L'oggetto della questione è un masso di granito da quattordici tonnellate inciso con una maledizione del XVI secolo, un reperto storico collocato in occasione del nuovo millennio fra il museo e il castello medievale di Carlisle, in Cumbria, nel nord-ovest dell’Inghilterra.

Da quando è giunta la Pietra Maledetta, la città si è vista perseguitata da alluvioni, incendi, gravi epidemie del bestiame, disoccupazione, e persino da una carestia di goal della propria squadra di calcio.

Così almeno crede una parte della comunità: il consigliere Jim Tootle se ne è fatto portavoce, chiedendo la distruzione della fonte di tanti guai, con una mozione avanzata presso la giunta cittadina, in discussione l’8 marzo.

Il macigno è coperto da un’iscrizione di 1069 parole, una maledizione invocata dall’Arcivescovo di Glasgow nel 1525 contro un gruppo di famiglie chiamate reivers, ovvero predoni, che infestavano il confine con la Scozia vivendo di saccheggio, rapimento e razzia.

Alcuni gruppi cristiani, già avversi alla sua sistemazione in loco, sembrano attribuire proprio alla presenza di tale antica condanna le varie disgrazie che hanno colpito la località inglese nel corso degli ultimi anni, definite come “di bibliche proporzioni”.

Il consiglio comunale deve dunque decidere se considerare o meno la rimozione della roccia scolpita come una priorità amministrativa, considerando inoltre che una sua rimozione verrebbe a costare diverse migliaia di sterline.

Nel frattempo i rappresentanti locali consultati, compreso il Vescovo di Carlisle, si sono trovati in accordo sulla Pietra Maledetta, e una benedizione è stata ufficialmente posta su di essa.