Esistono molti film che vantano la fatidica tag line "tratto da una storia vera". Nel caso di The girl next door di Gregory Wilson, però, questa frase suona come una sentenza pesante due volte.

Innanzitutto perché il film è tratto dal crudele best seller omonimo di Jack Ketchum, tuttora inedito in Italia. Il libro racconta una storia (vera, appunto) di orrore quotidiano con la freddezza di un bisturi e la sensibilità di un autore affermato e assai amato dai propri lettori.

Inoltre, il fatto al quale sono ispirati sia il libro sia il film costituisce una delle pagine più buie della cronaca nera negli USA: l'omicidio di Sylvia Likens. La ragazza divenne oggetto di incredibili violenze e umiliazioni domestiche, fino a diventare in breve tempo il "giocattolo" del vicinato. Tormentare, umiliare, seviziare Sylvia fu il passatempo quotidiano per i ragazzini del suo quartiere e per la famiglia alla quale era stata affidata. Le torture culminarono nella sua morte, nel 1965. Sylvia aveva solo sedici anni. I suoi aguzzini ebbero pene modeste e in alcuni casi non furono perseguiti.

È chiaro che una vicenda tanto delicata vada affrontata con la dovuta sensibilità, in particolar modo da un film. Sensibilità e tatto pienamente dimostrati da Ketchum: The girl next door è uno dei suoi romanzi più apprezzati, e approda al cinema per la prima volta. Ma la sensazione è che questo film non renda giustizia alle pagine.

La produzione (la ModernCiné) ha affidato al semi esordiente Wilson (Home Invaders) un copione scritto a due mani da Daniel Farrands (Halloween: the curse of Michael Myers) e Philip Nutman (Shiver). I credits sembrano poco significativi con un cast di attori che vantano al massimo piccole parti in qualche telefilm: Blythe Auffarth, Daniel Manche, Graham Patrick Martin. Troppo presto per alzare bandiera bianca? Le riprese sono appena terminate e la pellicola sarà distribuita negli USA nel corso del 2007. Per informazioni sul film potete visitare il link www.moderncine.com

Per informazioni al caso di Sylvia Likens vi rimandiamo all'esaustiva pagina di Wikipedia (in inglese). Vietata alle persone troppo impressionabili.