Questa vecchia foto ha ancora il potere di impressionare chiunque la guardi, sia per l’estrema visibilità del fantasma (cosa rara quando si tratta di entità extracorporee), sia perché incarna l’incubo di tutti gli automobilisti: ritrovarsi un passeggero indesiderato sul sedile posteriore.

La storia è breve e molto semplice: Nel 1959, Mabel Chinney si recò a visitare la tomba di sua madre al locale cimitero. Scattò una foto della tomba e poi una di suo marito che la stava aspettando in macchina. Quando la foto fu sviluppata la signora Chinney vide l’immagine di sua madre seduta sul sedile posteriore. La cosa la sconvolse non poco, visto che l’anziana donna era morta da qualche mese e giaceva sotto terra a qualche metro dalla macchina.

Un esperto fotografo del locale giornale sul quale la foto apparve disse che era pronto a mettere in gioco la propria reputazione e il proprio lavoro quando asseriva che il negativo non era stato manipolato e quindi la foto non era un falso.

Vari parenti della defunta hanno, in seguito, provato a recarsi al cimitero in auto per vedere se la vecchina fosse ancora in vena di un giro in macchina, ma non risulta che qualcuno abbia mai notato fenomeni insoliti all’interno dell’abitacolo. C’è da dire che nessuno di loro ha mai scattato una foto sul posto, forse per paura di quello che avrebbero potuto vedere una volta sviluppata la pellicola. Non ci è dato sapere perché quest’anima abbia voluto apparire alle spalle del marito di sua figlia, ma possiamo immaginare fin troppo bene la reazione dell’uomo alla vista della foto. Un brivido lungo la schiena che dev’essersi protratto fino alla fine dei suoi giorni, poco ma sicuro. Quando un fantasma decide di apparire accanto a qualcuno c’è sempre un motivo. Per affetto, per rabbia, per una questione mai risolta. Chissà se il signor Chinney ha mai ‘colto’ il messaggio della suocera. Lasciando da parte l’ipotesi di oscuri dissapori tra i due, potremmo semplicemente ipotizzare che la voglia di vivere della nonnina abbia vinto le leggi del trapasso almeno per una volta. Il tempo di un clic e via, di nuovo relegata negli annali di famiglia.

Il pensiero, in chi guarda la foto, si insinua lento e inesorabile: starsene seduti tranquilli al volante e non sapere che qualcuno ci fissa dal sedile posteriore. Pensateci, la prossima volta che salite in auto. E buon viaggio.