbanging davanti al palco.

Bigat: comprerebbe il cd e la maglietta e canterebbe a squarciagola la sua poesia... non l'ha scritta per Ligabue, l'ha scritta incazzato e pieno di dolore, aspettando che il Maestro Porz la cantasse!

Ci sono altri autori horror (intendo anche romanzieri o registi) che sentite particolarmente vicini al vostro immaginario?

Bigat: io sono un gran lettore del genere, adoro Lovercraft, King, Koontz… praticamente ho letto tutte le opere.

Porz: io non so bene cosa ci faccio in queste pagine, perché fondamentalmente credo che la categoria dell'Horror non esista neppure. Secondo me è neorealismo puro. Non ci sono serial killer cinemat

ografici peggiori di serial killer realmente esistiti. Non ci sono orrori splatter-gore peggiori degli orrori materializzati sulla terra da gente tipo Hitler o Stalin. I vampiri moderni sono una metafora dell'omosessuale che cerca di integrarsi ma deve rimanere nell'ombra. Il lupo mannaro è l'animale che la società civile democratica

 industrializzata ci impone di non essere... Gli zombi addirittura non sono neppure una metafora dell'uomo contemporaneo: sono l'uomo contemporaneo così com'è, un morto che cammina senza senso alla ricerca di un cervello che gli è stato divorato dai mass media e cerca di ridurre gli altri a fantocci stupidi come lui.

Qual è il vostro legame con l’orrore e la morte?

Porz: io abito un corpo che ogni tanto prende le distanze da me. Non c'è un mio certificato di nascita né documenti intestati a Porz. Purtroppo sono intrappolato nella mente di una persona in carne e ossa che mi fa uscire molto di rado, ma almeno sono immortale e senza limiti. Al contrario di me la persona che mi ospita è un triste ometto spaventato dalla vita e dalla morte. Ha paura sia a stare in mezzo agli altri umani sia a stare da solo. Ha paura della potenza della natura e dell'immensità dell'universo. Ha paura dei prepotenti, degli zingari, dei ladri, degli assassini, dei maniaci sessuali, dei bambini, dei pagliacci, dei giornalisti, dei commercialisti, dei politici, degli agenti di Enel Energia, di Equitalia, dei ratti, dei serpenti, degli scarafaggi e delle malattie. Vita e Orrore per lui sono la stessa parola.

Bigat: la morte è la fine dell'orrore.

Come molte altre band nostrane, avete subito un gran numero di cambi di line-up. Per quale motivo succede questo in Italia, secondo voi, mentre all'estero si vedono band che restano unite per decenni?

Bigat: forse perché riescono a camparci?

Porz: noi non abbiamo mai "subito" i cambi di line-up ma abbiamo scelto di creare un certo turnover per dare possibilità a tutti di conoscere il mitico Porz e suonare con lui. Per ciò che riguarda le altre band si tratta fondamentalmente di due fattori: individualismo e dilettantismo.

Gli italiani sono per definizione individualisti, pensa solo a come si parcellizzano le società: l'Italia è piena di artigiani e piccole imprese mentre i grandi gruppi industriali sono praticamente assenti. Non sappiamo associarci e collaborare, pensiamo di essere tutti capi e tutti autonomi, il conformismo giapponese o svedese non ci appartengono.

Parlando invece del dilettantismo è molto raro che una band che suona metal sia fatta da compositori che sanno suonare veramente (ne conosco qualcuno e non è in Malnàtt, state tranquilli), quindi significa che le nostre band sono formate quasi esclusivamente da autodidatti a cui non interessa minimamente la musica ma solo fingere di essere una rockstar, ecco perché i concorsi-truffa hanno così successo (non faccio nomi per evitare denunce).

Avendo notato un attaccamento al Porco, in passato (Perle Per Porci), ma anche in Principia Discordia (Ave Discordia: “Fratelli maiali l’Italia s’è desta, nel segno del Porco inizia la festa”), ed essendo io molto legata alla figura del Cinghiale sia dal punto di vista mitologico che dal punto di vista filosofico, posso chiedervi che cosa rappresenta il Porco per voi?

Porz: dio.

Bigat: il Porco per noi è un dio. Il porco sfama le genti, dona la sua vita e  tutto se stesso all'uomo come Gesù sulla croce ha donato la sua vita per l'uomo (questo secondo quanto scritto da 4 allegri palestinesi fricchettoni).

Grazie mille per queste chiacchiere fatte insieme, ragazzi. Volete aggiungere qualcosa per i lettori di Horror Magazine? Progetti futuri, live, un saluto?

Bigat: Progetti futuri? Ma se non sappiamo neanche quando facciamo le prove!

Porz: il nome "la Cinghiala" mi incuriosisce molto. Nel bene e nel male. Controlla spesso la pagina "live" di www.malnatt.org che magari ci vieni a trovare.