Basta uno sguardo distratto alla copertina di questo Woodland Prattlers per rendersi conto di quale sia il vero nume tutelare per i Mechanical Poet, ovvero quel Tim Burton le cui atmosfere da fiaba macabra e melanconica pervadono tutto il cd di questo trio russo.

I Mechanical Poet nascono nel 2002 dalle ceneri dei Glazemaker, una band che sperimentava nei territori del metal avant-garde. Consueta trafila di demos, audizioni per un nuovo cantante e infine l'agognato EP d'esordio, quell'Handmade Essence che, maggiormente improntato a sonorità hard rock degli anni ottanta, guadagna loro l'attenzione della italianissima label Aural Music.

Frutto di questo incontro è il cd appena uscito, Woodland Prattlers, un lavoro monumentale frutto di fresca inventiva e consumata malizia produttiva. Tradizione folk della Russia, rock progressivo, atmosfere power-gothic, partiture sinfoniche, aperture melodiche: questo e altro ancora il materiale magmatico proposto dalla band che riesce a miscelare e tenere insieme tutti gli ingredienti grazie a un attento e pregevole lavoro di arrangiamento e orchestrazione.

Woodland Prattlers è la colonna sonora di quel film mai girato ma che avete sempre sognato, fra Nightmare Before Christmas e La notte dei morti viventi, Max Samosvat si rivela voce unica nel metal contemporaneo, versatile e potente, capace di spaziare dalla melodia alla tenebra più profonda, accompagnato dalla tecnica eccelsa del chitarrista Lex Plotnikoff e da quel polipo schizofrenico che è il batterista Tom Tokmakoff.

Cd da comprare a occhi chiusi per viaggiare in quei territori che possono nascondersi fra alcune coordinate indicative come Mr Bungle, Evergrey e Black Symphony ma se desiderate avere un assaggio delle potenzialità di questo gruppo fatevi pure un viaggio sul loro sito ufficiale e scaricate le due canzoni offerte nella sezione "media".

Miglior esordio del 2004 e uno dei dischi dell'anno. In regalo un booklet-fumetto dentro la confezione. 'Nuff said!