Diretto da Gregory Jacobs, e con protagonisti gli attori Emily Blunt (Il diavolo veste prada) e Ashton Holmes (History of Violence), Wind Chill – ghiaccio rosso sangue viene annoverato tra quei film realizzati con un budget limitato, i quali più o meno inevitabilmente passano inosservati al momento dell'uscita nelle sale.

Le vicende narrano di una studentessa universitaria, alla ricerca di un passaggio per tornare a casa dove celebrare le festività natalizie: sarà un ragazzo del suo stesso corso a offrirsi di accompagnarla.

Tutto sembra andare liscio, salvo alcuni screzi tra i giovani dovuti al carattere ostico della bella ragazza, fino a quando l'accompagnatore non decide di intraprendere una scorciatoia: una scelta che si rivelerà ben presto errata, poiché un folle manderà fuori strada la macchina del giovane autista. E così i due sventurati si ritroveranno sperduti in mezzo al bosco innevato, con scorte cibarie limitate e isolati dal mondo, e sopratutto in compagnia di qualcosa che popola da decenni la foresta...

Anche se, fin da subito, risulta chiaro di non trovarsi di fronte a nulla di originale, si seguono con molto interesse le peripezie dei due studenti intrappolati nel mezzo della neve. A fare da padrone è la suggestiva ambientazione innevata, in grado di infondere angoscia e senso di smarrimento nei protagonisti; l'ottima fotografia poi, con i colori tetri seppur vividi, contribuisce a creare un'atmosfera da brividi, la quale suggerisce allo spettatore che ben presto accadrà qualcosa di terrificante ai malcapitati.

Tante belle premesse quindi... che purtroppo restano tali. Il regista ha voluto concentrarsi molto sul rapporto tra i due giovani e analizzare le reazioni che hanno di fronte agli infausti eventi, relegando tutto il resto a una pura funzione di contorno: le presenze soprannaturali, infatti, danno l'impressione di essere state piazzate lì casualmente, e non in grado di dare un serio contributo all'economia della trama. Insomma, salvo qualche cheap scare, gli elementi orrorifici appaiono anonimi e privi di carisma. Per questo l'interesse dello spettatore scema in maniera inesorabile, e l'atmosfera, prima suggestiva, diventa alla lunga pesante e fine a se stessa.

A dare il colpo di grazia poi c'è un finale non convincente, dove si cerca con un tentativo maldestro di dare un tocco filosofico alla storia (non a caso, durante il film viene citata la teoria dell'eterno ritorno di Nietzsche): il risultato è una conclusione incomprensibile, che lascia lo spettatore con l'amaro in bocca.

In definitiva Wind Chill aveva tutte le carte regola per essere un horror degno di nota, grazie sopratutto a una bella scenografia e una prova degli attori tutto sommato sufficiente, ma le scelte discutibili del regista hanno guastato tutto. Come è accaduto al botteghino, probabilmente anche nel mercato dell'home video il titolo è destinato all'anonimato.

Extra

Gli extra contengono il trailer cinematografico originale, il making of e le interviste al regista e agli attori principali.