Solitamente nei gialli si tende a dire che tre indizi fanno una prova, ma se invece si tratta di weird può essere benissimo che non bastino affatto e ne occorrano di più, ad esempio cinque.

Ed allora ecco che possiamo già trarre le prime conclusioni: La Notte del Weird è ormai di fatto un appuntamento irrinunciabile per i tanti amanti del bizzarro e del meraviglioso. E tutto questo – va sottolineato – è stato raggiunto in pochi anni, visto che la prima edizione risale solamente al settembre 2015.

E, se è vero che nelle passate edizioni si è sempre registrato un grande successo con una partecipazione di pubblico sempre crescente, quest’anno le perplessità sulla buona riuscita del tutto c’erano eccome.

Si cambiava sede, tanto per cominciare. Sempre Reggio Emilia, ma non più alla Miskatonic University. Non più dunque l’atmosfera da “fossa dei leoni” della piccola libreria di via Squadroni con gli spettatori spesso pigiati e a strettissimo contatto, bensì gli spazi più ampi ed eleganti del Caffè della Gabella, all’interno dello storico edificio che ospitava gli uffici daziari presso l’antica Porta San Pietro. E poi si abbandonava la tradizionale domenica sera in favore di un inedito sabato pomeriggio destinato ben presto a sforare in una “Saturday Night” che evoca solitamente ben altre immagini. Insomma qualche dubbio della vigilia c’era, ma si è subito capito che sarebbero stati timori infondati quando fin dalle prime ore del pomeriggio di un sabato 28 settembre dal clima quasi estivo, la gente ha iniziato pian piano ad affollare la sala.

Per farla breve: tantissime persone intervenute e record assoluto di presenze, un gran numero di appassionati che ci hanno fatto capire che, nonostante tutti gli accadimenti negativi degli ultimi mesi, la formula funziona e la gente è veramente affezionata alla Notte del Weird. Sensazione davvero gratificante e bellissima soddisfazione per chi come il sottoscritto (che per informazione continua a detenere il nome e il logo Miskatonic University) e gli amici di Yorick Fantasy Magazine hanno impiegato tutta l’estate ad organizzare la manifestazione.

E allora largo al giovane ma già esperto critico cinematografico bolognese Marcello Bonini, il quale ha illustrato diversi esempi di cinema lovecraftiano, ossia tutte quelle pellicole che – pur senza citarle apertamente – sono debitrici delle atmosfere e delle suggestioni care al Sognatore di Providence.

È stato poi il turno di Luca Manini, scrittore e traduttore per la casa editrice Bompiani di alcuni “mostri sacri” (Tolkien e Henry James, tra gli altri), ad ammaliare il pubblico con alcuni tocchi di gran classe. Un suggestivo parallelo tra una splendida poesia di Grazia Deledda che esalta la bellezza selvaggia dei monti della Barbagia e la descrizione che Lovecraft fa delle aspre e imponenti “Montagne della Follia”. Infine un’analisi approfondita sul capolavoro La fonte ai confini del mondo di William Morris, vero padre del fantasy moderno.

Ha chiuso poi lo spazio dedicato alle conferenze l’esuberante Gianfranco Calvitti di Providence Press, che ha portato alla luce una serie di teorie e di situazioni tra l’affascinante e il pazzesco. Pare infatti che il nostro caro HPL fosse molto interessato ad alcune apparizioni di stranissime creature nelle zone rurali del New England. Inoltre la sua nota e caratteristica attività onirica avrebbe rivelato una vicenda a dir poco sconcertante risalente alla guerra civile americana.

A questo punto, dopo l’immancabile angolo dedicato alla rarità librarie, sempre molto divertente e “combattuto”, il direttore di Yorick Massimo Tassi ha fatto da Cicerone in quello che è stato subito battezzato Tour dell’Arcano.

Una folta comitiva è stata così guidata su alcuni luoghi della città che in passato sono stati lo scenario di avvenimenti molto particolari. Tra le varie fermate la Chiesa di San Domenico, dove intorno al 1560 viveva e operava purtroppo con grande fervore l’inquisitore del Ducato Estense. Poi ci siamo recati vicino a un pozzo (oggi all’interno di un’abitazione privata) dove la bravissima Stefania Ferrari (Giardini di Afrodisia, Yorick…) ci ha raccontato essere stato il teatro di un vero e proprio “cold case” risalente al diciottesimo secolo. A completare il tragitto, una visita alla vecchia sede del tribunale di Reggio Emilia presso cui nel 1946 si tenne il famoso processo a Leonarda Cianciulli e a un vecchio edificio che durante la guerra era utilizzato per progettare nuovi armamenti e dove potrebbe essere transitato addirittura il famigerato Wernher Von Braun.

Di ritorno al Caffè una fantastica cena di gruppo ha infine decretato la conclusione della quinta Notte del Weird e, tra chiacchiere librarie e non solo, un bicchiere di vino e un ottimo piatto di “Bocconcini dell’Arabo Folle”, ci si è dati tutti appuntamento alla prossima edizione.