Nella collana dedicata al cinema italiano dalle edizioni Gremese, ecco uscire un volume interamente dedicato al cinema italiano fantastico, nei suoi vari rami, la fantascienza, il fantasy e l’horror, con tutti gli sconfinamenti del caso nei generi limitrofi, come il thriller. Curato da Enrico Lancia e Umberto Poppi, e con un’interessante introduzione di Gian Filippo Pizzo dedicata a portare il lettore occasionale nel complicato e peculiare panorama fantastico nostrano, il volume si presenta come una raccolta di schede che, stando al sottotitolo, dovrebbe compendiare tutti i film sonori di produzione italiana usciti al cinema tra il 1930 e il 2000.

In realtà, come è inevitabile per qualsiasi opera che tenti di radunare una tale messe di pellicole, le assenze ci sono e spesso sono anche notevoli agli occhi dell’esperto (per esempio, non si comprende il perché della mancanza dei film di Argento precedenti a Suspiria – che pure è il primo vero horror argentiano, ma allora non dovrebbero esserci tutti i successivi thriller come Non ho Sonno o Trauma, che invece ci sono), ma rientrano nelle scelte dei curatori che, specialmente per quanto riguarda il genere horror/thriller sono profondamente in disaccordo con quelle del presente recensore. Sotto altri versi, invece, il volume è molto interessante: le schede sono organizzate in modo anomalo, ovvero con un ricchissimo elenco di credits, seguito da note molto accurate sulla distribuzione, sugli incassi e su varie curiosità riguardanti ciascuna pellicola, prima di passare a un breve riassunto della trama, un commento spesso ricavato da altre fonti (regolarmente citate), per concludere molto frequentemente con una vera e propria bibliografia di fonti saggistiche riguardanti il film. Scelta curiosa, ma sicuramente molto utile anche per il non addetto ai lavori.

La valutazione complessiva dell’opera deve inserire il volume in un contesto più ampio: il libro è infatti uno dei tanti che l’editore romano sta dedicando al cinema italiano (ne è già uscito un altro, dedicato al giallo e al thriller, che gli appassionati del genere devono necessariamente affiancare a questo, per le motivazioni indicate prima, per averne il panorama completo), riutilizzando schede preparate per la sua opera totale, dividendole in agevoli rassegne genere per genere, e come ogni opera di compilazione risente di palesi difetti di origine. Il paragone più prossimo deve essere fatto con le rassegne dedicata al cinema fantastico, al western e al giallo che una dozzina di anni fa la Sugar aveva ricavato dal colossale volume del Farinotti: da un tale paragone, il presente volume di Gremese esce chiaramente vincitore, fatto che, se certamente non insignisce il titolo di un valore assoluto, ne garantisce l’utilità per il semplice appassionato e anche, tutto sommato, per l’addetto ai lavori capace di discernerne le parti utili – molto numerose – da quelle superflue o lacunose.