Di bellezze come la sua se ne incontrano, talvolta, nei sogni.

Isabelle Adjani è una diva mutante capace come poche altre di portare sullo schermo personaggi profondamente diversi e contrastanti. Donne fragili ed eteree. Figure carnali e fortemente sensuali. Della serie: quando gli opposti coesistono.

Isabelle Adjani nasce il 27 giugno del 1955 a Parigi da madre tedesca e padre algerino. A 14 anni debutta al cinema, ancora acerba ma già bellissima, con Le Petit Bougnat di Bernard Toublanc Michel. A 17 anni, nel 1972, si fa ammirare a teatro, autentica rivelazione della "Comédie Française".

Nel 1976, Roman Polanski la sceglie per il suo L'inquilino del terzo piano, pellicola dalle tinte decisamente fosche e grottesche. Nel 1978 presta il suo viso all’horror puro: Werner Herzog la vuole infatti nel suo Nosferatu, Phantom der Nacht, rivisitazione (più che remake) del celebre film di F.W. Murnau, al fianco di uno straordinario Klaus Kinski. Nella parte di Lucy Harker dimostra doti recitative eccezionali, contribuendo alla riuscita generale del film, che molti considerano un capolavoro assoluto del genere.

Il fascino fuori moda di Isabelle (sembra una costante delle nostre dark lady) la spinge spesso e volentieri a interpretare film in costume. Già del 1975 aveva girato, diretta da François Truffaut, Adele H., tormentata storia d’amore tra la figlia del romanziere francese Victor Hugo e un tenente britannico. E torna al cinema storico nel 1979, quando interpreta Emily Brontë in Les Souers Brontë di Andre Techine.

La locandina di "Possession"
La locandina di "Possession"

Nel 1981 la vediamo impegnata in quella che può tranquillamente essere considerata la sua performance migliore. Andrzej Zulawski la dirige, al fianco di Sam Neill (Il seme della follia) in Possession, folle, cerebrale, allucinatoria discesa negli inferi sentimentali e sessuali di una donna. Il film è celebre tra gli appassionati soprattutto per la scena in cui Isabelle si accoppia con una mostruosità tentacolare (creata da Carlo Rambaldi); quell’effetto, davanti alla sua interpretazione, semplicemente svanisce. Se confrontato a un’altra scena, quella della “danza folle”, appare pura e semplice paccottiglia. Nello stesso anno gira Quartet di James Ivory, col quale vince la Palma d’Oro a Cannes (nello stesso anno in cui è candidata anche per Possession).

Nel 1985 arriva la sua collaborazione con un giovane regista francese destinato a fare molta strada: Luc Besson. Con lui gira Subway al fianco di Christopher Lambert.

Nel 1988 è la volta di un’altra importante biografia storica; interpreta infatti la musa e compagna (e a sua volta scultrice di incredibile talento) di Auguste Rodin in Camille Claudel di Bruno Nuytten, pellicola che le vale una candidatura all'Oscar.

Dopo due storie d’amore finte male, quella con l'attore Daniel Day-Lewis e quella con Gabriel Kan (da cui, pare, sarebbe stata lasciata via fax) l'attrice si allontana per qualche anno dagli schermi. Ritorna nel 1993, con Toxic Affair di Philomène Esposito, ma, ben più importante, con il “colossale” La regina Margot di Patrice Chéreau, altro film in costume, sontuoso, barocco, sanguinario, sensuale, che prende le mosse dalla strage degli Ugonotti nella notte di San Bartolomeo (1572) e narra gli intrighi di corte di Francia. Imperdibile.

Ultima segnalazione per Diabolique di Jeremiah Checkik, (remake del “noir” I diabolici di Henri-Georges Clouzot del 1954). Uscito nel 1996, vede Isabelle in coppia con la bionda Sharon Stone. Purtroppo per lo spettatore, però, il risultato è tutt’altro che indimenticabile.