A mano a mano che ci si allontana dall’orizzonte del XX secolo, il personaggio del new englander Howard Phillips Lovecraft – poeta, narratore e saggista, oltre che epistolografo straordinariamente fecondo – comincia a delinearsi sotto il profilo critico come una delle figure più affascinanti, per quanto enigmatiche, di un’epoca tumultuosa” scrive Alan Moore nella sua Introduzione all’Edizione annotata.

Nonostante una fortuna postuma praticamente senza precedenti, quando Lovecraft morì, a quarantasei anni, le sue opere erano apparse solo su riviste da strapazzo, ignorate dal pubblico e mortificate dalla critica. Oggi, a oltre un secolo di distanza, Lovecraft è sempre più riconosciuto come il padre dell’horror americano e della fantascienza, fonte di incalcolabile ispirazione per “generazioni di scrittori di horror fiction” (Joyce Carol Oates).

Con lucida perspicacia e comprensione del quadro storico in cui l’autore di Providence visse e operò, Leslie S. Klinger caratterizza Lovecraft quale primo scrittore pulp a essere stato incluso al pari di maestri della caratura di Poe e Melville nel canone della moderna letteratura americana. Grazie a un’accurata analisi delle fonti e a un sempre ammirevole acume critico, Klinger riesce nell’impresa non scontata di ricontestualizzare Lovecraft correlandone la biografia singolarmente elusiva alla febbrile attività letteraria, e svelandoci così genesi ed evoluzione di un corpus narrativo di formidabile complessità.

Nel corso della sua carriera, Lovecraft – “il Copernico dell’horror” (Fritz Leiber) – si è discostato nettamente dalla vulgata dei predecessori “gotici” e dalle sue maschere tradizionali (fantasmi, demoni, streghe), creando un vasto universo mitico in cui l’inconsapevole umanità non occupa che una nicchia del tutto trascurabile, destinata com’è a essere prima o poi fatalmente invasa da incommensurabili creature d’oltrespazio: entità sinistre, aliene, indifferenti. Le storie di Lovecraft, antesignano della weird fiction contemporanea, suggeriscono che il nostro pianeta, la realtà in cui viviamo, le nostre stesse radici biologiche ci legano a primordi indicibili, ad abiette e terrificanti presenze extraterrene, cui solo il caso impedisce di risvegliarsi da un plurimillenario letargo per porre fine una volta per tutte alla nostra sanità mentale e all’intera civiltà umana.

Leslie S. Klinger raccoglie in queste pagine ventidue tra i migliori e i più agghiaccianti racconti di Lovecraft (da Il richiamo di Cthulhu a Le montagne della follia, a Colui che sussurrava nelle tenebre, La maschera di Innsmouth, Il colore venuto dallo spazio). Con il suo corredo di centinaia e centinaia di illustrazioni, tra le quali numerose riproduzioni a colori di fotografie, tavole e copertine originali di «Weird Tales» e «Astounding Stories» e oltre un migliaio di note, questo volume scandaglia in profondità l’abisso dal quale è sorto il mondo allucinato di H.P. Lovecraft fino a turbare il sonno immemoriale dei Grandi Antichi.