Edmund Gill Swain fu un vicario inglese vissuto a cavallo tra l’800 e il 900 e che fu, nel corso della sua lunga carriera ecclesiastica, anche cappellano del prestigioso King’s College, a Cambridge, prima di finire i suoi giorni nel 1936 presso la Cattedrale di Peterbourough, dove svolse varie mansioni, da Precettore a bibliotecario.

Ma, soprattutto (ed è la cosa che ci interessa maggiormente) fu anche un grandissimo appassionato di letteratura, avido lettore, amico intimo del grande M.R. James – probabilmente la massima autorità nel campo della ghost story classica – e, occasionalmente, anche scrittore.

The Stoneground Ghost Tales venne originariamente pubblicato nel lontanissimo 1912 e solo ora, nell’Anno del Signore 2017, letteralmente riesumato e tradotto in italiano come Gli spettri della chiesa di Stoneground dalla mirabile Providence Press, una di quelle piccole ma tenaci case editrici che andrebbero salvaguardate come i panda.

Ed è così che, dopo il dirompente esordio con lo strabiliante Steve Harrison, detective del macabro di Robert E. Howard e la graditissima sorpresa (almeno per noi, visto che non l’avevamo mai nemmeno sentito nominare) dell’ottimo Il creatore di mostri di W.C. Morrow, ecco che la collana The Silver Key – un nome che è tutto un programma – si arricchisce di questa raccolta di racconti a tema ectoplasmico.

Il filo conduttore di queste nove storie è il reverendo Roland Batchel, gentiluomo all’antica e appassionato di libri e antichità, che ipotizziamo potesse essere una sorta di alter ego dell’autore stesso.

Il parroco della fittizia cittadina di Stoneground (da notare che Swain in vita servì realmente messa nel borgo di Stanground) oltre a prendersi cura delle anime dei fedeli, di tanto in tanto ama anche improvvisarsi detective del sovrannaturale e annotare le proprie esperienze in un diario. E che esperienze!

Intanto cominciamo subito col dire che sono tutti racconti di fantasmi godibilissimi, nel vero senso della parola, con alcune punte di originalità davvero apprezzabili e difficili da trovare in altre pubblicazioni simili, specialmente del periodo.

Un’altra cosa che caratterizza l’intera antologia è l’estrema diversità di atmosfera da un episodio a un altro: si va dal grottesco (Il fantasma della chiesa), al bizzarro (La famiglia Richpin), al macabro (Il giardino di rocce, Il paralume indiano) e all’inquietantissimo L’uomo con il rullo, un’autentica perla di tensione e suspence.

Non mancano poi alcuni momenti più “classici”, ma ugualmente interessanti se non altro per lo stile asciutto e preciso di Swain e, peculiarità assolutamente benaccetta, un delizioso sense of humour tutto britannico al quale risulta impossibile rimanere indifferenti.

Racconti da leggersi la sera prima di andare a dormire, magari in queste serate invernali in cui il vento ulula e la pioggia sferza rabbiosa le finestre, o la bruma sale spessa dai campi.

Chiaro poi che bisogna apprezzare il genere, ma ci sentiamo di consigliare quest’antologia un po’ a tutti, in quanto il fascino che traspare da esso è molto marcato, anche per un neofita.

Da segnalare infine, il meraviglioso saggio d’apertura del curatore Giacomo Ortolani, che analizza con grande perizia e ricchezza di particolari “la ghost story secondo il reverendo E.G. Swain” e quelli che furono i suoi rapporti (ed eventuali analogie) col ben più famoso amico, al quale l’opera intera è dedicata: Montague Rhode James.

GLI SPETTRI DELLA CHIESA DI STONEGROUND

di E.G. Swain

Providence Press

160 pagine

14,90 euro