Uwe Boll è un regista che, nel bene e nel male, ama far parlare di sé. In un'intervista al sito eurogamer.net, ha anche dimostrato di non avere peli sulla lingua. Ha infatti dichiarato: "la cosa pericolosa adesso è che un sacco di gente mi offende senza pensare ai miei film. Va di moda [parlar male] di Uwe Boll". L'autore è irritato dalle critiche che piovono da ogni parte, soprattutto dalle riviste di videogiochi.

Questi ultimi recensori, infatti, sembrano avercela in maniera piuttosto accanita con il regista, ritenuto colpevole di aver rovinato la fama di celebri videogame. I titoli più amati dal pubblico che vengono portati sul grande schermo da Boll (anche lui un accanito videogiocatore) si trasformano inevitabilmente in orribili filmacci. Dopo aver sparato a vuoto tre cartucce su tre (House of the dead, Alone in the dark e il recente Bloodrayne), il nostro regista è stato bollato (è il caso di dirlo) dalla stampa specializzata come incapace senza speranza.

Tuttavia gli incassi dei film di Uwe Boll continuano a soddisfare i produttori. Tanto che il regista non ha alcuna difficoltà a recuperare fondi per nuovi progetti. Le ultime critiche, però, sembrano aver disgustato il nostro eroe. Boll realizzerà pellicole ispirate al brutale Postal e al frenetico Far Cry. Poi si fermerà. La decisione di non girare più film tratti da videogame è dovuta, secondo quanto dichiarato dal regista, anche ad altri motivi. La trama di un gioco può offrire lo spunto per una sceneggiatura, ma di certo non può dare la possibilità di costruire personaggi complessi e ben caratterizzati. La critica, inoltre sembrerebbe ostinarsi a non capire che questi film cercano di catturare lo spirito di un videogame per intrattenere il pubblico, e nulla di più.

A Uwe Boll tutto questo non va giù, ecco perché la smetterà. Forse.