Ciao Ted, benvenuto su Horror Magazine. Ci racconti come sei diventato autore di fumetti e come è nata la tua passione verso questo media?

Non mi sono interessato di fumetti fino alla mia adolescenza, quando furono pubblicati Il ritorno del Cavaliere Oscuro e Watchmen. È stato un grande periodo per il fumetto, sempre più artisti europei, come Moebius, stavano pubblicando in America, e il fumetto era percepito come  un importante rinnovamento, rivolto un pubblico di lettori più adulti. Come artista, che sente la necessità di creare delle storie, i fumetti erano perfetti per me.

Parliamo di Courtney Crumrin, pubblicata con successo in Italia dai tipi di Renoir Comics. L’accostamento più immediato è a un’opera di altrettanto successo come Harry Potter di Kathleen Rowling, con cui presenta molte similitudini (la magia, la congrega dei maghi, il mondo dell’infanzia) ma che ha sostanziali punti di differenza. Cosa ci puoi dire in proposito? Com’è nata questa serie?

Devo ammettere di essere stato abbastanza ispirato da Harry Potter, così come da altre opere antecedenti. Roald Dahl è stato anche fonte di grande ispirazione per me. In realtà, il film Matilda (in Italia Matilda sei mitica, ndr) é probabilmente la fonte  d’influenza più importante per Courtney Crumrin. Non perché mi piacesse quel film, ma per come ho percepito che, per me, la pellicola non fosse pienamente riuscita. Era basato su un libro per ragazzi molto giovani, e il tono della storia mi ha ricordato i mei squallidi e miserabile anni pre- adolescenziali. Eppure mancavano tutti gli elementi necessari per parlare di ragazzini di 11 - 13 anni di età. Non c'erano dubbi, della protagonista su di sé, nessun tormento esistenziale che viene quando uno sta diventando un adolescente. Tutto va male per Matilda, poi scopre il potere magico, e va tutto bene, che funziona, forse, per i più piccoli, ma per me, ciò che rende la descrizione di quegli anni convincente, è la scoperta dell’introspezione.

Inoltre, Matilda, come Harry Potter, ha questi orribili genitori che la trattano come un rifiuto. Ma lei è questa  bambina perfetta, dolcissima, con un solido senso di rettitudine morale. Nella mia esperienza, l'abuso dei genitori e la loro negligenza lascia delle cicatrici. Ho voluto analizzare come Courtney è stata segnata dall’incapacità dei suoi genitori di sostenerla o proteggerla. Ecco perché è così arrabbiata e scontrosa. Questi sentimenti vanno di pari passo con la solitudine che naturalmente, si perpetua. Essendo stato un bambino arrabbiato e scontroso io stesso, riesco a immedesimarmi bene in questi aspetti, rispetto a felici avventurieri, come Harry Potter, che hanno successo nello sport e non hanno difficoltà a farsi degli amici.

In Courtney Crumrin parli del mondo dell’infanzia (che ritorna in altre opere come Polly e i Pirati, sempre Renoir Comics) con le sue paure, i sogni, e la distanza dal mondo degli adulti. Perchè questa scelta e com’è stata la tua infanzia? Com’eri quando avevi l’età di Courtney?

Ero a metà tra Courtney e Polly. Come Courtney, io non ero particolarmente bravo a farmi degli amici. E come Polly, preferivo starmene in casa piuttosto che andare all’avventura.

Non so se un ragazzino e l’adulto che potrebbe diventare, possa essere un protagonista interessante. Io preferisco esplorare, per adesso, solo il mondo dell’infanzia. Il fatto che scrivo solo di protagoniste femminili è un mistero per me. Penso che questa cosa potrebbe essere connessa alla mia riluttanza di analizzare il mio io maschile e il mio modo di rapportarmi a quell'età ai membri del sesso opposto. Questa è una tematica completamente diversa da quello che scrivo nei miei libri, e non sono ancora pronto ad affrontarla.

Altre tematiche molto presenti nelle tue opere sono la magia, il soprannaturale, e le atmosfere horror \ dark.  Gli unici amici di Courtney sono le “creature della notte” (che dimostri di conoscere molto bene). Un episodio di Courtney (l’episodio in cui un mutaforma prende il posto di un bambino che viene rubato dai goblin) me ne ha ricordato un altro di Hellboy di Mike Mignola. Come nasce questa passione per il mondo del soprannaturale?

Quella che citi è stata una grande storia di Hellboy, di vera ispirazione per me. Ho sempre amato il soprannaturale. Da bambino, le storie di fantasmi, anche assurde, mi terrorizzavano. Non potevo resistere a guardare i film dell’orrore, e poi avevo gli incubi. Mi ricordo, per esempio, che c'è stato una serie di film horror negli anni sessanta che vedevo in televisione a tarda notte, e mi hanno spaventato a morte. Ma non potevo smettere di guardarli.

Penso di amare la fantasia di tutti i generi, perché colora il mondo. Essa soddisfa il nostro desiderio di pensare che la vita non sia squallida e prevedibile, che tutto può succedere, nel bene e nel male. Si tratta di un semplice mezzo diretto di attingere ai sogni che noi tutti condividiamo di nascosto: di essere la persona più importante del mondo, di avere un potere che nessun altro ha, di scoprire nuovi mondi che la gente comune non ha idea che esistano. Un buon modello per ogni storia è quello che appaga la fantasia con conseguenze imprevedibili. Per esempio Harry Potter, Batman, Amelie, anche Guido in 8 e 1 / 2. Il compito di ogni storia è soddisfare un desiderio. E la fantasia è soddisfare quel desiderio su una scala più ampia.

