Con la bolla Summis desiderantes affectibus promulgata il 5 dicembre 1484, Papa Innocenzo VIII autorizzava i domenicani Heinrich Krämer (detto Institor) e Jakob Sprenger a ricercare e “punire, incarcerare, correggere” le persone colpevoli di stregoneria. Nell’inverno del 1486-87 i due inquisitori davano quindi alle stampe il Malleus maleficarum, ovvero Il martello delle streghe, un’opera che intendeva spiegare le ragioni teoriche e stabilire le procedure da adottare per la caccia e il processo alle streghe. “La massima delle eresie è non credere alla stregoneria” e gli autori, onorando il titolo del libro, demoliscono a colpi di maglio ogni opinione contraria, reinterpretando a proprio beneficio i testi canonici e le fonti bibliche, scagliandosi con fervore contro “le donne che si lasciano sedurre dal diavolo”.

Con trentaquattro edizioni e oltre trentacinquemila copie impresse, il suo successo presso le istituzioni ecclesiastiche fu enorme e continuato nel corso di secoli, finendo con l'influenzare ogni altro testo similare; in tempi moderni è stato "recuperato" in qualità di testimonianza storica, così come dimostrano le diverse edizioni saggistiche che l’editoria italiana ha recentemente dedicato al capostipite dei trattati contro la stregoneria, dei quali forniamo i dati essenziali.

Il marchio della strega. Malleus Maleficarum, il manuale dell'inquisizione sulla caccia alle streghe e le sue applicazioni di Ermanno Gallo, Piemme, 2005 (Brossura; pagg. 270; 16,90€; ISBN 8838475350).

È il 1484 quando, all'alba del Rinascimento, Innocenzo VIII dà l'avallo a una sistematica caccia alle streghe che attraverserà l'Europa fino al XIX secolo, portando sul rogo migliaia di donne. Due anni dopo, due inviati del pontefice, i domenicani Sprenger e Institor, pubblicheranno il Malleus Maleficarum, che diventerà il testo ufficiale dell'inquisizione sulla stregoneria. Le pagine più significative e terribili del Malleus si alternano qui al racconto di emblematici processi. Rivivono così, in maniera più efficace di qualunque spiegazione, il clima di sospetto, paura e cieca superstizione che si instaura con l'eclissi della ragione.

L'eresia delle streghe. Due letture del «Malleus Maleficarum» di Corrado Tornese e Roberta Astori, Lampi di Stampa, 2004 (Brossura; pagg. 203; 15,00€; ISBN 8848803733).

Il più importante trattato “antistreghesco”, che ha dato un importante contributo all'immane e plurisecolare tragedia della storia europea conosciuta come "caccia alle streghe", il Malleus Maleficarum di fine Quattrocento, viene qui demistificato secondo due letture che ne mettono in luce tratti essenziali, eppure ampiamente trascurati dalla bibliografia in materia. Attraverso una critica serrata di metodo e di merito, che destruttura l'intera cultura alla quale esso è ispirato, emerge una formidabile contraddizione: la vera eresia diabolica, il vero linguaggio di morte non è quello delle streghe, ma quello dell'inquisizione loro acerrima nemica, che snatura sino a rovesciarlo totalmente il messaggio autentico del Cristo evangelico.

Citiamo infine la riedizione, tuttora in libreria, del testo originale dei due inquisitori domenicani, tradotto dal latino e pubblicato dall’editore Marsilio sin dal 1977, con una lunga introduzione in chiave psicanalitica di Armando Verdiglione.

Il martello delle streghe. La sessualità femminile nel transfert degli inquisitori di Jakob Sprenger e Heinrich Institor (Krämer), Spirali, 2003 (Brossura; pagg. 457; 30,00€; ISBN 887770635X).

Le ragioni dell'inquisizione, la procedura in ciascun "caso", nella ricerca sessuofobica del complotto diabolico. Esempi dei massacri di donne mandate al rogo sotto il principio, scritto nell’Esodo, che "non bisogna lasciare in vita neanche una strega", ritenuta rappresentante del sapere sessuale e della conoscenza delle droghe, operatrice di aborti, divoratrice di bambini.