Chiara Palazzolo è una scrittrice italiana che si inserisce di diritto nel panorama letterario horror. Quando i grandi nomi dell'horror sono di scrittori di lingua anglosassone, e quando le idee davvero nuove sono sempre più rare, la Palazzolo reinventa un sottogenere abusato (Zombi/vampiri/non morti) con un originale personaggio femminile: Mirta-Luna. Con la narrazione originale e lo stile che procede a ritmi sincopati, Non mi uccidere è il romanzo horror rivelazione dell'anno.

Abbiamo voluto conoscere meglio questa brava autrice e vi riportiamo l’intervista che molto gentilmente ci ha concesso.

Può dirci “chi è” Chiara Palazzolo. Dove è nata, studi fatti, dove vive, cosa fa oltre che scrivere.

Sono nata a Siracusa, una bellissima città della Sicilia orientale. Ma subito dopo la maturità classica, mi sono trasferita a Roma, dove mi sono laureata in Scienze Politiche alla Luiss. In seguito ho fatto giornalismo, occupandomi di servizi culturali per quotidiani e riviste letterarie. Infine, nel corso degli anni Novanta, l’approdo alla narrativa. Una attività che mi ha assorbito sempre di più. Tanto che, da un paio d’anni, è diventato il mio lavoro principale.

Quali sono i suoi hobby, il passatempo preferito?

Il mio hobby preferito? Nuotare, quando posso, appena posso. Forse perché sono nata in un città costiera, adoro il mare, il sole, l’estate. Mi piace anche visitare posti sperduti della provincia italiana, lontani dalla rotte turistiche. Giocare ai videogames. Consultare i tarocchi. In quanto alla lettura, mi sono sempre “sbronzata” di libri. Non è un passatempo, è un vizio.

Quali sono le sue letture preferite?

E’ difficile individuare una rosa di “preferiti”. Tra i classici, mi limito a tre nomi del Novecento, che hanno contato moltissimo per la mia formazione: Virgina Woolf, Edward M.Forster, Henry James. In questo momento comunque leggo molto DeLillo. E il primo McEwan, quello cattivo di “Cortesie per gli ospiti” per intenderci. Rileggo spesso anche Stephen King, che considero una vera scuola di scrittura.

Qual è il libro che sta leggendo adesso?

Ultimamente mi sono appassionata a un giovane scrittore italiano, Tommaso Pincio. “La ragazza che non era lei” è un libro che consiglio. Divertente e disturbante insieme.

Che carattere ha Chiara Palazzolo nella vita reale

Domanda da un milione di dollari… non ne ho la minima idea. Sono una a cui piace inventare delle storie. E raccontarle a chi ha voglia di stare a sentire.

Come è organizzata la sua giornata di lavoro? E per scrivere usa il pc?

Ho seguito il consiglio di Moravia, un altro dei miei scrittori preferiti: mettersi ogni giorno alla scrivania, mattina e pomeriggio se possibile. A scrivere si impara… scrivendo. Se non scrivi otto ore al giorno, rimarrai sempre un dilettante. Non mi stancherò mai di ripeterlo: scrivere non è un hobby del tempo libero, è una cosa necessaria. Che richiede impegno, dedizione, tempo. E sì, scrivo sul computer. Il pc è la mia mano. Non credo che riuscirei a scrivere senza. Anche lo schermo mi aiuta. Diventa una specie di spazio vuoto in cui proiettare sogni, immagini, visioni, situazioni.

Quando ha scoperto, se scoperta c’è stata, che voleva diventare scrittrice; quando ha iniziato e su quali argomenti

I primi racconti li ho scritti nel corso dell’adolescenza. Ed erano racconti del mistero. Ma a pubblicarli non pensavo nemmeno. Volevo fare la giornalista, studiavo pianoforte in Conservatorio, insomma avevo altre aspirazioni. Di tanto in tanto scrivevo qualcosa, ma a tempo perso. E poi di colpo, a metà degli anni Novanta, mi è arrivata una specie di folgorazione: l’idea di una storia nera, misteriosa, avvolgente. Mi sono chiusa in casa e ho buttato giù trecento pagine. Il mio primo romanzo, “La casa della festa”. Ho trovato un editore ed è iniziata l’avventura.

Quale e’ stato il percorso che ha affrontato prima di veder pubblicato un suo romanzo. Ha ricevuto molti rifiuti?

Ho impiegato tre anni per trovare un editore. I rifiuti vanno messi in conto fin da principio. Anche perché io non sono una “figlia d’arte”. Non avevo conoscenze particolari nell’ambiente letterario. C’è voluta molta costanza, molta fede… e un pizzico di cinismo. Ma la gavetta è utile. Impari a destreggiarti, e ogni risultato ha il sapore di una conquista.

In merito a quanto detto che consiglio può dare a chi scrive e vuole trovare una via per pubblicare un suo lavoro.

Non esistono ricette “preconfezionate”. Riuscire a pubblicare è difficile. Lo era in passato e lo è oggi. Il mio consiglio è quello di far circolare il più possibile i propri scritti. Di sottoporli all’attenzione delle agenzie letterarie, delle case editrici, delle riviste online, dei concorsi per gli inediti. Più fai girare le tue cose, più possibilità hai di essere “scovato”. Attenzione però a non farsi illudere dai cosiddetti editori a pagamento. Sono gli editori che devono pagare gli scrittori, non gli scrittori che devono pagare gli editori. Chiaro, no?

Pensa che in Italia si possa vivere solo scrivendo?

Io ci sto provando. In generale, non so. Dipende. Non solo da quante copie riesci a vendere, ma anche dalle tue esigenze personali. Se sei il tipo che vuole vivere alla grande, bah, non credo che il mestiere di scrittore faccia al caso. Meglio sarebbe provare con la Borsa. Ma se hai gusti più sobri, e uscite costanti in libreria, magari riesci a vivere di sola scrittura.

