È un'uggiosa sera di settembre, quando mi imbatto in una locandina dai toni scuri. Pubblicizza un evento live finalizzato alla raccolta fondi per la chiusura di Green Hill, allevamento di cani beagle destinati alla vivisezione. La curiosità, catalizzata dal mio spirito animalista, mi spinge a informarmi più a fondo. La mia attenzione si focalizza su un gruppo experimental psychedelic metal, i cui pezzi presentati sul myspace mi stupiscono positivamente. Così, decido di cercare qualche orecchio di buon gusto disposto a farmi compagnia e di recarmi all'evento, presso una villa in periferia di Milano, Villa Vegan.

Villa Vegan non è un locale, ma una vecchia e affascinante palazzina occupata dal 1998, circondata da un terreno di notevole estensione, popolata da animali da cortile tenuti liberi e gestita da animalisti, vegani e antispecisti. Le mura esterne sono affrescate con originali graffiti che, di notte, non mancano di conferirle un aspetto un po' spettrale.

La villa ci accoglie puntuali alle dieci di sera. Il cancello d'ingresso sembra dare verso il nulla: l'unica cosa che riusciamo a scorgere è un lungo e buio vialetto che sembra andare solo verso l'oscurità. Nonostante qualche timore, ci avviamo e, percorsa qualche decina di metri, scorgiamo le luci emesse da una manciata di lumini posti su di un banchetto, dove un giovane ci fa pagare un piccolo contributo per l'ingresso.

(foto di Stefano Coniglio)
(foto di Stefano Coniglio)
Nel giardino, insieme a cani e galline, è allestito il palco che, nel momento in cui arriviamo è occupato da Luca Valisi, bassista solista dedito a sperimentazioni drone-noise. Pur ben coniugandosi con l'atmosfera da film horror, non riusciamo ad apprezzare la sua musica, troppo prolissa e ripetitiva. Segue un terzetto di francesi mascherate (basso, batteria e violoncello) che, nonostante l'impegno, propone una serie di pezzi a metà tra punk e metal di dubbia qualità.

Lili Refrain è una chitarrista romana che, armata della sua sei corde elettrica, un set di effetti e una loop station, dà vita a uno show sorprendente. La giovane unisce alle sue notevoli doti di cantante e chitarrista, un'eccellente capacità compositiva e un live show d'intensità emotiva ammirevole. Mentre suona, Lili a più riprese abbandona la chitarra lasciando che la loop station faccia il suo lavoro, mentre, come uno spettro, si aggira tra il pubblico cantando le sue sulfuree melodie. Nella sua musica, metal, ambient e sperimentazione si miscelano in una chimica magnetica, prendendo vita in uno degli show più densi di emotività in cui ci si possa imbattere.

Lili Refrain sul palco di Villa Vegan (foto di Stefano Coniglio)
Lili Refrain sul palco di Villa Vegan (foto di Stefano Coniglio)
È ormai l'una e mezza quando giungono gli headliner. I Viscera/// nascono nel 2000 a Cremona come band brutal death metal. I loro membri militano in numerose band dell'underground italiano, tra cui i validissimi MoRkObOt. In dieci anni hanno pubblicato due full-lenght e tre split album, e contribuito a due compilation. I loro lavori sono stati accolti molto positivamente da pubblico e critica, dando loro la possibilità di suonare live in tutta Europa. L'evoluzione musicale li ha portati a integrare la loro musica con elementi post-core, space rock anni '70 e ambient-drone, dando origine a un sound unico, senza mai rinunciare alle proprie radici grind. Che queste non siano solo speculazioni è dimostrato dall'ottimo 2: as Zeitgeist becomes profusion of the I, suonato in anteprima dal gruppo per intero in questo affascinante live-show.

L'attacco di Ballad of Barry L. ci penetra nelle ossa fin dal primo istante con una variazione elettrica della Sarabanda di Georg Friedrich Handel (celebre compositore barocco del 1700), utilizzata da Stanley Kubrick come colonna sonora di una delle sue migliori opere cinematografiche. Il pezzo si protrae strumentale per svariati minuti, ricreando, tramite riff permeati dal grindcore e dal brutal, atmosfere a metà tra drone e post-core. La voce di MikeB. si limita a un'incursione di pochi secondi, giusto per spezzare il brano e permettergli di riprendere verso la sua conclusione. Il risultato è un pezzo di dieci minuti che volano come fossero cinque, nonostante l'ora tarda. I quattro riescono a coinvolgere il risicato pubblico di Villa Vegan sia grazie alla costruzione magistrale del brano, sia alla loro capacità di stare su un palco così atipico come se fosse un festival internazionale.

Segue Hands in gold. Lo stile cambia: i riferimenti all'hard rock anni '70 si fanno più importanti, la voce di MikeB. sussura i testi sulle note distorte con delicatezza da chitarra e basso. L'uso sapiente dell'effettistica dà il tocco finale al sound, che unisce, ai richiami retrò, gli elementi atmosferici di cui la band si impadronisce con sapienza. Una particolare nota di merito va alla cavalcata finale, in cui le chitarre si cimentano in un notevole crescendo che, senza pretese virtuosistiche, si protrae per qualche minuto, raccogliendo i più che meritati applausi del pubblico.

Um ad-Dunia attacca con una cadenzata ritmica death-doom. L'armonia è straniante, difficile da metabolizzare e, con le sue dissonanze, contrasta un po' con le armonie psichedeliche dei due brani precedenti. Dal vivo il brano coinvolge per la carica di cui i Viscera riescono a dotarlo, mentre su disco richiede impegno per essere metabolizzato. Le chitarre presentano una distorsione importante, mentre la voce di  MikeB. si cimenta in un growl scatenato, tirando fuori la vena più estrema della musica dei Viscera///. Anche in questo caso, un plauso particolare va fatto per la chiusura del brano,  tanto cupa, claustrofobica e ossessiva da togliere il fiato.

Per quanto i tre brani precedenti fossero più che sufficienti a promuovere i Viscera/// a pieni voti, l'incipit della traccia conclusiva (They fell like CO2) fa capire che la partita non è ancora chiusa. Il brano dura quasi un quarto d'ora ma, grazie alla struttura impeccabile e all'avvicendarsi dei chiaro-scuri, sembra fuggire via in pochi istanti. Riassume in un corpo unico tutte le preziose componenti che fanno dei Viscera/// una delle più interessanti band della realtà italiana.

Villa Vegan si è rivelata essere un'ottima ambientazione per concerti, sia per l'atmosfera che è in grado di offrire, sia per la qualità dell'acustica. Chi ama il metal farebbe bene a tenere d'occhio gli eventi che vi sono organizzati, soprattutto per il particolare sapore che riesce a far assumere ai concerti. Consigliamo di leggere lo statuto presente sul myspace della villa, data la forte connotazione politica e ideologica.

2: as zeitgeist becomes profusion of the I è un album maturo, originale, ben composto e registrato. È possibile acquistarlo via internet oppure ai banchi del merchandise regolarmente presenti ai concerti al prezzo di soli 10 euro. Fatelo vostro, non ve ne pentirete.

Sul MySpace ufficiale della band è possibile ascoltare alcuni brani in streaming e tenersi aggiornati sulle date dei live:

www.myspace.com/detestatio