Il numero 220 (tenete sempre a mente cifre come queste, nel bene e nel male) di Dylan Dog si apre in modo davvero interessante: una giovane e spigliata bionda che si veste come lui e come lui ha un(a) aiutante dalla battuta facile apre il suo ufficio di indagini del soprannaturale proprio nella stessa via.

Ecco il riassunto proposto dalla casa editrice:

Debbie Doyle, bella, ricca, intelligente ha deciso di rubare i clienti all'Indagatore dell'Incubo, a colpi di concorrenza sleale. Oltre ad avere aperto il suo ufficio proprio in Craven Road e ad avere come tariffa novanta sterline al giorno più le spese (dieci sterline in meno del salario richiesto da Dylan!), Debbie si avvale per le sue indagini degli ultimi ritrovati tecnologici. Per la prima volta, il nostro eroe si trova a fare i conti con un nemico molto più pericoloso di zombi, vampiri, lupi mannari e mostruosità assortite. Una rivale agguerrita e senza pietà, decisa a espropriarlo del suo territorio di caccia: l’Incubo!

Le premesse per un buon episodio ci sarebbero tutte e anche parte del proseguimento risulta intrigante, con una classica vicenda gotica a base di castelli scomparsi nel nulla e antichi guerrieri che tornano in (non) vita per compiere una vendetta, ma la sceneggiatura non riesce a reggere il peso di troppi input e imbroglia le carte in tavola arrivando con il fiatone a un finale davvero anticlimatico. Scarso è anche il lavoro psicologico sulle figure di Debbie Doyle e della sua aiutante, ridotte a pure macchiette.

Dylan Dog n. 220 Concorrenza sleale , mensile, Bonelli Editore, 2,40 euro

Soggetto e sceneggiatura: Pasquale Ruju

Disegni: Giampiero Casertano

Copertina: Angelo Stano

Se siete giunti a leggere fino a questo punto vorrei ora chiedervi alcune cose... HorrorMagazine è in procinto di cambiare pelle e sarebbe tragico evitare il confronto con i lettori. Le notizie che diamo ogni giorno nascono con lo scopo di fornirvi un servizio che si spera sia di qualche utilità, è quindi più che naturale cercare di perfezionarsi e "potare" i rami meno produttivi. Vi chiedo quindi un feedback, qualche parola sul forum: vi interessa leggere una volta al mese di quello che accade in casa Bonelli? Pensate che Dylan Dog, Dampyr e altre occasionali uscite della casa di via Buonarroti facciano parte di una possibile "scena horror-weird" oppure non sopportate più il concetto di fumetto popolare così come è stato portato avanti dall'editore milanese? Fateci sapere, siamo al vostro servizio.