Benvenuto su Horror Magazine. Partiamo dai suoi inizi, lei esordisce con Il tunnel sotto il mare, pellicola quasi amatoriale eppure molto incisiva. Da dove nasce l’idea di questo film e qual è il suo messaggio?

Il film nasce da un racconto di fantascienza americano di Frederik Pohl e dalla voglia mia e di Alfredo Castelli di fare un film. La pellicola è di tipo sperimentale, imperniata sulla massificazione e sulla pubblicità sempre più ossessiva, un tema decisamente all'avanguardia in Italia nel 1968.

Con L’assassino è costretto ad uccidere ancora ha avuto non pochi problemi di censura. Quanto i tagli hanno inciso sul prodotto finale?

L'assassino è costretto a uccidere ancora è stato bocciato in censura ed è così rimasto fermo per un paio di anni. Poi è uscito solo grazie a quasi 4 minuti di tagli (la scena dello stupro e della morte di Femi Benussi), che l'hanno molto danneggiato. Adesso per fortuna circola finalmente in versione integrale.

Starcrash è un film strepitoso con un cast strepitoso, Caroline Munro, David Hasselhoff e Joe Spinell. Il film inoltre fu distribuito negli Usa da Roger Corman. Ci racconta qualcosa della lavorazione?

Ho iniziato a scrivere Starcrash nel maggio del 1977, ho iniziato a girare a settembre 1977 e  ho finito nell'ottobre-novembre del 1978. È stato un film complicatissimo da realizzare per via degli effetti speciali.

Arriviamo a Contamination, pellicola con una struttura complessa, c’è la fantascienza ma anche l’horror e lo splatter. Quale di questi generi prevale sull’altro?

Contamination è un mix, fantascienza realistica, mentre Starcrash era science fantasy pura. Due generi totalmente diversi, e infatti il risultato buffo è che hanno anche un pubblico differente: quelli cui piace Contamination, detestano Starcrash, e viceversa. Curioso, no?

Ha diretto in parte anche il sequel di Nosferatu, principe della notte di Herzog, Nosferatu a Venezia. Quale ruolo ha avuto nel film in cui si sono alternati diversi registi e com’è stato dirigere Klaus Kinski?

Nel film Nosferatu ho diretto la seconda unità e le scene con gli effetti speciali, più le passeggiate all'alba di Kinski, che era un grande attore, ma anche un uomo pazzo come un cavallo, che un momento prima era dolcissimo e un attimo dopo si trasformava in una belva infuriata con tutti, senza che fosse successo nulla a motivare quel repentino cambiamento d'umore.

The Black Cat, nonostante il titolo, ha poco a che fare con il racconto di Poe. Perché scelse questo titolo e perché il film non fu distribuito in Italia?

Il titolo The Black Cat è stato imposto dal distributore, quando il film era già stato quasi tutto girato (si chiamava De Profundis) e naturalmente non aveva nulla a che vedere con il racconto di Poe, ma si ispirava al poema Suspiria De Profundis di Thomas De Quincey (ma non aveva niente a che vedere con Suspiria o con La Terza Madre di Argento).

Ha scritto molto sui monster movie, qual è il suo mostro cinematografico preferito?

Il mio mostro preferito è Godzilla, sin da quando ero bambino. Lo è ancora oggi.

Ha scritto molto anche di fantascienza, quali sono gli autori che l’hanno più condizionata nel suo lavoro?

In fantascienza gli autori che mi hanno entusiasmato sono molti, soprattutto quelli del periodo classico, anni Trenta, Quaranta e Cinquanta, da Isaac Asimov a Murray Leinster, da Leigh Brackett ad Edmond Hamilton, da Frederik Pohl a Robert Sheckley, da Ray Bradbury a Robert A. Heinlein, etc.

Lei è stato l’artefice della distribuzione del Godzilla di Honda. Cosa pensa del remake di Gareth Edwards e delle polemiche che hanno portato alla nascita del prossimo Godzilla Resurgence?

Il Godzilla moderno di Edwards mi ha abbastanza divertito, niente di eccezionale ma almeno è rimasto fedele allo spirito del Godzilla giapponese, mentre ho detestato la versione precedente di Emmerich.

Arriviamo adesso al suo ultimo lavoro, Blood on Melies’ Moon. Ne abbiamo visto una parte all’ultimo Trieste Science+Fiction Festival e ci ha colpito molto la sua ironia nel raccontarsi. Cos’è che la spinge a definirsi l’Ed Wood italiano?

L'ironia è sempre presente nei miei film, più o meno nascosta. In quest'ultimo lavoro l'ho messa un po' più allo scoperto, perché non amo prendermi mai troppo sul serio. In questa autoironia rientra anche la decisione di autoproclamarmi con orgoglio come l'Ed Wood italiano. 

Molti suoi amici e colleghi sono accorsi per darle una mano a raccontare la storia di Louis Aimé Augustine Le Prince. Ci svela qualcosa della trama?

Blood on Melies' Moon racconta alcuni misteri del cinema delle origini e rivela anche la mia passione per il cinema di tipo classico, passando attraverso citazioni da diversi generi: è una specie di mix un po' folle. Inizia con la distruzione della Terra e poi la vicenda si sviluppa attraverso vari mondi e dimensioni parallele, con personaggi doppi e tripli… a cavallo tra la fine del 1800 e l'epoca contemporanea.

Non vediamo l’ora di  vedere Blood on Melies’ Moon per intero. Quando sarà distribuito?

Dovrebbe uscire in dvd tra settembre 2016 e il febbraio 2017, non è ancora stato deciso esattamente quando.

La ringraziamo e la salutiamo con un'ultima domanda. Quali sono i suoi progetti per il futuro?

Attualmente sto seguendo il lancio del film e ho ripreso a  occuparmi di Profondo Rosso e della sua casa editrice. In seguito…si vedrà.