Ciao Andrea, benvenuto su Horror Magazine, ti puoi presentare ai lettori del sito che non ti conoscono? Chi è Andrea Cavaletto  e cosa fa nella vita?

Ciao. Mi fa particolarmente piacere quest'intervista perchè vi seguo da parecchio tempo, quindi sono contento che le nostre strade alla fine si incrocino! Venendo alle domande: chi sono? Questo non l'ho ancora tanto ben capito nemmeno io, però posso dire che sono prima di tutto un true fan del genere horror, e la cosa si rispecchia nella maggior parte dei lavori che faccio. Più precisamente, scrivo (fumetti, narrativa, sceneggiature cinematografiche) e qualche volta capita anche che disegno (fumetti, copertine di CD e libri, poster cinematografici). Ah, si, sono anche creativo e graphic designer per una nota azienda italiana, ma questo esula decisamente dal campo dell'horror...

Parliamo della tua ultima graphic novel, uscita per il recente Napoli Comicon per i tipi di Edizione Bd, com’è nata l’idea? Da quale ispirazione sei partito? So che questa storia è legata a un aneddoto particolare.

Bè, si.

La graphic novel si intitola DIBBUK ed è una storia di amore e morte nei ghetti di Los Angeles sconvolti dall'arrivo di un demone mostruoso e assetato di sangue. Il Dibbuk non è propriamente un mio personaggio, in quanto fu ideato da Santarelli (uno degli sceneggiatori di Martin Mystere per la Sergio Bonelli Editore, nonchè insegnante alla Scuola Romana di Fumetti) agli inizi degli anni novanta, sulla rivista MOSTRI, gemella di SPLATTER ed entrambe edite dalla ACME. Ricordo che fui folgorato dalle due pagine pubblicitarie del DIBBUK presenti sul magazine, e ci rimasi davvero male quando un paio di mesi dopo appresi della sua chiusura, proprio prima dell'inizio della serie. Ci sono rimasto così male che, a distanza di venti anni, quando mi è capitata l'occasione, ho deciso di scrivermi io la storia che non avevo mai potuto leggere. Santarelli mi ha dato carta bianca e, con l'apporto ai disegni dell'ottimo Luca Maresca (uno dei disegnatori di John Doe per la EURA) abbiamo "modernizzato" il concept character della creatura sulle cui basi ho poi dato vita alla graphic novel. Possiamo quindi dire che DIBBUK è il remake di una storia mai pubblicata.

Leggendo la tua biografia, tu sei partito come disegnatore per approdare al mestiere di sceneggiatore, alternando poi l’uno e l’altro mestiere. Ti senti più sceneggiatore o disegnatore? O autore completo? Come sei approdato alla sceneggiatura?

Mi è sempre piaciuto di più scrivere, ma per quanto mi sforzassi, non riuscivo ad ottenere risultati. Semplicemente, leggere pagine e pagine di sceneggiature è molto meno immediato che non guardare dei porfoli, e spesso richiede del tempo che gli editori non sempre hanno. E se sei un esordiente, può essere davvero dura. Un mio professore allo IED (Istituto Europeo di Design) di Torino mi disse che, visto che me la cavavo bene anche con il disegno, avrei dovuto preparare un progetto tutto mio, scritto e disegnato da me. Così facendo, mi disse, avrei avuto maggiori possibilità di essere letto. E così è andata. La mia prima (e al momento unica) graphic novel da autore completo è stata pubblicata in USA dalla piccola CYBEROSIA PUBLISHING ed ha in un certo senso aperto le porte al mio futuro professionale.

Sei un autore specializzato nell’horror. Hai mai pensato di esplorare altri generi? Come mai questa scelta? Non pensi che uno sceneggiatore debba potersi confrontare con ogni tipo di storia?

Assolutamente sì. Infatti posso risponderti che io già lo faccio, in parte. Nelle mie storie parlo di tutto ciò che mi sta a cuore o che mi spaventa, dall'inquinamento globale al disagio giovanile ai vari problemi sociali e di attualità. Semplicemente, uso l'horror come base di partenza, perchè è l'ambiente che meglio conosco e dove mi muovo meglio. Forse un giorno abbandonerò quello che per me è un porto sicuro, ma per adesso mi va bene così.

Oltre che sceneggiatore di fumetti, sei anche uno sceneggiatore cinematografico. Fondamentale è stato l’incontro con il regista cileno di film horror Patricio Valladares.

Ci racconti com’è nata questa collaborazione e i film che hai progettato insieme a lui?

