I Todtgelichter sono una band tedesca in attività da dieci anni e Apnoe è il loro quarto album che uscirà il 15 Aprile prossimo per la Code666. La band, partita con sonorità black metal, cambia nettamente il sound con il terzo lavoro (Angst, 2010 - sempre per la Code666) spostandosi verso atmosfere più gotiche e rallentate, con l'aggiunta della voce femminile Marta, anche se continua ad avere punti di contatto col black (loro stessi tre anni fa si sono definiti “Avantgardiste Black").

Il nuovo album fa un ulteriore passo avanti: le sonorità black sono adesso sparite, gran parte delle canzoni sono rallentate e sono presenti diversi momenti minimalisti e di riflessione (espressi dal cantato melanconico della cantante Marta insieme ai growl di Frederic, voce maschile e chitarra), mentre alcuni brani sono più veloci e hanno soluzioni melodiche vicine al pop di matrice tedesca, e in altri addirittura troviamo qualche influenza jazz/swing(!). 

Forse il passo è stato più lungo della gamba perché Apnoe ha dei limiti evidenti: prima di tutto la produzione rende le canzoni fredde e piatte, penalizza gli strumenti suonati con grande precisione e pulizia ma che non riescono a trasmettere alcuna emozione. Le melodie restano un po' troppo di maniera e i brani tendono a essere monocordi e prolissi, ma almeno la struttura di alcune canzoni non è così scontata e noiosa.

La conseguenza è che se il precedente Angst aveva suoni più corposi e avvolgenti, qui alle canzoni sembra mancare un’anima ed è un peccato perché i Todtgelichter hanno una loro personalità e la esprimono al meglio nei momenti più rallentati e riflessivi nei quali quel germanico senso di sehnsucht (=desiderio) verso qualcosa di irraggiungibile emerge in modo netto, un mood che solo i tedeschi sono in grado di esprimere così bene nella loro musica: per esempio nel crescendo nella seconda parte della opening track Embers, o il cantato a due nel break rallentato della vivace Expectation, dove questo cupo ma forte anelito raggiunge la sua migliore espressione.

I malinconici  momenti di pacatezza e riflessione sono rappresentati invece dalla strumentale e minimalista Kollision, dalle swingate Until It All Begins e Soil (che però si evolve in sonorità goth-doom che ricordano i Paradise Lost più drammatici di Icon e One Second). I momenti più elettrici sono invece affidati alla voce maschile e growl del cantante e chitarrista Frederic, che trasforma la sua voce in un decadente pulito quando le atmosfere si incupiscono e si rarefanno di nuovo. Un buon esempio di questo connubio growl/pulito è la esitante e inquieta Beyond Silence.

Chiudo con i due spunti più interessanti:

- Tiefer Fall è la canzone più diretta, dinamica e convincente di tutto il disco. La bella, drammatica e decadente melodia del ritornello non può essere stata scritta altro che da una band tedesca e strizza l’occhio a certo pop teutonico senza però snaturare lo spirito metal-goth. In più è cantata in madrelingua, il che le dà un ulteriore valore aggiunto. E' anche quella dalla produzione più calda e avvolgente, e i due cantati puliti di Maria e Frederic qui si esprimono al meglio. Il miglior punto di forza di Apnoe è qui.

- La mancanza a riferimenti black metal non si sente per niente e questo è un aspetto più che positivo: quando ho ascoltato il disco per la prima volta e non sapevo ancora niente della band non avrei mai sospettato nei Todtgelicht un legame col genere di Burzum & co.: è secondo me la miglior conferma che la band ha adesso definitivamente trovato una nuova strada e personalità. Le canzoni di Apnoe hanno un sapore acerbo perché i Todtgelichter hanno iniziato un nuovo cammino resettando una parte importante del loro passato. Spero che la prossima volta il passo sia più proporzionato, così i Todgelichter sapranno esprimersi al meglio.