Il solito look, con una trama priva di appeal, dopato dal 3D e una grafica digitale veramente poco ispirata: neanche le controparti umane spiccano per espressività, pescate con un po’ di furbizia dal mazzo dei teen-drama televisivi. Un repertorio di spaventi e scene d’azione da minimo sindacale. E la verosimiglianza con il reale è da dimenticare: tra passeggiate nelle fogne e combattimenti acquatici, il trucco della Jovovich e i capelli della Larter rimangono sempre intatti.

La fine del terzo episodio della serie, Resident Evil: Extinction, prometteva bene e i presupposti per un seguito entusiasmante ci stavano tutti. Ma Resident Evil: Afterlife non mantiene. Così quest’ultimo capitolo, scritto e diretto da Paul W.S. Anderson (Mortal Kombat 1995, Resident Evil 2002, Alien vs. Predator 2004), tradisce le aspettative.

Alice, un’instancabile Jovovich, è ora a Tokyo, sempre alle calcagna della Umbrella Corporation, sulle tracce dei Virus T. Il presidente della malefica organizzazione Albert Wesker, interpretato da Shawn Roberts (il fidanzato di Rogue nel film X-Men), continua le sue ricerche, ignaro. È quasi fatta: la Jovovich e i suoi numerosi cloni si fanno strada tra le guardie dell’Umbrella, ma Wesker riesce ad accorgersene in tempo, raggiunge il suo elicottero, fa saltare in aria la base, con dirigenti, cloni e compagnia bella. Caso vuole che la vera Alice riesca a scamparla. Colpo di scena: è anche lei sull’elicottero, Wesker ha i minuti contati. Altro colpo di scena: il nemico riesce a sorprenderla iniettandole l'antidoto del Virus T che le forniva tutti i poteri. Poco dopo il jet si schianta; Alice, ormai normale essere umano, riesce a sopravvivere. E sei mesi dopo eccola di nuovo in azione, questa volta diretta in Alaska, alla ricerca di Arcadia, una fantomatica città dove dovrebbero trovarsi dei sopravvissuti all’epidemia di zombie, ormai dilagata in tutto il mondo.

Il regista Paul W.S. Anderson, dopo aver diretto con successo il primo episodio della serie Resident Evil (2002), e dopo aver prodotto Resident Evil: Apocalypse (2004) e Resident Evil: Extinction (2004), ci riprova con Afterlife, questa volta però senza ben sapere cosa dire e sperando ingenuamente che un inferno di mostri, effetti speciali, spaventi e scene d’azione possa comunque garantire un buon titolo.

Anche il personaggio di Claire Redfield (interpretata da Ali Larter, nel cast dei primi due episodi di Final Destination), fuggita assieme ad altri compagni nell’episodio precedente, manca di spessore e sembra catapultata nel plot un po’ per caso; mentre Wentworth Miller, alias Chris Redfield, il fratello di Claire, sembra recitare ancora la parte di Michael Scofield, personaggio che lo ha reso celebre grazie alla serie telvisiva Prison Break.

Tokyo, Alaska e infine Los Angeles. Il giro del mondo per scoprire che Arcadia non è una città, ma una nave, proprio lì, ancorata nel porto della città più popolata della California. Intanto i non-morti continuano a banchettare. A lottare rimangono solo Alice, Claire e Chris che si dirigono verso la nave per salvare i superstiti. Ma Arcadia è solo un’altra trappola dell’Umbrella per attirare i sopravvissuti e utilizzarli per nuovi esperimenti. E Wesker è ancora vivo, e i tre protagonisti ce la faranno ancora? Ma poi sarà tutto finito?

A questo punto è normale che lo spettatore resti interdetto. Inquadrature da giostra e sound design da Playstation non servono a soddisfare neppure gli amanti del genere. La tecnologia 3D rimane poco sfruttata (unica eccezione: la pioggia sulla folla di Tokyo). L’abusato effetto rallenty è alla lunga snervante e Matrix è profanato. Oltre ai contenuti che risultano senza spina dorsale, sono deludenti anche i momenti di tensione, insufficienti a provocare emozioni. Un tripudio di fuochi artificiali. Alla fine quasi dispiace l’assenza di familiarità con il videogame, aspetto che invece negli episodi precedenti risultava un punto di forza.

Tutto occhi, poco cuore e niente cervello. Un piatto mal condito, forse ormai troppo cotto, che rimane indigesto. E intanto i fan sperano in nuove ricette.