Patricio Valladares è un folle, ma è anche molto, molto in gamba, nonostante la giovane età (25 anni). Ho visto in rete il trailer del suo primo lungometraggio, CURRICULUM, e ne sono rimasto decisamente colpito. Così gli ho scritto e siamo entrati subito in sintonia. Adesso collaboriamo da parecchio tempo e ci divertiamo molto. Al momento ho sceneggiato per lui tre lungometraggi, DIRTY LOVE, LA CREACION e TORO LOCO.  Il primo, DIRTY LOVE, ha fatto il giro di parecchi festival, ha vinto alcuni premi e sta racimolando ottime critiche. E' un film estremo e alcuni già lo definiscono come un cult underground, soprattutto grazie a un paio di scene perverse e molto disturbanti, però vorrei sottolineare che c'è dentro molto di più. Adesso è la volta de LA CREACION, di cui è appena finita la post-produzione. Sono molto curioso di vedere le razioni della critica a LA CREACION, perchè è un film intimo, personale, allucinato e onirico, ricco di metafore e allegorie, triste e gloomy. Diversissimo dal primo. TORO LOCO sarà finito invece entro novembre 2010 ed è una sorta di western moderno e surreale, con un bravissimo Felipe Avello nella parte del cattivo.

Dalla collaborazione con Valladares hai portato in Italia anche una serie a fumetti prodotta da lui Cile. El Italiano. Ce ne parli?

El Italiano è il personaggio creato da Valladares per il suo film CURRICULUM. E' un sicario che adora la tortura ed è convinto che l'unica vera arte sia la sofferenza. Ho collaborato alla realizzazione di alcune storie a fumetti del personaggio e sono riuscito a portarlo in Italia grazie alla Nicola Pesce Editore. E' pronto anche un secondo volume che doveva essere presentato al Napoli Comicon ma non è uscito per alcuni problemi di stampa. Adesso comunque è tutto risolto ed entro breve tempo mi è stato garantito che sarà in fumetteria.

Com’è avvenuto il tuo ingresso nello staff di Dylan Dog?

Sono cresciuto con il personaggio di Tiziano Sclavi, e quando ho pensato che fosse giunto il momento di propormi come sceneggiatore, ho scritto alcuni soggetti e li ho spediti alla redazione.  Mi hanno richiamato dicendomi di provare a svilupparne uno che sembrava accettabile e, dopo mesi di gavetta, sono riuscito a realizzare la mia prima storia. Uscirà sul MAXI DYLAN DOG il 29 giugno in tutte le edicole italiane, con il titolo L'ARMATA DI PIETRA.

Hai iniziato nel mercato del fumetto undeground per approdare al fumetto più popolare come Dylan Dog. Quali sono le differenze, quali i pregi o i difetti a tuo parere, nell’uno e nell’altro mondo?

Non ho mai fatto molta distinzione tra underground e popolare. La cosa importante è che in ogni storia che racconto ci metto la passione e il massimo dell'impegno. Poi ovviamente nell'underground si hanno più libertà (ma anche margini di errore immensamente più ampi), mentre quando si lavora per un personaggio come DYLAN DOG bisogna mettersi totalmente al suo servizio, cercando di far filtrare il proprio pensiero e le proprie idee senza imporsi con stravolgimenti che nella maggior parte dei casi creerebbero solo danni.

Un altro progetto molto particolare che hai proposto ai tipi di Absolute Black l’anno scorso a Lucca Comics & Games è il volume Pornofagia. Ci parli di com’è nata l’idea e come si è sviluppato il progetto?

Semplice. Volevo fare una storia che riprendesse un po' le atmosfere degli albi horror erotici che imperversavano in Italia tra la fine degli anni '70 e i primi anni '80, testate come SUKIA, LUCIFERA, OLTRETOMBA, TERROR, etc. etc. Così ho scritto un horror ambientato nel regno del porno all'ombra delle colline di HOLLYWOOD che il giovane e talentuoso Simone Delladio ha saputo ben trasporre in immagini.

Nota particolare: nel scegliere e definire la location di PORNOFAGIA sono stato consigliato dallo scrittore californiano CRAIG SPECTOR, mitico fondatore del filone splatterpunk insieme a JOHN SKIPP.

Progetti futuri? Ci puoi dare qualche anticipazione?

Spero di continuare a scrivere altre storie di DYLAN DOG per la Sergio Bonelli Editore. Poi ho in cantiere un progetto di graphic novel con il marvelliano GABRIELE DELL'OTTO e un paio di altre cosette che sto trattando con alcuni editori italiani.  Per quanto riguarda il cinema, sono iniziate le riprese del film UNDEAD MEN dell'indipendente e italianissimo gruppo CREATIVE COMICS, con cui ho collaborato in sede di sceneggiatura. Contemporaneamente continua il mio sodalizio con Valladares e intanto cerco di trovare produttori interessati ad una trasposizione di PORNOFAGIA.