Quando qualche giorno fa un caro amico mi ha inviato tramite facebook il link di un nuovo progetto distribuito in gennaio dalla Metal Blade, sono rimasta in principio freddina. Il pezzo non aveva niente di speciale e non capivo l’entusiasmo del mio amico con cui solitamente condivido gusti e pareri. Tutto all’interno del brano sapeva di risentito, ma qualcosa mi spingeva a riascoltarlo per capire esattamente cosa. La conclusione è che difficilmente quel che c’è di abusato si trova tutto insieme in un unico brano, oltretutto in modo omogeneo. Potrebbe trattarsi dei Duran Duran che cantano un pezzo dei Dimmu Borgir, così come dei Megadeth che coverizzano i Blue Öyster Cult, ma anche dei Black Sabbath che si incontrano con i Mercyful Fate e, perché no, con l’AOR o la NWOBH.

 

Il progetto è denominato Ghost (tutti i membri suonano incappucciati e i nomi non sono noti) e l’album, uscito lo scorso ottobre per la londinese Rise Above di Lee Dorrian (Napalm Death/Cathedral), Opus Eponymous. La band è data di provenienza svedese, così come scandinavi appaiono i nomi dei tecnici che hanno collaborato alla realizzazione del disco, ma il suono e la composizione sono tipicamente british. Tutto è presentato sin dal sito della Rise (www.riseaboverecords.com/artists/riseabove/ghost) in maniera faraonica e misteriosa (i sei oscuri ghoul che si nascondono sotto i cappucci pare abbiano scelto il rock per insidiare nelle menti degli ascoltatori il loro messaggio satanico attraverso ritornelli irresistibili) e chi ha superato l’età dell’adolescenza si lascerà strappare un sorriso. Del resto, da noi in Italia questo escamotage è stato sfruttato per anni dai Death SS e questi (presunti) svedesi si trovano dal nostro punto di vista molto indietro con i tempi.

Questa associazione e alcuni refrain in italiano, mi hanno fatto sfrecciare un sospetto da un orecchio a un altro per un millesimo di secondo, quando mi sono ricordata che nel 1995 Lee Dorrian – che qualcuno spergiura sia dietro al progetto in persona – ha collaborato con Paul Chain per l’album Alkahest. Ho provato a chiedere informazioni a Steve Sylvester, Thomas Hand Chaste e Lilith (la storica “suora” che adesso vive a Londra), ma nessuno di loro ne sapeva niente. La faccenda ha iniziato a incuriosirmi sempre più quando non ho ottenuto risposte alla richiesta di materiale promozionale per il magazine. Pasi Koivu del fan club dei Black Widow mi ha rivelato che notoriamente la Rise non risponde, così mi sono rivolta direttamente a Clive Jones, il quale mi ha raccontato di essere entrato in contatto con loro nel periodo in cui i Black Widow cercavano un’etichetta per il nuovo album (a proposito, l’uscita è stata rimandata, ma ci saranno presto news perché la band ha creato una propria etichetta: Smack per il pop e Abingdonia Music per il rock, di cui il nuovo dei BW sarà la primissima uscita), ma che non è stato conseguito l’effetto desiderato.

Come se non bastasse, il tour europeo previsto per la primavera è stato annullato circa due settimane fa per cause non meglio specificate.

Le ultime voci danno i Ghost come il nuovo progetto di Mary Goore/Tobias Forge, frontman degli svedesi Repugnant e Subvision, ma niente al momento è stato confermato. Difficile con i Repugnant raffrontare impostazione pop e growl per riconoscre un timbro, e in riferimento ai Subvision il richiamo è molto vago...

 

Che dire? Chiedo venia se sarò la causa di qualche trip e fissazione, ma il dovere di cronaca mi obbligava a raccontarvelo. Vi lascio la clip promozionale della Metal Blade, ma... siete avvisati.