È disponibile Rapporto su un progetto di trasformazione digitale di Jacopo De Ponti, undicesima uscita della collana Strane Visioni Digital a cura di Andrea Gibertoni.

Una storia tra il tragico e il surreale, in cui spesso si ha la sensazione di essere giunti in prossimità della fine, per poi accorgersi invece di ritrovarsi nuovamente al punto di partenza; quasi come se ci si trovasse all’interno di un sogno fatto da qualcun altro.

La scrittura di De Ponti, solo apparentemente ostica, è impregnata di un’ironia crudele e beffarda, assai congeniale a una vicenda che – come nella migliore tradizione del weird – prende il via da una serie eventi innocui e quasi banali, per poi subire un inaspettato e repentino dirottamento verso l’assurdo e l’inesplicabile.

Sinossi: Per portare a termine un lavoro con successo è necessario poter contare su un buon team: persone capaci, serie e determinate.

Poi occorre un responsabile carismatico e dalle grandi capacità organizzative e, per fortuna, Guido incarna alla perfezione questa figura.

A volte però tutto questo non basta, e sarà una semplice telefonata a dare il via a una serie di eventi tra il surreale e il catastrofico, mandando all'aria tutto quanto fatto di buono da Giovanni.

Come dite, il responsabile si chiama Guido? Ma no, è Giovanni, lo sanno tutti.

Chi diavolo è Guido?

L'autore: Jacopo De Ponti, classe 1993, si è laureato in Ingegneria Matematica al Politecnico di Milano e attualmente insegna matematica e fisica nei licei. Con Hypnos ha pubblicato il racconto Nel mio garage il soldato brucia (in Hypnos. Rivista di letteratura weird e fantastica. Vol. 12), arrivato terzo alla VII edizione del premio Hypnos.

Perché l’amministratore delegato della NURE si era scomodato a telefonarmi? Non poteva farlo Antonio, il responsabile della divisione per cui lavoravo? Forse i capi di MAG, l’azienda cliente del progetto di trasformazione digitale, si erano spinti sino a contattare il nostro amministratore delegato, pur di far sentire le proprie lamentele. Tutto era possibile, c’era poco da stare tranquilli. Però a me non fregava niente. Mi licenziassero pure, gli imbecilli.