 

Quali sono le tue influenze grafiche e fumettistiche? Courtney, rispetto agli altri personaggi, è molto caratterizzata con le espressioni del viso e degli occhioni, ed è molto riconoscibile come personaggio. Come hai lavorato graficamente su di lei? Quali sono state le tue ispirazioni nella sua creazione?

Volevo che il personaggio avesse un aspetto grafico e iconico, come Tin Tin con i suoi occhi piccoli e tondi, o Astro-Boy con i suoi capelli impossibili. Ma quando ho iniziato a disegnare il libro, non mi sono reso conto di quanto più realistico avrei finito per rappresentare tutto il resto. Lei sembra davvero fuori luogo nel libro più recente. Ma va bene, penso che in qualche modo possa funzionare. Secondo Scott McCloud, nel suo libro Understanding Comics, il personaggio centrale di un fumetto può permettersi di essere meno realistico e più cartoonesco rispetto ai personaggi secondari. In realtà, aiuta il lettore a riconoscere il personaggio come icona nella storia e a immedesimarsi con lui.

Sono cresciuto con i cartoni animati giapponese, dalla Battle of the Planets (Gatchaman) a Star Blazers (Space Cruiser Yamato) a Robotech (Macross). Quando ho scoperto di Frank Miller, Matt Wagner, e Moebius, ero già influenzato da quello stile. E adesso si insinua nel mio lavoro solo inconsciamente. Ma penso che ci sia qualcosa nello stile manga che ha una grande utilità nei fumetti. Riesce a far capire cosa prova un personaggio anche da lontano. Comunica con chiarezza, che è lo scopo di fare fumetti.

 

Qual è il pubblico al quale ti  rivolgi? Nonostante parli del mondo dell’infanzia, tratti tematiche e vicende molto drammatiche in Courtney Crumrin. Non è certo un mondo tranquillizzante quello in cui si muove la piccola strega.

Mi piace pensare che il mio target sia costituito da quei ragazzi che stanno attaversando il passaggio dall'infanzia all'età adulta, emotivamente stressante, che hanno difficoltà a relazionarsi con gli altri, ora che hanno scoperto di avere un identità spezzata. Che penso significhi poi tutti. Voglio catturare il sentimento epico che la scoperta della solitudine, l'amicizia, e la vita hanno in questa fase della vita. Voglio evocare la magia dello scoprire aspetti del mondo dei quali nessuno parla a proposito dei bambini, o se lo fanno, i bambini non possono avvicinarsi con la mente a questi racconti. C'è qualcosa di meraviglioso nella ricerca del proprio privato universo interiore, e spero di riuscire a catturare un pizzico di quel sentimento.

Molto particolare nella narrazione degli episodi di Courtney Crumrin è l’uso della didascalia in cui inserisci veri e proprio descrizioni della vicenda creando una sorta di narrazione fiabesca. A narrare la vicenda è Butterworm, un goblin che infesta i boschi intorno alla cittadina dove vive Courtney. Da cosa deriva questa scelta?

Beh, Butterworm introduce, di volta in volta libri, e la narrazione è orientata a evocare lo stile formale dei libri per bambini. Il narratore principale sono io, come nelle storie di Roald Dahl è Dahl stesso. Daniel Handler ha inventata Lemony Snicket per raccontare Una serie di sfortunati eventi. Ma io non volevo realmente raffigurami nell’ introduzione, così ho lasciato a Butterworm il ruolo di fare gli onori.

Ci puoi dare qualche anticipazione su cosa stai lavorando attualmente e se vedremo altre tue opere pubblicate in Italia?

Ho appena finito una serie chiamata The Good Neighbors, scritta dalla popolare scrittrice Holly Black, che racconta di una ragazza che scopre che sua madre era una principessa delle fate e che suo nonno, il re delle fate, vuole trasformare Portland nel nuovo regno delle fate. È di prossima uscita in Francia, ma spero che lo pubblicheremo anche per l'Italia.

Attualmente sto scrivendo un sequel della storia di Courtney, Portrait of a Warlock. Dovrebbe essere finita in tempo per il festival di Angoulême in Francia. Dopo di che, mi auguro di terminare Princess Ugg, che sorta di favola di una principessa barbara che sta per finire la scuola. Non so quando sarà pubblicata. Spero che entro la fine del 2011.

 

Vuoi aggiungere qualcosa?

Non sono mai stata in Italia prima, e spero che la mia totale mancanza di dimestichezza con l’italiano non sia un grosso problema, ma io sono molto impaziente di partecipare al festival di Lucca. Non avrei mai pensato che essere un disegnatore di fumetti mi avrebbe portato in posti come questi, ed è proprio entusiasmante.

Ted Naifeh è un succulento bocconcino umano che è al mondo da poco più di trent'anni. Abita a San Francisco, dove le creature della notte si confondono con gli umani, e sono contente così. Ted si guadagna da vivere raccontando le avventure di ogni sorta di creatura, in fumetti come Gloom Cookie, che ha creato con Serena Valentino; la miniserie Nocturnals: Outskirts of doom, scritta da Dan Brereton; How Loathsome, co-scritto e creato con Tristan Crane e Polly and the pirates.