Sono molte e piacevoli le sorprese cui andrete incontro durante la lettura di questo libro di Dan Rhodes, con il quale l’autore ha vinto il premio Edward Morgan Foster. Il giovane autore inglese è considerato uno dei venti migliori autori del Regno Unito, e con questo volume conferma la sua fama di bravo narratore e penna originale.

C'è stato chi lo ha definito “eccentrico e geniale” (The Scotsmen). Il bizzarro museo degli orrori è un gustoso volume ricco di humor nero e pieno di particolari macabri e divertenti. L’Observer lo ha definito una ”favola entusiasmante” e della favola questo romanzo mantiene l’atmosfera rarefatta e l’ambientazione in uno spazio in bilico tra sogno e realtà, con situazioni paradossali al limite dell’assurdo, circostanze inverosimili (ma plausibili all'interno di questo mondo), coincidenze spettacolari e accadimenti ‘fatali’. Si intravede un certo gusto per il noir dietro a questa trama che potrebbe, per alcuni versi, essere stata ispirata da eventi di cronaca. Alcune eccentriche personalità vivono delle vite alquanto particolari in un ecosistema del tutto funzionante, ma la vita in questa cittadina di provincia è solo apparentemente tranquilla. La caratterizzazione dei personaggi è accattivante ed è delineata con sicurezza.

Il bizzarro museo degli orrori rivela già dal titolo un particolare divertente e determinante del romanzo, che costituisce la fortunata base sulla quale si innesta tutta la narrazione, l'elemento della bizzarria e della stravaganza unito a una storia raccontata in modo convincente. Il plot è studiato in modo da coinvolgere il lettore fin dalla prima pagina e da tenere desta la sua attenzione attraverso tutti i capitoli. È notte nell’incipit, le strade sono deserte e dal buio emerge la canzone stonata di un ubriaco: il lettore è già intrappolato in un funereo e inquietante luogo non meglio precisato della Germania contemporanea, dove vivono personaggi dalle vite apparentemente ordinate. C’è il distinto dottor Frolicher, che è arrivato in città con un bellissimo labrador nero; c’è il custode, che dorme con indosso una cuffia e una camicia da notte bianca in stile retrò e telefona al vecchio amico nel bel mezzo della notte perché qualcosa di strano accade all’interno del museo; ci sono due innamorati le cui vite sembrano destinate a intrecciarsi già dal primo loro giorno di vita sulla terra. Accanto e dentro al museo ben presto si scoprono solo persone dalla vita più o meno singolare, accomunate da un incombente destino. Il dottore è vedovo da molti anni e non è mai riuscito a consolarsi per la perdita della moglie; il vecchio custode dalle dita lunghe e grigie passa i turni a dormire e sgranocchiare ragni; la donna delle pulizie, Hulda, è docile e sottomessa, con un passato sventurato da bambina infelice. Gli innamorati vivranno una relazione molto complicata in cui entreranno altre persone dalla storia sentimentale altrettanto intricata e fatale.

Quello degli orrori d’altronde è anch’esso un museo molto speciale e la sua particolarità è espressa nei significativi nomi assegnati alle sale: “Gli sventurati sopravvissuti”, “Crude realtà”, “Pensa alle tue fortune”, “Metodi più utilizzati”… ebbene, questo è il posto in cui i fondatori, la signora e il signor Pavarotti, hanno voluto raccogliere reperti che raccontassero le vite dei personaggi più o meno famosi che durante la loro esistenza decisero di terminare la propria vita con l’insano gesto.  Eh sì, il museo degli orrori raccoglie una serie di reperti che riguardano i metodi di suicidio.

Rhodes, con quest'opera, dà una seria prova delle sue abilità sia dal punto di vista dell'intreccio che da quello della caratterizzazione dei personaggi. Il bizzarro museo degli orrori è un romanzo piacevole e ben congegnato. I fili della trama sono annodati in modo incalzante e insolito, e i risvolti della narrazione sono inaspettati. Saranno numerosi i momenti in cui il lettore si troverà a sorridere per l’ingegno con cui l’autore afferma cose del tutto assurde esponendole con metodo plausibilissimo, o per un particolare terribilmente macabro lasciato cadere quasi per caso in un punto ‘calmo’ della narrazione.

Sembrerebbe quasi che con questo scritto umoristico e nero l’autore voglia metterci in guardia contro l’assurdità della monotonia per dirci che dietro di essa potrebbe nascondersi qualsiasi stranezza immaginabile, e infine colpirci di nuovo, affidando alle pagine anche l’altra faccia della medaglia: la possibilità della rivincita. Come per dire: anche dentro il male è possibile trovare il lato migliore dell’uomo.

Più che consigliato.