Dal regista di Stigmate ci si aspetta pellicole che rispettino la tradizione di chi si è formato fra spot e videoclip: estetica MTV fatta di superfici lucide, tanti oggetti e sovraccumulo di particolari, montaggio con un numero di stacchi superiore alla media, scarso controllo per quanto riguarda recitazione e costruzione psicologica dei personaggi.

Ma il buon Rupert Wainwright, intervistato da Empire Ondine in un momento di pausa delle riprese di The Fog ha assicurato i fan che per questo film non accadrà nulla di tutto questo.

Stiamo cercando di essere molto critici con noi stessi, qui sul set. Cercheremo di fornire ai fan del film originale qualcosa che meriti la visione., non solo per quanto riguarda gli effetti speciali e i momenti di terrore. Stiamo concentrandoci sullo sviluppo della psicologia dei personaggi e sulla conseguente prova di recitazione degli attori. Se riusciamo a costruire dei protagonisti credibili, umani, veri allora il pubblico si identificherà a sufficienza e proverà qualcosa per loro, a nessuno può importare qualcosa di un personaggio poco riuscito. È chiaro, con l’enorme evoluzione degli effetti speciali che abbiamo avuto in questi anni riusciremo a crear cose meravigliose con la nebbia, ma non sarà certo quello l’unico punto di interesse del film.

Le parole del regista fanno ben sperare per una pellicola che, in mani poco esperte può perdere tutto il sottile e morboso fascino dell’originale e ridursi a un banale circo di SFX e CGI. La presenza di John Carpenter e Debra Hill in veste di produttori dovrebbe fornire altro elemento di rassicurazione per la moltitudine dei fan ormai perennemente delusa dalla qualità dei remake di questi ultimi anni.

Il set è situato a Vancouver per i Revolution Studios e la Columbia Pictures.