Quali sono stati gli stimoli (letture/film o altro) che le hanno suggerito l’argomento dei non-morti del suo ultimo romanzo “Non mi uccidere”

Ho sempre letto moltissima narrativa fantastica, da Poe a Hawthorne a Lovecraft a LeFanu. E ovviamente anche il “Dracula” di Bram Stoker, papà di tutti i non morti. Ma su questo tema moltissimo devo anche a “Carmilla” di LeFanu, forse il più bel racconto mai scritto sul tema dei vampiri, così suggestivo, ambiguo, ammaliante. E uno stimolo non da poco ho ricevuto dal maestro: “Pet Sematary” di Stephen King è una storia agghiacciante e grandiosa. Ma anche il cinema mi ha influenzata. Penso alla trilogia romeriana sugli zombie, ovviamente. Ma anche al “Corvo”, un film che adoro. In più, sono una fan della prima ora di Dylan Dog. Anche gli incubi di Sclavi mi hanno suggestionato non poco.

Ricordiamo i suoi precedenti romanzi e cioè “La casa della Festa” (Marsilio) e “I bambini sono tornati” (Piemme). La domanda è questa: C’è un certo percorso nei suoi precedenti romanzi, per arrivare a “Non mi uccidere”, cioè presenze inquietanti, ritorni pur se in spirito di bambini morti?

Sì, senz’altro. In quanto, al di là delle distinzioni di genere che oramai hanno davvero poco senso, tutto il mio lavoro è imperniato sui temi del mistero, della morte, dell’angoscia. Quello che mi attrae è il perturbante, vale a dire ciò che razionalmente non può esserci e invece è lì, davanti a te, e devi per forza farci i conti.

La protagonista di “Non mi uccidere” (Mirta-Luna) ha un carattere forte e debole contemporaneamente (è d’accordo?): riflette il suo carattere?

Mirta-Luna è una ragazza di oggi, e come tale insieme indifesa e aggressiva. Se mi assomiglia? Non so proprio. So solo che in lei ho trasfuso lo spirito della giovinezza. Forse, anche della mia.

Mirta-Luna si muove nella zona dei monti del Subasio. Ha scelto quella zona perché la conosce bene oppure è stata una scelta diciamo a “tavolino”?

Sono innamorata dell’Umbria da sempre. Ho molti amici nella zona del Subasio e da anni passo i miei fine settimana a Perugia. Quindi mi sento un po’ a casa nei luoghi di Mirta. Ma la scelta del Subasio come location del romanzo nasce anche dal fatto che si tratta di una terra evocativa, ricca di suggestioni. Un luogo pieno di energia, di vibrazioni. Non c’è stata nessuna scelta a tavolino. Mirta è nata sullo sfondo del Subasio, quasi come un’emanazione del luogo stesso.

Sempre in relazione al rapporto tra Robin e Mirta, quale è il suo atteggiamento nei confronti di quelle droghe considerate leggere e della droga in generale.

Delle droghe pesanti penso tutto il peggio possibile: purtroppo si entra in un tunnel da cui è difficile, e doloroso, uscire. Riguardo alle droghe leggere, il discorso, anche a livello scientifico, è molto più elastico. Basti pensare a quel piccolo elogio dello spinello che ha tessuto un luminare come Veronesi! Ovviamente, questo discorso non vale per i ragazzini di dodici-tredici anni, che farebbero bene a tenersi alla larga anche da troppe “birrette”.

Chi ha letto Non Mi uccidere ha intuito da varie situazioni non chiarite che ci sarà un seguito. È vero?

Sì, il seguito di “Non mi uccidere” è imminente. Uscirà in marzo, col titolo “Strappami il cuore”. Posso anticipare che la protagonista avrà uno incontro-scontro molto duro col mondo dei sopramorti e si prospettano clamorosi colpi di scena.

Abbiamo letto, da fonte non ufficiale, che le avventure di Mirta-Luna saranno narrate in una trilogia. Cosa ci dice in merito?

Tutto vero. Effettivamente la storia di Mirta e delle sue avventure nel mondo dei sopramorti si articola in tre volumi. Non era possibile racchiuderla in un solo libro. Troppi personaggi, situazioni, location, colpi di scena. Il personaggio stesso di Mirta, così mobile e imprevedibile, aveva bisogno di più libri per raccontarsi. Forse, anche per analizzarsi, per capirsi. Per saperne di più su se stessa.

I suoi romanzi usciranno dai confini italiani?

“I bambini sono tornati” lo sta già facendo. Uscirà in febbraio in Germania, col titolo “Die kinder sind wieder da”, per la Knaus, gruppo editoriale Bertelsmann. Ne sono felicissima, perché stiamo preparando un giro promozionale che toccherà molte città tra Germania, Austria e Svizzera. Insomma, una nuova avventura.

A suo tempo la nostra rivista aveva dato notizia che il suo romanzo Non mi uccidere sarebbe diventato un film (http://www.horrormagazine.it/notizie/1445). Le chiediamo se il progetto sta andando avanti e se può rivelarci i nomi di attori, regista...

Il progetto va avanti. Gianni Romoli, che ha acquistato i diritti per conto della R&C Produzioni insieme a Tilde Corsi, sta completando la sceneggiatura. Se tutto va bene, si inizia a girare tra la primavera e l’estate. Sulla scelta del regista circola un nome… ma non è ancora ufficiale. Ma quello che più mi incuriosisce è sapere quale attrice interpreterà il ruolo della protagonista. Quale ragazza mi troverò di fronte, in carne e ossa, nei panni della mia Mirta…