“Claire Holloway, famosa scrittrice e illustratrice di storie per l'infanzia, è perseguitata da incubi raffiguranti una casa isolata accanto a una palude nella quale si intravedono un ragazzo e una bambina. Stressata dai sogni e dalla mancanza di riposo, guardando un documentario alla televisione, Claire si imbatte nella casa dei suoi incubi e, dopo alcune ricerche, riesce a scovarne l'indirizzo e a scoprire che si tratta di un bed & breakfast frequentato solo durante la bella stagione. Con l'inverno alle porte, la scrittrice si trasferisce nella magione, in cerca di ispirazione e di un'occasione per esorcizzare le proprie paure, ma la casa reagisce alla sua presenza con vari fenomeni soprannaturali di portata sempre maggiore. Aiutata da un investigatore dell'occulto, Claire indagherà sugli eventi, gettando luce su episodi passati e richiamando l'attenzione di spiriti e uomini crudeli…”

Già dalla presentazione del film, abbiamo il sentore di esserci imbattuti in qualcosa di già visto. Il cast potrebbe rivelare sorprese, ma tutto si ferma al condizionale, perché, di nuovo, in questa pellicola c’è veramente poco.

L’inizio fa sperare per il meglio, ma la promessa non viene mantenuta.

La sigla introduce l’atmosfera, con i suoni evocati dalla fiaba narrata e le voci provenienti dal passato. Andando avanti, la stessa cosa succede con le immagini.

Purtroppo, però, ci troviamo subito davanti a una serie di cliché che non arricchiscono certo la storia, ma la rendono banale e prevedibile: la scrittrice in cerca di una casa isolata; sogni ricorrenti che nascondono ricordi rimossi; il corteggiatore con cui, ovviamente, si scontra al supermercato e che, guarda caso, è lo storico del paese; la prima notte nella casa in cui va via la luce; bambine fantasma in vestaglia bianca, cigolii, gufi, etc.

Altra pecca risiede nella lentezza. La storia procede spesso a ritmo di pianoforte e violoncello, senza azione o dialoghi. La triade d’archi ripetuta all’infinito è talmente stereotipata da non riuscire nemmeno a creare suspense. Troviamo inoltre interminabili scene in cui la protagonista guarda alla finestra o disegna, senza che niente avvenga.

L’inghippo del plot sta tutto nella domanda che viene posta inizialmente alla scrittrice: “Come scrive le sue storie?”. Risposta: “Comincio col chiedermi Cosa succederebbe se…?”, che è un giochino noto e vecchio quanto il mondo, ma che può bastare solo come semplice esercizio tecnico. Per andare oltre ci vogliono delle buone idee e la capacità di dar loro forma, ma in questo film ciò non accade.

Il film, nel complesso, non sarebbe male. E’ girato bene, buone inquadrature, discreta recitazione da parte dell’Anwar e di Whitaker, suono pulito; ma mancano degli spunti originali, e questo rende il narrato noioso.

Pure i dialoghi sono lenti, infarciti di luoghi comuni sulla scrittura (quelli con lo storico) o sul soprannaturale (quelli con l'investigatore dell'occulto). Gli scambi di battute sono prevedibili e spesso paiono buttati li come se non potesse starci altro che quello.

I sogni e le apparizioni sono le parti migliori perché, oltre a ricordarci che ci troviamo di fronte a un horror, sono ricreati in modo efficace, con buoni effetti visivi e sonori. Anche le scene di morte sono ben riuscite, ma solo dal punto di vista tecnico, dato che non riescono comunque a infondere tensione nello spettatore.

Avvicinandoci al finale il montaggio diventa un po’ sbrigativo. Tutto è rattoppato e irrisolto. Non si capisce bene chi è implicato, come e perché. Tutto questo dovrebbe rientrare nel meccanismo del thriller, lasciando le spiegazioni a un momento successivo, ma lascia la sensazione che non sia un effetto voluto e che qualcosa sia venuto meno all’interno della sceneggiatura.

Nel finale vero e proprio la qualità rimonta, ma è ormai troppo tardi. Le ultime scene sono difatti molto suggestive. Ben riuscite, attraverso effetti speciali forti ed evocativi. Un po’ troppo poco, però, visto che il film è ormai finito.

Insomma, un’ennesima ghost story a sfondo psicologico, che non porta niente di nuovo a tutto quel che abbiamo già visto. Gradevole, ma sterile.

Il film, del 2006, non è mai uscito nelle sale italiane, ma è disponibile in DVD (Sony Pictures) dall’11 settembre scorso. Per chi ha accesso al digitale terrestre, in queste settimane è in programmazione in “prima fila”.