Ne abbiamo sentito parlare raramente, e quasi sempre in news brevi, poco approfondite, come se si trattasse di "colore locale" dal far-east. Stiamo parlando della piramide di Yonaguni, struttura sottomarina che infiamma l'immaginazione di ricercatori, studiosi di misteri e, soprattutto, fanatici di letteratura horror.

La Piramide, che si trova a oltre 25 metri di profondità al largo dell'isola giapponese di Yonaguni, ha un aspetto che lascia a bocca aperta anche lo scettico più oltranzista. Lunga più di 200 metri e alta oltre 30, sprofondata in mare a causa - probabilmente - di un terremoto, appare come un complesso di gradini immensi, angoli aguzzi, strutture che verrebbe quasi voglia di definire non-euclidee. Scoperta solo recentemente, nel 1985, sembrerebbe risalire a un'epoca straordinariamente remota per il tipo di costruzione, ovvero tra gli 8.000 e i 10.000 anni fa.

Non si tratta di una "bufala", questo è certo. La struttura esiste ed è diventata la meta di appassionati di foto subacquea e, naturalmente, ricercatori e scienziati. Come esiste un'acceso dibattito tra gli stessi ricercatori e scienziati, persino in conflitto tra loro, e studiosi di dottrine più o meno occulte, che guardano alla piramide, o presunta tale, come ai resti di Atlantide o Mu.

Al Sunday Times Masaki Kimura, il geologo dell'università Ryukyu di Okinawa che per primo s'è interessato alla strabiliante scoperta, ha negato che possa trattarsi di una struttura "naturale"; come lui la pensa Robert Schoch, geologo all'università di Boston: "scavati nella roccia ci sono tanti gradini alti un metro. E' impossibile che un'opera simile sia dovuta all'erosione dell'acqua e, tanto meno, ad assestamenti di rocce". Un altro geologo, il tedesco Wolf Wishmann, sostiene che a Yonaguni non c'è "nulla che abbia a che fare con l'uomo", intendendo così dire, naturalmente, che si tratterebbe di una struttura generata al caso. Sembra, quindi, che la scienza ufficiale, messa di fronte alla singolarità della piramide, prenda in considerazione solo due ipotesi: che si tratti di un'opera dell'uomo, oppure di una "casualità geologica" rara ma assolutamente natuale.

Evidentemente gli scienziati non hanno mai letto i racconti di H.P. Lovecraft.

Superfici troppo grandi per appartenere a qualunque oggetto terrestre e detestabili per le immagini e i geroglifici di cui sono coperte [...] Johansen e i suoi uomini sbarcorono sulla riva fangosa che si stendeva davanti all'acropoli d'incubo e si arrampicarono sui blocchi titanici e scivolosi che certo non erano una scala fatta per i mortali...

Così Lovecraft descrive R'Lyeh, la tomba-dimora dei Grandi Antichi ne Il richiamo di Cthulhu, il famoso racconto del 1926. A guardare le fotografie che mostrano la piramide (che potete vedere qui e qui) infatti, è impossibile trattenere un brivido. La loro forma e la loro dimensione sembrano davvero progettate per l'anatomia di qualche divinità dormiente. Il ritrovamento di arnesi da lavoro e tavolette di pietra con incisioni indecifrate, e di un rilievo a forma di tartaruga, sembrerebbero dare ragione a chi guarda a Yonaguni come a una struttura artificiale: ma il fatto che in epoca tanto remota gli uomini possedessero le conoscenze tecniche per realizzarla, sembra rimettere in discussione molte "convinzioni" antropologiche. Come non pensare, quindi, ad architetti non-umani (la frase di Wolf Wishmann può essere letta così)? Come non immaginare un dio tentacolare che attende, immortale, il momento in cui le "stelle saranno nella giusta posizione"?

A dover scegliere se stare dalla parte degli scienziati o di chi crede in Atlantide e Mu, l'appassionato di letteratura weird dispone di una terza opzione: quella dello stupore e dell'incanto.

Se davvero, come sostengono alcuni, si trattasse di una struttura naturale, questo non farebbe che dimostrare una volta ancora - nemmeno ce ne fosse bisogno - come la "fantasia" della natura riesca puntualmente a superare quella umana (o nel caso di Lovecraft, almeno a eguagliarla).

Se, come dicono altri, si trattasse davvero di una struttura artificiale, ciò che dovremmo domandarci, magari con una certa apprensione, non è chi o cosa l'ha costruita ma cosa potrebbe contenere? Chissà se la risposta, tra qualche tempo, non la vedremo in diretta tv, nell'edizione straordinaria di un notiziario a reti unificate che documenta in diretta la distruzione di Tokio da parte di una creatura delle dimensioni di Godzilla...