Pino Cottogni ha intervistato per voi Laurell K. Hamilton, l'autrice del romanzo horror Il ballo della morte. La scrittrice ci parla di sé e dei suoi personaggi.

Abbiamo letto che decise in giovane età di diventare scrittrice di romanzi horror o comunque fantasy. Per dare seguito a questa decisione si è iscritta a corsi di scrittura oppure il saper scrivere, il saper raccontare è un suo dono di natura?

Pochissime cose sono doni di natura che non richiedono impegno. I talenti innati certamente fanno colpo, ma non possono garantire una carriera duratura se dietro non c'è del lavoro. Forse si può fare un libro di successo, ma non dieci libri. Io avevo probabilmente un talento naturale, ma l'ho affinato con la pratica: il modo migliore è sedersi e scrivere.

All'università ho studiato prima letteratura e poi biologia. Pensi che ho dovuto abbandonare il corso di scrittura a cui ero iscritta perché, secondo l'insegnante, avevo un'influenza negativa sugli altri studenti. Infatti ci era stato assegnato il compito di scrivere un racconto breve e io consegnai un racconto di vampiri. L'insegnava pensava di potermi guarire dalla scrittura di genere, che considerava spazzatura. Allora le chiesi: anche Tolkien, quindi, è spazzatura? E, nello stesso modo, lo è Shakespeare, che parla di magia, fantasmi e streghe? A quel punto mi mise a tacere, ma io rifiutai di scrivere altre cose. Entro la fine del semestre, tutti gli iscritti al corso scrivevano racconti di genere, secondo il genere prediletto da ciascuno. Quindi, come temeva l'insegnante, avevo "corrotto" il corso.

Quale percorso ha fatto affinché il suo primo romanzo fosse accettato? Ha ricevuto rifiuti?

Lavoravo in una grande azienda e tutte le mattine mi alzavo alle cinque e scrivevo per un paio d'ore, prima di andare a lavorare. Circa due pagine al giorno per cinque o sei giorni alla settimana, senza fare alcuna revisione. Se arrivavo a un punto in cui avevo bisogno di fare delle ricerche in biblioteca, mi facevo un appunto e poi continuavo a scrivere. Sapevo che, se mi fossi fermata, non avrei più ripreso. Ho scritto la maggior parte del mio primo libro in questo modo.

Poi, quando l'azienda ha ridotto il personale e sono rimasta a casa, da Los Angeles sono tornata a St. Louis e ho finito il libro. E, non avendo più l'impegno dell'ufficio, mi sono dedicata maggiormente alla scrittura. È stato essenzialmente un lavoro di messa a punto della prima bozza. Ma ci sono volute sei o sette revisioni prima di trovare un agente.

Come le è venuta, o dove l’ha presa, l’idea di scrivere di vampiri, licantropi ecc. che vivono a fianco degli uomini diciamo “normali”?

Mi interessava immaginare che cosa succederebbe se, nel nostro mondo, un giorno ci svegliassimo e scoprissimo che i vampiri esistono davvero. Si può dire che prendo il mondo del fantastico e lo faccio diventare ordinario, mentre la maggior parte degli scrittori vuole rendere fantastiche le cose ordinarie.

In letteratura ma anche nella vita normale (sia in passato che al presente), il «diverso» è stato sempre malvisto, combattuto, distrutto, mentre nel mondo di Anita Blake che ci sembra "in toto" il nostro mondo i vampiri hanno ottenuto addirittura dei diritti, sono riconosciute legalmente. Non è molto più reale che all’apparire di una razza di vampiri o licantropi, l’uomo normale parta in una feroce crociata di ricerca e distruzione?

Forse, ma preferisco che il mio mondo sia un po' più generoso e gentile nei confronti di chi è diverso. Spero che gli uomini siano andati un po' più avanti rispetto alla caccia alle streghe o alle crociate.

I titoli pubblicati della serie Anita Blake sono 12 (più 2 previsti per il 2006): quali argomenti trattano gli altri titoli?

Non vorrei togliere la sorpresa ai lettori…

Quali sono i titoli della serie “The Meredith Gentry” e di cosa si tratta?

Il titoli sono: A kiss of shadows, A caress of Twilight, Seduced by Moonlight, A stroke of Midnight. La protagonista è una fata principessa e, nello stesso tempo, detective privato a Los Angeles. È un genere misto, perché oltre alle fate c'è un thriller politico. Infatti Meredith è in competizione per ottenere il trono del suo mondo ma, per ottenere ciò, deve dimostrare di poter generare una prole. Perciò il contenuto sessuale è maggiore che nella serie di Anita Blake. Va anche detto che nel mondo delle fate il sesso è una cosa molto naturale.

Quanti titoli sono previsti?

Scriverò il quinto libro al termine della revisione dell'ultimo romanzo della serie di Anita Blake, che ho appena finito.

Sarà tradotta in Italia?

Sì. L'Editrice Nord dovrebbe pubblicare il primo libro alla fine del 2006.

A proposito: l’Italia è sempre stata terra di scrittori, ma in merito alla letteratura fantastica in Italia si leggono in grande maggioranza autori anglosassoni. Come mai secondo lei?

