Arriva un altro remake di cui avremmo fatto volentieri a meno. Il classico da cineteca Quien puede matar a un niño? (In Italia Ma come si può uccidere un bambino? - 1976) di Narciso Ibañez Serrador subirà un lifting dopo l'interessamento della Filmax.

Il nuovo film sarà diretto da David Alcalde e potrebbe essere interpretato da Diego Luna (Vampires: Los Muertos), il quale sembra interessato al ruolo di protagonista. Il regista è invece al suo esordio cinematografico, dopo aver girato il corto Dr Curry (prodotto da Nacho Cerdà). Alcalde inizierà le riprese a marzo, e avrà a disposizione un budget di 4 milioni di dollari.

Al regista spetta il gravoso compito di girare film che possa reggere il confronto con il suo predecessore. La pellicola del 1976 è un classico la cui versione integrale è tuttora introvabile negli USA: siamo di fronte al titolo controverso e maledetto per eccellenza, uno di quegli horror fondamentali degli anni '70 circondati da un alone di leggenda.

Il film di Serrador ci narrava la vacanza aghiacciante di una coppia straniera (Lewis Fiander e Prunella Ransome) su un'isoletta al largo delle coste spagnole. Dopo aver scoperto che i bambini del luogo avevano massacrato tutti gli adulti per chissà quale capriccio, per i due iniziava un orrendo incubo. Ma come scampare alla furia dei bambini senza essere costretti a ucciderli? E soprattutto: chi mai avrebbe il coraggio di farlo?

Interrogativi che sconvolgono per il tema trattato e sequenze che lasciano impietriti per il modo con cui viene rappresentata la violenza: mentre uccidono, i piccoli assassini sembrano piuttosto giocare con le loro vittime.

Al tempo Serrador seppe trattare con abilità un soggetto quasi tabù. Quien puede matar a un niño diventò un cult, una pellicola unica nel suo genere, e che avrebbe dovuto restare tale.

Ma i cinefili e gli horror-geeks devono ormai rassegnarsi: il destino dei propri film preferiti è di essere trasformati, prima o poi, in remake. La pratica di dare nuovo lustro (e un nuovo cast) ai classici del cinema di genere non sarebbe di per sé negativa. Tuttavia, la percentuale di risultati fallimentari in questo genere di operazioni è tanto alta da non lasciar mai presagire nulla di buono.

Un cattivo presentimento che spesso diventa certezza, in particolar modo quando vengono prodotti i rifacimenti dei classici. Basta pensare all'ultimo Wickerman di Neil LaBute, stroncato dalle critiche e ignorato dal pubblico. Una storia che si ripeterà anche nel caso di questo film? Speriamo di no.