Film del 1967 diretto da David Greene, adattamento di un soggetto di H.P. Lovecraft confluito poi nel racconto La porta sbarrata dell’amico August Derleth.

Trama: Susan, accompagnata dal marito Mike, ritorna a Dunwich dopo anni di assenza per riscattare un’eredità: il vecchio mulino in cui abitava da bambina. Arrivati, i paesani li ammoniscono sulla maledizione che grava sul vecchio edificio ma i due coniugi rimangono scettici.

Perché vederlo: David Greene è tra i primi a dirigere un adattamento degli scritti di Lovecraft per il cinema. A firmare la sceneggiatura è D.B. Ledrov che mantiene molte delle caratteristiche delle opere dello scrittore di Providence: la realtà rurale, l’ostilità dei suoi abitanti, l’orribile segreto celato tra le mura di un decadente edificio, il confuso confine che separa il bene dal male. I riferimenti a Lovecraft si perdono però a partire dai primi istanti, con lo spiegarsi della trama le atmosfere lovecraftiane sono trasportare su un piano ben più terreno, troppo lontane dai turbamenti psicologici, dalle paure ancestrali, dal mostruoso che arriva a insidiare la normale quotidianità.

La porta sbarrata racconta un piccolo angolo di mondo che, pur essendo vicino geograficamente alla moderna e scaltra New York, rimane infangato nella superstizione e nella paura. La pellicola è anche tra le prime a mettere la pulsione sessuale al centro del terrificante racconto, ma il tema principale è la famiglia e il male che può derivare dal degradamento di questa atavica istituzione. È la famiglia di Susan a essere sbagliata, a portarsi dietro un senso di fallimento che la donna cerca di compensare sposando Mike. Il marito infatti è molto più grande di lei, benestante, a voler suggerire che la sua non è solo una figura  maritale ma incarna il padre e la sicurezza che Susan non ha mai avuto.

Il racconto è turbato da diversi difetti, troppi i buchi logici che impediscono la continuità necessaria a immedesimarsi con le angosce dei personaggi. Troppi sono poi i momenti statici che sono usati per descrivere l’evoluzione di protagonisti ma rallentano non poco il ritmo. Tuttavia non mancano istanti di forte tensione e sequenze horror immerse in una magnifica ambientazione che acuisce la tensione drammatica e rende più verosimili gli effetti speciali. Meno all’altezza sono gli attori, Gig Young e Carol Lynley, così come pure la regia, piuttosto scarna.

La porta sbarrata è quindi un film non ottimo che tuttavia riesce a costruire un buon alone di mistero e soprattutto ha il merito di essere uno dei primi a portare sul grande schermo l’immaginario di Lovecraft.

Curiosità: Dunwich, città immaginaria creata da Lovecraft, viene qui posizionata in prossimità di New York, nonostante tale premessa il film è stato girato in Inghilterra.