Fragile cima avvizzita del suo aristocratico albero genealogico, Gaetano Trevi di Montegufo è un dandy d’inizio Novecento, un esteta amato dalle donne più per la munificenza con cui dona i suoi ori e sé stesso che per la prestanza del suo fisico guasto. La noia ha da tempo piantato in lui il seme dell’insoddisfazione, e soltanto una sottile e ben covata meschinità contro gli esseri umani più deboli è in grado di dargli quel fremito che gli alimenta la vita. Così, quando Zimzerla, zingarella di quindici anni, si presenta alla sua porta, lui la accoglie, la accudisce, trasforma la stracciona in una bambola raffinata. E mentre il fiore sboccia, lui si prefigura il gusto che proverà nel carpirlo, deturparlo, e infine gettarlo all’angolo della strada. Zimzerla, però, forse non è chi dice di essere, e il suo piano contro Gaetano si rivela ben più meticoloso, quasi che a ordirlo sia stato Belzebù in persona, o un demone delle sue schiere, il perfido Gomòria, che si palesa sempre sotto il sembiante di donna…

Ricchissimo nelle forme e nei temi è questo Gomòria, oscuro romanzo del 1921 ristampato oggi per la prima volta. Da un lato è un diretto erede della tradizione decadente: Gaetano Trevi è un Dorian Gray imbruttito e malfatto, un Andrea Sperelli che non trova il piacere bramato. Dall’altro è un romanzo che assume pian piano, e sempre più prepotentemente, un sapore osceno, senza mai appoggiarsi a un modello letterario di riferimento. Carlo H. De’ Medici è stato un colto studioso di esoterismo: dal patto col diavolo alla femme fatale, dal castello maledetto allo pseudobiblion (potentissima è l’invenzione – tre anni prima del Necronomicon di H.P. Lovecraft – di un terribile libro magico, il Sathan dello stregone fiorentino Cosimo Ruggeri), ogni topos della letteratura gotica è affrontato in chiave inedita, certamente ispirata dallo studio di antichi libri di magia, quasi a voler iniziare anche il lettore al mondo dell’alchimia e del sapere proibito.

Il volume contiene le illustrazioni originali dell’autore e la postfazione di Guido Andrea Pautasso.

Di Carlo H. De’ Medici (1877-19??) si hanno scarne notizie. Visse per molti anni a Gradisca d’Isonzo; fu giornalista, scrittore, illustratore e studioso di scienze occulte. Si dedicò in prevalenza alla narrativa gotica. Oltre a Gomòria (1921), ricordiamo Leggende friulane (1924), I topi del cimitero (1924), tutti illustrati dall’autore, e Nirvana d’amore (1925). Scrisse anche testi di occultismo ed esoterismo di difficilissima reperibilità.

Gomòria è un fosco racconto di amore e stregoneria di Carlo H. De’ Medici, semisconosciuto scrittore friulano che ci ha lasciato bellissime storie gotiche (da lui stesso illustrate) tutte da riscoprire. “Romanzo magico” del 1921, Gomòria riprende le atmosfere cupe e diaboliche che pervadono classici come Frankenstein o Dracula: una parte della storia si svolge infatti nel diroccato castello della Malanotte, nei pressi di Grosseto, in una lugubre Maremma non ancora bonificata. E nel castello c’è una biblioteca piena di antichi libri di magia, esoterismo e alchimia, quasi tutti realmente esistenti tranne il peggiore di tutti, il Sathan dello stregone Cosimo Ruggeri, uno pseudobiblion come il Necronomicon di Lovecraft (ma inventato ben tre anni prima!) “legato con pelle di bimbo morto senza battesimo”.

Gomòria è un demone citato nell’antico Pseudomonarchia Dæmonum (1563):

Forte e possente duca del terzo inferno che appare sempre sotto il sembiante di una donna. Invocandolo nelle ore di sconforto e di miseria, risponde facilmente alla congiurazione, aiutando i disperati nella ricerca di tesori nascosti e insegnando la formula che fa vincere a tutti i giuochi.

Oltre che formule magiche, invocazioni, gatti neri sgozzati e sacrificati, Gomòria ha tantissmo del romanzo decadente. Chi ha amato Il ritratto di Dorian Gray vedrà nel protagonista l’incarnazione del dandy dell’età vittoriana. Gaetano Trevi è un aristocratico raffinato che ricerca il bello nella quotidianità. Si circonda di oggetti preziosi, rari e grotteschi per il puro piacere di poterli ammirare: il colore delle pareti, dei tappeti, i divani, le statue sono tutti lì per appagare i suoi sensi. De’ Medici riflette questa visione estetizzante del protagonista attraverso un lessico ricercato ed elegante.

Il salotto non aveva finestre, affinché nessuna luce estranea potesse turbare lo strano luccichio che inondava l’ambiente e accarezzava tutte le cose con dei riflessi cadaverici e freddi, rialzando il pallore dei marmi d’una ombreggiature di muschio.

Gaetano Trevi è un viveur, un tombeur de femmes che ha sostituito alla morale il culto della bellezza. Frequenta donne di ogni tipo purché soddisfino le sue morbose fantasie, ma il resto del tempo sta alla larga dalla gente comune che considera volgare, abietta, inutile.

La maggioranza degli esseri umani, non meritava, secondo Gaetano Trevi, nemmeno un attimo di attenzione. Per lui, tutti quegli animali parlanti che popolavano la terra erano creature d’ordine inferiore, bestie da soma, molto meno apprezzabili della macchina che opera e produce silenziosa, parca, docile e fedele, animata dal solo genio di chi la ideò.

Gomòria è intriso dello spleen baudelairiano. Gaetano Trevi è un uomo profondamente annoiato; il suo umore è spesso tetro e la passione che nutre per l’arte e i vizi più sfrenati e bizzarri altro non sono che la risposta al tedio esistenziale che lo opprime. È un uomo cinico ed egoista, chiuso nel suo sogno di eleganza, che disprezza tutto ciò che è borghese, mediocre e banale e che un giorno improvvisamente si troverà a condividere il suo castello con una zingarella povera, sporca e poco istruita. Ma Zimzerla è molto più di una sfortunata ragazzina cresciuta per strada e Gaetano Trevi farà presto i conti la sua indole diabolica.

Il libro contiene anche 6 illustrazioni gotiche (oltre alla copertina) dal gusto liberty della Belle Époque, realizzate dallo stesso De’ Medici.