La Dagon Press rende disponibile un volume di un autore conosciuto pochissimo qui in Italia ovvero Jack Mann (pseudonimo di E. Charles Vivian) che, negli anni ‘30, ebbe una certa notorietà come autore di polizieschi, western, thriller, romanzo del soprannaturale e fantasy. E proprio un suo romanzo fantasy, ovvero La valle del sogno, fu pubblicato – a cura del compianto Giuseppe Lippi – nel 1990 nella collana Urania Fantasy.

In realtà oggi Jack Mann/Vivian viene ricordato per la figura del detective dell’occulto Gees protagonista di un ciclo di 8 avventure. Potremmo affiancare Gees ai vari John Silence di Algernon Blackwood, Carnacki di William Hope Hodgson, Hesselius di Le Fanu e Harry Dickson di Jean Ray.

Per l’occasione ci viene presentato il romanzo Il creatore di ombre che, per la verità, cronologicamente è il quinto capitolo. Ma questo non va a scapito della lettura in quanto le varie avventure sono leggibili anche singolarmente (viene fatto qualche cenno sporadico, di tanto in tanto, ad aneddoti precedenti).

L’interesse di questa ristampa sta, a mio avviso, nella trattazione della tematica “delle razze perdute e del folclore gaelico” temi cari, come giustamente fa notare Bernardo Cicchetti (curatore e traduttore dell’opera) nell’introduzione, a scrittori come Rider Haggard, H.G. Wells e Arthur Machen. Sempre Cicchetti si chiede se questo tipo di romanzi siano ancora leggibili o se forse siano troppo datati.

Ebbene Il creatore di ombre qualche genuino brivido soprannaturale lo regala ancora oggi pur tradendo il trascorrere degli anni.

La vicenda narra di come Gees si rechi a Barchmornalachan, un villaggio isolato della campagna scozzese dove ancora si trovano le antiche vestigia dei dolmen e dei monoliti druidici oltre ad essere popolato da sinistre ombre. Inizialmente rifiuta l’incarico datogli dalla signora Margaret Aylener.

La minaccia è rappresentata da un oscuro stregone di nome Gamel MacMorn che risiede in una dimora posta proprio al centro dei monoliti. MacMorn è un personaggio inquietante, sorta di figura diabolica che riesce a rimanere immortale tramite terribili riti in cui si impossessa del corpo di giovani donne. MacMorn, proprio come Belzebù “il Signore delle mosche”, riesce a evocare questi insetti cercando di ostacolare le indagini di Gees.

Nel frattempo scompare Helen Aylener, la nipote di Margaret Aylener, e il detective farà di tutto per venire a capo del mistero anche attraverso l’aiuto della sua segretaria, Miss Brandon, con cui ha uno strano rapporto: lei è innamorata di lui ma si danno del lei.

Gees è sicuramente una figura centrata, molto inglese nelle sue abitudini eccentriche (gira su una Rolls-Bentley, ha un’Agenzia Confidenziale ed è un accanito fumatore). Il romanzo potrebbe piacere a chi ama Algernon Blackwood e e Arthur Machen anche se devo dire che non raggiunge, a mio avviso, se non a tratti, il livello di questi autori.

Non mancano tuttavia nelle sue pagine riflessioni affascinanti quando mette in luce come, nella frenetica vita moderna, continui a prosperare un sapere esoterico di culture antiche e dimenticate. Siamo comunque di fronte ad un autore da riscoprire che risulta perfetto per i cultori del weird classico.