In Tutto quel viola (Frilli. 2023), quinto romanzo dedicato al personaggio di Susanna Marino, Cristiana Astori continua a mescolare le carte, anzi (per sua stessa ammissione) a confonderle, facendo apparire reale l’immaginario e immaginario il reale. Questa è precisamente la magia del cinema, il che spiega sia la sua scrittura “filmica”, sia la sua passione per il cinema e per i film introvabili, che condivide col suo personaggio.

Mescolare le carte vuol dire allora mescolare reale e immaginario, fino ad assottigliare il confine che li separa, o addirittura farlo sparire. Immaginario e reale, a questo punto, anziché trovarsi ai due estremi dello schermo percettivo, diventano quasi la stessa cosa. Ed ecco la coincidenza degli opposti, simboleggiata dal viola.

Fare magie mescolando le carte è opera di “prestigio”, cioè di prestidigitazione, ed è il lavoro dello scrittore, oltre che del regista e del mago da palcoscenico, e qui la nostra scrittrice è, se possibile, ancora più trasparente del solito. Parlo di trasparenza nel senso che le magie sono messe in scena senza nemmeno ricorrere agli effetti speciali, ma lavorando con le cose di tutti i giorni.

Immaginatevi un “mago” che non si porti dietro gli attrezzi e i trucchi di scena, ma che renda magici gli oggetti comuni. Ad esempio, entra in un ristorante in cui non è mai stato, prende una caraffa d’acqua, la copre con un tovagliolo per un istante, poi toglie il tovagliolo e l’acqua si è trasformata in vino, che egli offre ai commensali.

Ci dev’essere il trucco, ma è impossibile da scoprire. Proprio così è costruito il romanzo di Cristiana Astori: ci dev’essere un trucco da qualche parte, anzi più di uno, ma sono impossibili da scoprire. Il tovagliolo è addirittura trasparente, ma il trucco non si vede: la trasparenza stessa è truccata. La scrittrice, naturalmente, ci gioca. C’è una scena in cui Susanna Marino si reca a un vernissage indossando una sottoveste (verde, non viola) al posto di un abito da sera. Si suppone che il tessuto sia sottile, quasi trasparente, ma nessuno se ne accorge.

Cristiana Astori ci gioca dunque e certo si diverte, e ci diverte e ci intriga e ci porta con sé, dietro le scorribande di Susanna, che stavolta non ha nemmeno bisogno di lasciare Torino (una Torino esoterica, satanica e stregata) per trascinarci lontano, in mezzo al viola, tutto quel viola.

Ci sono i delitti, certo, e sono truci, efferati e molto argentiani; ma c’è anche il grottesco, che qui tracima nel drammatico, come sempre, ma anche nell’umoristico. La pellicola scomparsa è un horror, certo, ma si intitola Sortilegio, che significa magia. È la magia del viola, di questo colore sospeso tra rosso e azzurro, tra cielo e terra, tra mare e fuoco.

Il sortilegio è magia, come dicevo, ma in origine era il tirare a sorte, un metodo di divinazione come potrebbero essere i Tarocchi o l’I Ching. Il caso non esiste, nella magia e nei romanzi. Jung diceva che, siccome nell’universo tutto è collegato, nell’I Ching il gesto in apparenza casuale dispone i bastoncini proprio nell’esagramma che esprime uno specifico significato (che del resto è soggetto all’interpretazione).

Un po’ tutto è ambivalente, in questo romanzo pieno di cose e di sfumature: dalla pittura di Lorenzo Alessandri, sulfurea e surreale, alla città di Torino, fascinosa e inquietante come una dark lady; dalla giovane Susanna, acuta eppure ingenua, al commissario Francesca Sanniti, burbera e sensibile. Ma soprattutto, e ancora una volta, ambivalente è il cinema stesso su cui ruota la vicenda.

Il cinema è l’arte del mostrare le cose, del far vedere tutto, in un parossismo voyeuristico, mentre al tempo stesso viene nascosto lo sguardo, che è della macchina da presa prima ancora che del regista.

Così lo spettatore scambia la visione per realtà, perché non vede coi propri occhi ma con gli occhi di qualcun altro. Anzi, a ben pensarci, lo scambio non è tra visione e realtà, ma tra una visione e un’altra visione, anzi una visione altra, in questo caso quella proposta da Cristiana Astori, per il tramite della sua incantevole e un po’ trasognata Susanna.

Cristiana Astori, Tutto quel viola, Collana SuperNoir Bross, Fratelli Frilli Editori, Genova, 2023, pp. 400, € 18,90. ISBN 978-88-6943-682-6