D. F. Lycas classe 1973, Asti. Vittima di una irrequieta propensione all'immaginario, sceglie studi prettamente informatici, affascinato dalle possibilità che computer e nuovi media possono offrire ai navigatori del fantastico. Appena maggiorenne, dopo una breve parentesi giornalistica, decide definitivamente che la realtà non può competere con l'irrazionale. Sceneggiatore di fumetti e autore di racconti, debutta sul panorama letterale con questo suo primo romanzo.

Stile pulito e diretto per questa nuova penna italiana. Una via di mezzo tra un forbito slang e un volgare in overdose. L'autore presta particolare attenzione nel fornire un quadro completo del profilo psicologico del protagonista: ex sognatore disilluso da una realtà crudele che ti spinge al mero pragmatismo: "Ho sempre pensato che gli esperimenti sugli animali fossero un sacrificio necessario alla scienza. L'uomo è al centro dell'universo, no? Può fare tutto. Ma ora che l'animale sono io... Insomma, ho cambiato idea". L'ipocrisia che sorregge il mercato delle vite si cela dietro il velo dell'estraneità. Finché il dolore e la tragedia non sfiorano la nostra specie, tutto ci è permesso. Toccato il nostro meschino interesse, ecco che cambiano le carte in tavola. L'ipocrisia svelata dal genere umano è l'arma usata da Lycas per mostrare la disarmante, quasi ingenua, diversità del suo alter ego: "La gente da lontano, da lontano sono tutti così belli. Da vicino, invece, c'è il rischio di scoprirli anche buoni". L'autore illustra la storia di un giovane licantropo ricca di tinte scure, però l'occhio di bue è puntato sulla psiche del mostro-uomo e meno sull'azione, che sgomita lungo tutta la struttura narrativa per farsi largo alla fine.

La filosofia permeante il racconto è cristallina e terribile: l'uomo si ritiene libero finché non sente il peso delle catene che la realtà costringe a portare. Lyka, il protagonista, affronta la sua natura mannara con lucidità, capisce di dover assecondare i propri estinti senza potervi resistere. La razionalità palesemente beffeggiata cede il passo all'istinto: un'allegoria della condizione umana. Lyka combatte il lato animale. Terrorizzato dal dover reimparare a vivere come licantropo attraverso l'empirismo, decide di documentarsi. Però gli scritti in materia gli forniscono una conoscenza frammentata, stereotipata, folkloristica e fantastico-leggendaria (anche il miglior bibliotecario stenterebbe a trovare una letteratura di spessore sul tema del licantropo, che al contrario del vampiro non ha ricevuto attenzione dai media). Dallo scontro interiore del giovane licantropo se ne ricava un interessante riflessione: nelle differenze culturali l'uomo si ritrova e si confronta (Lyka elenca come i licantropi possano essere divisi in 5 razze dagli Urali ai Pirenei), esaltando i tratti positivi e minimizzando le debolezze: "Sono un razzista che considera se stesso l'esponente di una specie perfetta". L'ipocrisia è il bastone su cui si regge la morale comune, giusto per non cedere alla depressione e alla follia: "E' terribile questa cosa, perchè ho sempre odiato le filosofia totalitarie". L'autore sembra voler analizzare lo scontro generato da un cambiamento improvviso: da un lato l'umanita' residua di Lyka disapprova il lato animale, che mantiene dignità e civiltà. Di contro l'istinto animale rinnega la logica della società imponendo le necessità del singolo (quasi l'esaltazione del selvaggio di Rousseau).

Dopo la metà del libro l'attenzione del lettore deve essere divisa tra i complessi del protagonista e la secolare guerra che la sua razza combatte contro i berserker (uomini-orso naturali nemici dei licantropi). Nonostante la guerra caratterizzi la parte finale del libro, tale tema arricchirebbe maggiormente la narrazione se l'autore vi avesse dedicato più spazio. Le alternative per tale scelta sembrano essere due: 1) la guerra è un gancio per un possibile sequel, ma gestito un po' maldestramente oppure; 2) i berserker sono messi in ombra perchè l'autore è più interessato alle implicazioni psicologiche apportate dalla trasformazione, ma la guerra licantropi Vs uomini-orso spalanca le porte per le future gesta di Lyka. Solo le future evoluzioni di Lyka potranno illuminarci sulle perplessità sollevate da Lunaris... se sarà possibile vi terremo aggiornati.