Citazionista e davvero ben congegnato, l'ultimo romanzo del grande Stefano Di Marino, un autore che da sempre mastica la narrativa di genere, sbarca nelle librerie per sorprendere e ammaliare i propri lettori.

 

Il luogo in cui si svolge la maggior parte dell'azione è quanto di più originale e caratteristico possa offrire la provincia italiana: un albergo sul mare in un periodo di bassa stagione, in un'area – il litorale pontino – solitaria, plumbea e affascinante. È qui, come nella migliore tradizione che si rifà al capolavoro del giallo “Dieci piccoli indiani” di Agatha Christie, che un gruppo eterogeneo di persone si ritrova per trascorrere un weekend apparentemente di relax, con lo scopo rigenerarsi e lasciarsi alle spalle le fatiche e i dolori della vita quotidiana. Fra loro anche un poliziotto, Franco Belli, ferito a una gamba e celebre per aver fatto arrestare una serial killer spietata e sensuale di nome Moira Rachelli, uccisa qualche tempo prima dalla polizia durante un tentativo di fuga dal manicomio. È proprio la figura di questa assassina, ambigua e opprimente, a fare da collante tra le vite degli ospiti dell'albergo “Lungomare”: ognuno di loro, infatti, in passato ha avuto a che fare con lei e forse la loro presenza sul litorale pontino non è affatto casuale. Chi era veramente Moira Rachelli? E perché sembra essere tornata dall'aldilà per vendicarsi delle persone che frequentano l'albergo “Lungomare”?

 

Di Marino, nella costruzione del romanzo, gioca parecchio col lettore, realizzando un “mosaico” (dal titolo, appunto) ingannevole e fuorviante che trascina fino all'ultima pagina nella voglia di riposizionare tutte le tessere al posto giusto. L'obiettivo è pienamente raggiunto: la storia è appassionante, i personaggi ben delineati e l'ambientazione precisa e disturbante, con quel clima piovigginoso e tetro, e le spiagge solitarie e spazzate dal vento.

Molti sono i richiami al cinema di genere italiano (Argento, Lenzi, Fulci), incastonati però in una struttura british, disseminati da Stefano Di Marino nel romanzo “Mosaico a tessere di sangue”. Ciò non sorprende: si tratta pur sempre di un autore che da decenni è noto per le spy stories pubblicate con lo pseudonimo Stephen Gunn sulla collana “Segretissimo” o per i gialli e i thriller che hanno animato celebri collane editoriali, tra le quali anche quella de i Gialli Mondadori. Il mix tra il pulp, il gore, le dark ladies del noir americano, la provincialità delle ambientazioni, il tutto condito da ironia e sensualità, è proprio il marchio di fabbrica di uno scrittore capace di intrattenere e divertire con intelligenza e gusto. Consigliatissimo.