La lettura di Anghelos, interessante e avvincente romanzo d'esordio di

Alessia Rocchi ci ha stimolato a conoscere meglio questa autrice. Siamo riusciti a rintracciare la scrittrice, che ha gentilmente risposto alle nostre domande.

D: Nel risvolto di copertina del tuo romanzo le informazioni su di te sono veramente minime, pertanto iniziamo con la più classica delle domande: Chi è Alessia Rocchi, dove è nata, studi fatti, dove vive, cosa fa oltre che a scrivere ecc.

R: Vivo a Velletri fin da quando sono nata (33 anni fa!). La mia formazione è classica (liceo Classico, Lettere). Amo stare insieme agli altri e ascoltare cosa hanno da raccontarmi. Ma non c’è molto da dire su di me, passiamo a un’altra domanda.

D: Quando hai iniziato a scrivere?

R: Scrissi il mio primo racconto all’età di 16 anni. Trattava di un druido, un principe e una strega. Era ambientato nella Gallia ai tempi della campagna di Giulio Cesare. La storia era così ingarbugliata che, ricordo, lo lasciai a poche pagine dalla fine. Nonostante questo, non ho più smesso di creare storie di fantasia con un’ambientazione storica.

D: Nel tuo percorso formativo, nella famiglia, negli studi sei stata ostacolata dal fatto di essere donna?

R: Fortunatamente, no.

D: Quali sono state le tue letture formative? E attualmente gli autori preferiti? Film?

R: Le mie letture sono prevalentemente classiche: Manzoni, Hugo, Polidori, Stoker, Le Fanu. Insigni autori di grandissimi romanzi e profonde emozioni. Traggo sempre spunto da Omero e Dante Alighieri e… dal vocabolario di Italiano. Attualmente, oltre agli scrittori del genere horror/fantasy, mi interessano quei testi che trattano di attualità, politica e di tutti i drammi di questo pazzo mondo contemporaneo. Riguardo al cinema, sono sulla stessa linea dei libri. Soprattutto, trovo interessanti quei film che approfondiscono le problematiche familiari.

D: Quali difficoltà hai incontrato e/o quale iter c’è stato per far pubblicare il tuo romanzo?

R: La difficoltà più grande è stata quella di riprendere in mano il testo dopo averlo scritto e ammettere che c’erano tante di quelle incongruenze e infantilismi da renderlo quasi illeggibile. Riscrivere il tutto all’incirca una decina di volte è stato veramente faticoso. Spero che il risultato soddisfi i lettori e le lettrici.

D: Molti nostri lettori amano (ovviamente) leggere ma anche scrivere. Che consiglio puoi dare a chi volesse cominciare?

R: (Ovviamente) Leggere! Leggere! Leggere! Leggere! Tutto, non solo il genere che più ci affascina. Poi buttare giù qualcosa e riporla nel cassetto. Dopo qualche anno si può riaprire quel cassetto. E chissà?….

D: Lo scrivere ti occupa a tempo pieno oppure scrivi nei momenti liberi dal lavoro?

R: Spero che la scrittura mi terrà occupata a tempo pieno. Prima, infatti, scrivevo Ánghelos nei ritagli di tempo, mentre studiavo per i concorsi o inviavo domande di lavoro.

D: Dove scrivi, in che tempi e cosa ti circonda quando lavori a un libro? Usi il pc?

R: Scrivo in una stanza con una bella vista sul verde la mattina prestissimo. Mi circondano tanti libri, una piccola radio (amo tantissimo ascoltarla perché mi piace immaginare i visi dei conduttori) e tanti CD. Adoro la musica classica, soprattutto Mozart, ma anche le colonne sonore dei film. Sì, uso il pc. Riguardo a questo devo dire una cosa. Ebbene, io e il pc non andiamo d’accordo. Io ordino, lui non ubbidisce. L’assurdo avviene quando sono collegata in rete (ho detto bene?). Signori miei succede di tutto. Il bello è che quando chiedo a qualcuno di farmi vedere come funziona la faccenda, quello scuote la testa sconfitto. E io continuo a non capirci niente!

D: Quando non lavori e non scrivi cosa fai diciamo “nel tempo libero”?

R: Cerco di sopravvivere.

D: Quali sono stati gli stimoli (letture/ film o altro) che ti hanno suggerito l’argomento del tuo romanzo?

R: Lo stimolo principale è stato quello di assemblare tutto ciò che avevo studiato per anni e creare una storia che camminasse con le proprie gambe. Preziosissimi sono stati i saggi che trattano l’argomento dei Longobardi, Benevento, Vampiri e la Storia in generale.

D: L’ambientazione in un’epoca “buia”, abbastanza poco usata nei romanzi storici, è stata da te utilizzata “ad arte” o perché è un periodo storico che ti ha particolarmente affascinato?

R: Per quanto riguarda Ánghelos, il mio profondo interesse e “amore” per il Medioevo è ciò che mi ha fatto decidere per questa ambientazione. “Buia?” Purtroppo la Storia ha conosciuto molte epoche buie. Magari lo fosse stato solo il Medioevo!

D: La commistione di elementi religiosi (Eden, Arcangeli) con argomenti fantastici e magici (pastore, guardiane) e per finire vampireschi, sono frutto della tua sfrenata fantasia o di molteplici tue letture e interessi?

R: Anche un campo libero come la fantasia non può prescindere dalla conoscenza. A me succede così: mentre leggo articoli e saggi o qualsiasi altro testo non romanzato mi capita di immaginare qualche scena. Prendo carta e penna e me l’appunto. Poi risistemo le tessere e cerco di creare una storia. La fantasia, comunque, rimane l’ingrediente principale del mio romanzo.

D: Pensi di assomigliare a qualche protagonista come carattere?

R: Ho cercato di non assomigliare a nessuno di loro: il Conte, Eirene, Raphael, Aléxandros. Se lo avessi fatto, avrei rischiato di giudicarne qualcuno. E a me non piace. Credo che il giudizio, nel bene e nel male, spetti solo alle lettrici e ai lettori. Io racconto, e basta.

D: Quale è stato il tuo stato d’animo nel vedere il “tuo romanzo” negli scaffali delle librerie?

R: Ho chiesto a una gentilissima commessa della libreria in cui sono entrata il giorno dopo l’uscita di Ánghelos dove fosse il bagno. Una volta lì, ho cominciato a piangere per l’emozione e la tensione.

D: Perché hai deciso di scrivere un romanzo sul “vampiro”, anche se molto particolare?

R: Oltre al fatto che il vampiro è sicuramente uno dei “mostri più affascinanti” che l’immaginario umano abbia mai concepito, mi fa rabbrividire! Ogni volta che apre bocca…Brr!

D: Quanto tempo è durata la gestazione di Anghelos tra ricerche, stesura e revisione dello stesso?

R: All’incirca sette anni.

D: Stai già lavorando ad un altro romanzo? Chi sarà il prossimo protagonista?

R: Mistero!