Ciao Federico, bentornato su Horror Magazine. C’eravamo sentiti ad agosto dell’anno scorso: Tulpa, la tua ultima fatica cinematografica, era appena stata presentata al Fright Fest di Londra e si preparava a invadere l’Europa e il mondo intero. Il 20 giugno la pellicola esce, finalmente, in Italia. Come stai vivendo quest’attesa? Qual è stata l’accoglienza del pubblico che ha avuto modo di vedere il film fino adesso?

In generale il film suscita reazioni molto diverse. Ad alcuni piace tantissimo ad altri non piace affatto. La cosa però positiva è che crea dibattito tra le varie fazioni che tendono a parlarne molto. Ho notato che le persone non avvezze, diciamo il pubblico generalista, si diverte molto di più perché si lascia andare alla visione e reagisce di pancia.. Le  unità cinefile invece, tendono a smembrare, analizzare, paragonare, sviscerare, scrutare e sezionare... un approccio che mi fa sorridere per quanto è lontano dal mio modo di vedere un film, che si basa solo sul: mi piace o no? 

Abbiamo avuto modo di parlare, nella precedente intervista, della scarsa risonanza che hanno progetti come il tuo, fatti da autori Italiani, di una sorta di disinteresse generale verso il cinema di genere italiano. Un atteggiamento questo, che pare tipicamente italiano: “All'estero si divertono a vedere i film, anche se hanno dei difetti, da noi parte subito il tiro al piccione e poi tutti a scaricare gratis. Se c'è una cosa che mi ha davvero rotto i coglioni è l'atteggiamento generale di "piagnoneria" rispetto ai giorni che furono”. Cosa si può fare, a tuo parere, per cercare di cambiare questo stato di cose?

Tulpa sta avendo una grande risonanza a livello mediatico, ora vedremo la risposta del pubblico. Se la gente tornerà in sala per vedere questo tipo di film, se ne produrranno a bizzeffe. Piantiamola ragazzi con la pagliacciata che l’industria non produce horror perché non gli piace… ma quando mai l’industria ha avuto un suo gusto? Se qualcosa incassa ci si buttano a pesce, altrimenti tutti a casa. Perciò la palla è al pubblico.

Shadow, il tuo precedente film, era caratterizzato da uno stile sicuro e inventivo, sorretto da una sceneggiatura consapevole: la crudeltà che pervade il film non è fine a se stessa, ma indirizzata a una riflessione pessimistica della natura umana e agli orrori della guerra.  Tulpa, in questo senso, come si differenzia e che punti in contatto ha con la tua opera precedente? C’è un universo narrativo, una tua poetica, un messaggio comune ai due film?

Tulpa è un film completamente diverso. È un giallo all'italiana quindi: più crudele e sadico anche in modo gratuito, morboso paradossale, visionario, lurido, sgangherato, stiloso e maleducato. È facile parlarne bene come farlo a pezzi... Accomodatevi pure.

Il tuo stile registico, caratterizzato dall’“assemblaggio di elementi diversi” richiama lo stile di Rob Zombie a cui sei stato accomunato anche per il fatto di condividere con lui il doppio mestiere di musicista e regista. Cosa ne pensi?

Mi piace Rob ed è simpatico e talentuoso ma io ho il mio stile e lui il suo, abbiamo in comune il doppio mestiere, la passione per l’horror e poco altro... ah già' dimenticavo: due mogli attrici, bionde e gnocche. 

Cosa ci puoi dire della colonna sonora del film? Come l’hai curata, che scelte hai operato? In Shadow ho particolarmente apprezzato l’uso straniante della canzone “Una casa nel bosco” in uno dei momenti topici della pellicola. Ci dobbiamo aspettare qualcosa di simile?

Le musiche le fa mio fratello Francesco insieme ad Andrea Moscianese,  io ho dato solo indicazioni ma non ho messo una nota. Le musiche di Tulpa sono super. Un mix tra Jazz urbano ed elettronica... qualcosa di nuovo per un giallo.

Dalla musica, al cinema, al mondo della narrativa (il tuo esordio letterario è avvenuto con un racconto, proprio horror, contenuto nell’antologia 365 horror per un anno edito da Delos Books). Ci sono delle storie o un genere, piuttosto che un “media”con il quale vorresti cimentarti e che non hai ancora affrontato?

Il racconto è stata una piccola escursione ma non credo scriverò mai libri. 

Per il futuro, da un po' non faccio più programmi tanto non serve a nulla, pensi a una cosa e poi ne succede un altra. Dio ha scritto le pagine del nostro passaggio su questa terra e non ci resta che fare la sua volontà.

Hai qualche episodio curioso legato alla lavorazione del film da raccontarci?

Sul set mancava sempre il sangue finto perché io ne usavo in quantità industriali. La produzione cercava di limitare i costi e mi davano flaconi troppo piccoli. Un giorno sono uscito di casa ed ho comprato un barattolo da trenta litri di plasma sintetico....l’ho finito tutto. 

Cosa diresti, a un lettore di Horror Magazine, per convincerlo (se ancora non lo è) ad andare a vedere Tulpa al cinema?

Direi: ciao, ti piacerebbe vedere un giallo pieno di sesso, suspense e violenza grafica che persino dai siti specializzati è stata definita "too much" ? Se si...  Tulpa è il film per te !!

Ci racconti qualcosa dei tuoi progetti per l’immediato futuro?

Ho finito il nuovo album dei Tiro che uscirà in inverno e sto negoziando un accordo tv per diventare commentatore di match di boxe, di cui sono uno dei massimi esperti italiani nonché un buon medio massimo. 

Vuoi aggiungere qualcosa?

Si, comincio a non sopportare proprio più gli indigesti e inutili remakes americani dei grandi classici. Spero che nessuno gli venda più i diritti. 

Ciao e che il terrore invada le vostre vite