Non lo so, sinceramente.

Quale è il suo stato d’animo quando manda all’editore un suo nuovo romanzo? Ha paura di una cattiva o tiepida accoglienza da parte dei lettori?

Quando invio un romanzo appena finito, la sensazione è di sollievo e cerco di non preoccuparmi per come verrà accolto. Altrimenti si rischia di essere influenzati nel proprio modo di scrivere. Così continuo a scrivere ciò che mi piace leggere e spero che anche gli altri lo trovino interessante.

D'altra parte, mi è capitato spesso di scrivere nuovi episodi della serie con elementi che - ho poi scoperto - alcuni lettori desideravano proprio trovare. Sembra che io e i miei lettori la pensiamo allo stesso modo.

Ci potranno essere dei romanzi diciamo paralleli alla serie di Anita? Per essere più chiari romanzi che narrano le avventure di Jean-Claude, quando ancora viveva nell’ombra, o di qualche licantropo?

No, perché è Anita blake la mia telecamera su quel mondo. Senza di lei non posso visitarlo. Spero, naturalmente, che anche altri personaggi possano sviluppare le loro avventure, ma deve sempre esserci Anita.

Se non avesse avuto successo come scrittrice, cosa avrebbe fatto nella vita?

Probabilmente la biologa. Ho già una laurea in biologia e forse avrei cercato di lavorare in quel campo.

Alcuni lettori hanno notato che varie idee della serie “Buffy” sono state tratte dai suoi volumi, è possibile?

Questo mi è già stato fatto notare. So che alcune persone che scrivono storie di vampiri sono miei lettori, ma non so se ciò sia vero. Però mi fa sempre piacere, perché comunque le mie storie sono precedenti.

Non ritiene che il personaggio Anita Blake, il mestiere che svolge, il contesto in cui vive (vampiri, licantropi, mutaforma ecc.), sia il tutto perfetto per una trasposizione nel grande schermo? Ha ricevuto offerte in tal senso?

Ho appena firmato un contratto per la cessione dei diritti di Nodo di sangue per un film per la TV. I produttori sono Scott Ross della Digital Domain e Jason Alexander (Angel Ark Production). Io e mio marito Jonathon stiamo scrivendo la sceneggiatura.

Il carattere di Anita riflette il suo?

Entrambe siamo testarde e indipendenti, e teniamo all'uguaglianza tra uomini e donne. È importante poter fare quello che si sa fare meglio, indipendente dal genere di appartenenza. Anche Anita, come me, lavora in un campo che è prevalentemente appannaggio degli uomini, perché il genere horror è dominato da autori uomini. E, in quanto donna, bisogna essere brave il doppio per essere rispettate nello stesso modo.

Sia io che Anita, inoltre, abbiamo fatto un percorso che ci ha portato a vedere il mondo non più soltanto in bianco e nero; quando ho iniziato a scrivere le storie di Anita,infatti, avevo una visione polarizzata del mondo e, via via, entrambe abbiamo capito che la distinzione tra bene e male non è poi così netta.

I suoi romanzi piacciono più alle donne o agli uomini?

Ricevo lettere soprattutto da donne e, in passato, quando c'erano eventi come presentazioni o firme dei miei libri, venivano soprattutto donne. Però ci sono sempre più uomini che ultimamente si mettono in fila per delle ore, magari senza un libro da fare firmare, solo per dirmi grazie perché le loro mogli sono mie lettrici affezionate.

Come è organizzata la sua giornata di lavoro? E per scrivere usa il pc?

Sì, uso il PC. Cerco di iniziare a scrivere intorno alle 9. Verso le 12 faccio un'ora di pausa, per il pranzo o per andare in palestra. Poi riprendo a lavorare fino alle 17. Se c'è una scadenza imminente, continuo anche dopo cena.

Come passa le giornate quando non lavora? Legge molto? Cosa?

Io e mio marito abbiamo parlato recentemente proprio del fatto che sembra che io non sappia cosa fare quando non scrivo. Negli ultimi cinque anni ho trascorso così tanto tempo a scrivere, che ho perso l'abitudine a non lavorare, e sto quindi cercando di scoprire come fare a rilassarmi.

Mi piace stare con mia figlia, con mio marito, i nostri amici e i nostri cani.

In passato avevo molti hobby, ma ora non ho più il tempo per coltivarli; spero davvero di poterne riprendere qualcuno.

Nel mondo di Anita ci sono Vampiri, uomini che si mutano in lupi, ratti, pantere ecc. Ci saranno delle new entry?

Sì, ci saranno iene mannare, cigni e altre creature.

In The Killing Dance finalmente Anita divisa tra l’amore per Jean-Claude ed il licantropo, alla fine sceglie il vampiro. Non era piu’ normale, se di normalità vogliamo parlare, che un essere vivente ami un altro essere vivente invece di un non-morto.

Io tenevo la parte a Richard. Ma lui odia se stesso così tanto per essere un mostro, che non riesce a consentire ad Anita di amarlo. Invece Jean Claude è molto a suo agio con se stesso ed è questo che ha fatto la differenza, perché è molto difficile amare qualcuno che non ama se stesso. Quindi, mi sbagliavo!