Yotsuya Kaidan

Da diversi decenni ormai, i prodotti d’intrattenimento giapponesi sono enormemente popolari anche in occidente. Se, da una parte, la creatività alla base della cultura pop giapponese sembra attingere da pozzi senza fondo, dall’altra i film horror giapponesi sono riusciti a imporsi su un’intera generazione grazie all’estetica originale, alla capacità di creare tensione psicologica e all’efficacia del prodotto finale.

Il J-Horror è parte integrante del DNA della saga di The Evil Within, non a caso prodotta da uno studio giapponese, Tango Gameworks, diretto da Shinji Mikami, noto come uno dei maestri dell’horror videoludico.

Parlando delle sue fonti d’ispirazione, Mikami racconta in particolare di una storia, letta a scuola da uno dei suoi insegnanti: lo Yotsuya Kaidan, una storia di tradimenti, omicidi e vendette avente come protagoniste delle creature simili a dei fantasmi tipici del folklore nipponico.

Yotsuya Kaidan nasce nel 1825 come dramma per il teatro tradizionale giapponese kabuki e ha subito nel corso del tempo diversi riarrangiamenti e adattamenti nonché trasposizioni cinematografiche nel 1949, 1966 e 1994. In italiano il titolo potrebbe essere reso come Le storie di fantasmi di Yotsuya dal nome del quartiere di Tokyo in cui le vicende sono ambientate.

Dal teatro kabuki alla filmografia horror: The Ring (Ringu, 1998), Pulse (Kairo, 2001) e The Grudge (Ju-on: Rancore , 2002)

Gli stessi temi presenti in Yotsuya Kaidan si ritrovano ripensati e rielaborati in tutte le opere di Shinji Mikami e in film oramai divenuti dei classici come Ring (Ringu, 1998), Pulse (Kairo, 2001) e The Grudge (Ju-on: Rancore) (2002) che, proprio come i giochi survival horror di Mikami hanno riscosso un enorme successo anche al di fuori del Giappone.

The Ring è un film horror giapponese diretto da Hideo Nakata e tratto dell'omonimo romanzo di Koji Suzuki ispirato a una storia popolare giapponse intitolata Banchō Sarayashiki. La protagonista è la giovane giornalista Reiko Asakawa che sta indagando sulla morte inspiegabile della propria nipote e di alcune delle sue amiche che, si dice, avessero visto il contenuto di una videocassetta esattamente una settimana prima della morte. Le ricerche condotte la conducono in una località di vacanza dove finalmente trova la misteriosa videocassetta. Visionando le immagini surreali in essa contenute anch’ella, però, diventa vittima della maledizione. Aiutata dal suo ex-marito Ryūji, Reiko, la giornalista scopre alcune informazioni sul misterioso contenuto misterioso della cassetta e capisce che la donna che appare nel filmato è Shizuko, una sensitiva deceduta molto tempo prima. La stessa figlia di Shizuko, Sadako, anch'essa uccisa trent'anni prima, si è trasformata in uno spirito vendicativo che ha dato vita a questa maledizione. Mentre la settimana sta per scadere, Reiko e la sua famiglia dovranno fare di tutto per spezzare questa maledizione e salvare le proprie vite.

Pulse (nell’originale giapponese Kairo) è un film diretto da Kiyoshi Kurosawa e tratto dall'omonimo romanzo scritto dallo stesso Kurosawa che racconta la duplice storia di due ragazzi le cui vicende andranno a intrecciarsi. Taguchi, un giovane informatico, viene trovato morto nel suo appartamento. I suoi colleghi cerca di scoprire cosa possa aver spinto il loro amico a compiere un gesto tanto estremo. L'unica pista sembra condurre a un misterioso floppy, trovato nel computer di Taguchi, che contiene un virus pericolosissimo per chi lo utilizza. Altre numerose morti si susseguono, mentre c'è chi, collegandosi a internet, si ritrova su un misterioso sito in cui una voce gli propone di incontrare un fantasma. Gli eventi precipitano, strane presenze si manifestano in stanze sigillate con il nastro rosso, per l'umanità l'apocalisse della solitudine è ormai prossima.

The Grudge (Ju-on: Rancore) è un film scritto e diretto da Takashi Shimizu terzo capitolo di una saga molto famosa in Giappone. Il film è diviso in capitoli, cronologicamente sfasati, che ricostruiscono gli eventi accaduti attorno a una casa avvolta da una maledizione. Chiunque entri in contatto con la casa o con qualcuno che sia stato colpito dalla maledizione è a sua volta perseguitato fino alla morte; comincerà così una lunga catena di violente dipartite e misteriose scomparse.

La seduzione dell’horror giapponese

Ma cos’ha di così seducente l’horror giapponese? Particolare attenzione viene data a elementi che normalmente verrebbero ignorati. Per esempio, la cura posta nel presentare progressivamente il carattere di un ambiente tramite le immagini o il suono.

È difficile dimenticare l’urlo prolungato in The Grudge o mantenere la calma quando si ascolta il rumore di sottofondo di una TV in The Ring.

Questa attenzione all’aspetto sonoro trova una corrispondente visiva nella stilizzazione dei mostri che popolano l’horror giapponese. La cultura giapponese è piena di credenze in merito all’esistenza di presenze sovrannaturali nel mondo degli umani. Tengu, yokai e onryō si nascondono in angoli bui di case comuni, in tronchi vuoti o sulle rive di un fiume.

Spesso le storie horror giapponesi si svolgono in un ambiente casalingo e familiare, innestando la paura in una vicenda dai toni intimi. È Sebastian Castellanos a farsi largo nell’incubo della figlia nel tentativo di salvarla e a ritrovarsi, per un brevissimo istante, nel familiare ambiente di casa sua un attimo prima che prenda fuoco. Si tratta di idee e luoghi in grado di risuonare nell’animo di ogni spettatore o giocatore e che contribuiscono a creare una paura ancora più viscerale, proprio perché legata a elementi familiari. Un concetto riassunto perfettamente dalle parole di un altro maestro dell’horror, Wes Craven: “I film horror non generano nuove paure. Liberano quelle già presenti in noi”…