Potrebbe essere un castello come tanti altri in cerca di un nuovo signore, ma la rocca quattrocentesca di Leguigno cela al suo interno una sorpresa. Nel castello, ora messo in vendita dai suoi numerosi proprietari, ci sarebbe un fantasma.

Uno degli undici attuali possidenti afferma che lo spettro "si sente ma non si vede" e che a causa dei suoi lamenti gli si sarebbero "addrizzati i capelli più di una volta".

Per placare il rumoroso spirito vagabondo i signori del castello hanno trovato una comoda soluzione: "ogni tanto bisogna fargli dire una Messa", e lo spirito così acquietato tace per un po'.

A rimarcare la presenza infestante all'interno del castello c'è un ristorante (su richiesta in vendita anche questo) che assai appropriatamente si chiama Il Fantasma.

Alla domanda su chi sia il fantasma che fa risuonare la sua voce lungo i corridoi del castello, lo stesso proprietario del ristorante non ha dato una risposta certa: "Uno dice che era uno che hanno ucciso qui, l'altro dice che era un cardinale, quell'altro dice che non si sa ... ".

Forse le origini della presenza spiritica si celano nel passato del castello stesso. I documenti storici fanno risalire il primo insediamento fortificato al XII secolo, ma fonti più certe ne attestano la costruzione nel XIV secolo. È infatti del 1315 il Liber Focorum, nel quale la famiglia dei Fogliari viene indicata come fondatrice e proprietaria del castello.

Continuando l'analisi storiografica sulle sorti del comprensorio risulta che questo venne ceduto dai Fogliani al Conte Giangiacomo Bebbi nel 1468. Nel 1512 il castello fu distrutto da un nemico dei Bebbi e da questi ultimi poi ricostruito. I Bebbi ne mantennero la proprietà fino al 1635, data in cui Antonio Scapinelli venne investito quale signore del feudo in cui il castello è compreso. Importanti interventi strutturali furono apportati dal cardinale Raffaele Scapinelli (1858-1933), ultimo discendente della famiglia, che ne ricostruì la parte centrale, edificando una nuova torre e rimediando a un'imperdonabile mancanza (ai suoi occhi) fornendolo di una cappella privata (e probabilmente gliene sono molto grati anche gli attuali proprietari, visto il bisogno di Messe conciliatrici per lo spettro). Durante la seconda guerra mondiale la proprietà passò al Seminario di Carpi con una parentesi nei mesi d'intensa resistenza da parte dei tedeschi sulla non lontana Linea Gotica. Fu infatti in questo periodo che il castello servì da base a un reparto di truppe tedesche. Nel 1946/47 la famiglia Rossi diventò proprietaria del castello.

Adesso il maniero è di proprietà di undici persone, tra le quali la famiglia Rossi. Eppure non si è ancora scoperto chi si aggira per le stanze del castello facendo echeggiare i suoi lamenti. Perché mai togliere un sì fatto piacere ai nuovi futuri proprietari?