The Dolphin Hotel invites you to stay in any of its stunning rooms. Except one.

E’ l’epigrafe riepilogativa del quarto lavoro cinematografico di Mikael Hafström.

Il regista svedese, dopo aver diretto Clive Owen e Jennifer Aniston in Derailed, assortisce una nuova e promettente coppia.

In 1408, trasposizione cinematografica dell’omonimo racconto di Stephen King, incluso nella raccolta Tutto è fatidico, John Cusack veste i panni di Mike Enslin, lo scrittore sconsiderato che non crede a niente e con troppa convinzione, mentre Samuel L. Jackson interpreta Mr. Olin, il magnetico e misterioso direttore del Dolphin.

Il racconto di King non è solamente una storia su una semplice camera, ma disegna un mistero vincolato alla triscaidecafobia: al tredicesimo piano del Dolphin Hotel di New York, nella stanza 1408 (1+4+0+8=13), sono avvenuti tredici suicidi e Mike, realista quanto scettico, è intenzionato a scriverne un libro.

Il film, al debutto nelle sale il 9 novembre, dovrà confrontarsi anche con il giudizio degli appassionati dello scrittore statunitense, i quali presteranno senza dubbio particolare attenzione all’interpretazione di Hafström.

E’ viva quindi la curiosità di vedere come il quarantasettenne regista sfrutterà gli spazi suggeriti da King nel suo racconto e se il film risponderà alle spontanee domande stimolate dalla lettura.