Il Necronomicon è indubbiamente uno dei più famosi tra gli pseudoblion.

Questo tomo, inventato dalla penna del grande H.P. Lovecraft, è stato creduto per molto tempo (e forse qualcuno lo crede ancora oggi) un libro realmente esistente.

Non aiuta certo a fare chiarezza il fatto che il libro sia indicato come presente nei cataloghi di antiquari e biblioteche.

Questo è il motivo per cui molti dei lettori di Lovecraft hanno cercato di capire le origini di questa leggenda esoterica. Lo stesso è accaduto a Miranda Gurzo, perché nonostante sia ormai chiaro si tratti di un mero espediente letterario, tutti sperano che in fondo il Necronomicon possa finalmente venire alla luce. E poco importa se fu lo stesso Lovecraft a confessare, una volta resosi conto di essere stato preso sul serio, che il Necronomicon era una sua invenzione.

Il titolo originale del Necronomicon secondo HPL è Al Azif, un termine arabo usato per indicare i suoni notturni prodotti da certi insetti, ma che la tradizione popolare identifica con il linguaggio dei demoni.

L'autore di questo libro è Abdul Alhazred, un poeta pazzo morto in circostanze misteriose. Sempre secondo il Solitario di Providence esiste una traduzione in greco ad opera di Teodoro Fileta e una in latino per mano del danese Olaus Wormius. Si ritiene poi che il mago John Dee e l’alchimista Edward Kelley ne fecero una traduzione in inglese.

Rassegnata a non leggere mai il maledetto grimorio, Gurzo attese con grande ansia l’edizione del Necronomicon pubblicato nel 1979 dalla Fanucci e curato da Georges Hay. Il volume si avvaleva di due ottimi articoli introduttivi dello stesso Georges Hay e del noto scrittore e saggista Colin Wilson ma, a parte questi interventi, il libro si rivelò essere una lettura piatta e deludente.

Tuttavia l’edizione italiana della Fanucci conteneva un’appendice a cura di Giuseppe Lippi che parlava di una perduta traduzione del volume da parte del grande studioso (anche di materie esoteriche) Giulio Camillo Delminio.

In ogni caso, insoddisfatta dalle varie edizioni del libro, Miranda Gurzo decide di scrivere lei stessa una versione del libro finalmente nel solco della poetica lovecraftiana.

Oltre ai Miti di Cthulhu, Gurzo è stata molto influenzata dai racconti (quasi sconosciuti in Italia) incentrati sul Necronomicon di Lin Carter in cui compare come protagonista il celeberrimo Abdul Alhazred.

L’autrice presenta l’opera come la sopra citata traduzione del filosofo Giulio Camillo Delminio (a suo modo un omaggio al mai troppo rimpianto Lippi).

Protagonista è proprio l’arabo pazzo Abdul Alhazred che narra la genesi, partendo dal primo capitolo Cronache delle età primordiali, dei Grandi Antichi. Scritto in uno stile barocco molto lovecraftiano il libro è un continuo susseguirsi di immagini oniriche e apocalittiche in cui compaiono oscuri rituali ed entità senza nome.

Si tratta di lettura imperdibile per tutti gli appassionati di Lovecraft. Finalmente possiamo mettere le mani sulla traduzione italiana del Necronomicon!