Merita davvero un plauso la Battle Cry Records per l'iniziativa di ristampare la parte migliore della discografia degli Stormwitch, forse poco noti al grande pubblico, ma tra i precursori, negli anni Ottanta, di quel power metal melodico oggi tanto di moda (e non è un caso che una band di grande successo come gli Hammerfall abbia loro reso omaggio reinterpretando il brano Ravenlord).

Nato nel 1981 intorno al cantante Andy Aldrian (vero nome Andy Muck) e ai chitarristi Lee Tarot e Stave Merchant, il quintetto tedesco sfornò, negli anni Ottanta, una serie di dischi basati su riff chitarristici alla Iron Maiden, su un sempre più accentuato senso melodico e su frequenti richiami - nelle copertine e nei testi- all'immaginario orrorifico in particolar modo letterario, conquistando l'ammirazione di una schiera di fedelissimi fans.

Nacquero così Walpurgis Nacht (1984, debut album ma con già un classico: Priest of Evil), Tales of Terror (1985, con l'omaggio a Poe di The Masque of the Red Death), Stronger Than Heaven (1986, contenente Jonathan's Diary, ispirata al Dracula di Stoker e lo strumentale Dorian Gray) e The Beauty and the Beast (1987, con la ballata medioevaleggiante Tears by the Firelight), dischi che valsero agli Stormwitch il titolo di Masters of Black Romantic (Metal).

Negli anni successivi, la band pubblicò una serie di albums dal valore alterno, tra i quali Eye of the Storm (1989) e War of the Wizards (1992, concept fantasy di stampo tolkieniano), per poi sciogliersi nel 1996 e ritornare sulla scena col solo Muck come membro originario e con i dischi Dance with the Witches (2002, col nuovo omaggio a Poe di The House of Usher) e Witchcraft (2004) che recuperano solo in parte lo stile di un tempo.

Di ottima qualità e arricchite da bonus tracks dal vivo e da libretti con foto e testi, le ristampe Battle Cry di Walpurgis Nacht, Tales of Terror e Stronger Than Heaven (cui si aggiungeranno a marzo quelle di The Beauty and the Beast e Eye Of the Storm) permetteranno di riscoprire una band che con sincera passione e qualche ingenuità (nei testi e nell'immagine) ha scritto la sua piccola parte di storia del metal e dell'horror.