Dracula di Lucy D. è un omaggio ai personaggi di Bram Stoker ambientato nell'Italia di provincia. Protagonista del libro è Lucy, una singolare biologa che ama ballare e che ha una perenne sete di sangue umano.

Per scoprire l'origine di un personaggio così singolare, Horror Magazine ha incontrato l'Autrice in carne e ossa (e zanne). Pino Cottogni ha scoperto l'identità segreta della scrittrice, l'ha scovata alla Fiera del Libro di Torino e l'ha intervistata per voi.

Può dirci “chi è” Lucy D (rispettando ovviamente il suo anonimato). Dove è nata, studi fatti, dove vive.

Sono nata a Cagliari, dove vivo. Ho una laurea in lingue e letterature straniere.

Abbiamo letto che lavora come “formatrice”. Cioè?

Sono un’insegnante d’inglese. Nella formazione professionale, ambito nel quale svolgo la maggior parte del lavoro, i docenti vengono chiamati “formatori”.

Perchè per i suoi romanzi ha scelto uno pseudonimo e perchè Lucy D. (nome anche della protagonista di Dracula)

Il primo romanzo è stato pubblicato sotto pseudonimo per diversi motivi, tra cui spicca la mia volontà di stare a guardare mentre i miei concittadini (e non solo loro) scommettevano su chi potesse essere l’autrice di un romanzo come Pornosnob, così abile a stimolare la pruderie dei lettori.

Per Dracula il discorso è più complesso. Lo pseudonimo coincide con il nome della protagonista perché questo è il Dracula di Lucy D. È la storia di un vampiro raccontata esclusivamente dal punto di vista del vampiro. Chi ha letto il Dracula di Stoker sa che il romanzo va avanti sommando il punto di vista dei personaggi principali (il diario di Mina, le lettere di Jonathan, le registrazioni del dott. Seward ecc.). L’unico personaggio di cui non è mai riportato il punto di vista è proprio Dracula. In questo modo il lettore non può conoscere quale sia la sua storia, quale l’origine del suo male: è questo il territorio esplorato nel mio romanzo. Con i dovuti arrangiamenti: ho inventato una protagonista femminile e trasportato il background ai giorni nostri.

Quali sono i suoi hobby, il passatempo preferito, cosa le piace leggere? E quali sono i suoi autori preferiti?

Adoro il cinema e tutta la musica, purché non sia commerciale. Non ho passatempi veri e propri perché mi capita raramente di avere del tempo da ammazzare. Sempre che abbia senso parlare di “autori preferiti” posso nominare molti americani, tra cui Ellis, Franzen, Stephanides, Cooper, Palahniuk. Tra gli italiani, Grazia Verasani e Francesco Abate. Tra i mostri sacri, Pasolini, Dostojevski, Nabokov. Uno su tutti: Shakespeare.

Che carattere ha Lucy D. nella vita reale.

Sono lunatica, ed estremamente volubile. Anzi, no…

Come è organizzata la sua giornata di lavoro (inteso lo scrivere)?

Lavoro molto bene la mattina, appena sveglia. Essere una lavoratrice flessibile ha i suoi vantaggi, almeno nel mio caso. Molte mattine non ho lezione e ciò mi permette di lavorare quando sono al massimo della produttività. Inoltre, vanto annualmente almeno due mesi di disoccupazione estiva durante i quali posso dedicarmi a tempo pieno alla scrittura.

Quando ha scoperto, se scoperta c’è stata, che voleva diventare scrittrice; quando ha iniziato e su quali argomenti,

Più che una rivelazione vera e propria, la mia è stata una graduale maturazione. Il punto di svolta è stato il primo romanzo, che ho scritto quasi per caso e indubbiamente per gioco. Giorno dopo giorno resocontavo dentro un blog le giornate di un personaggio immaginario, mio alter ego. Le descrizioni minuziose e spietate di persone o situazioni talvolta scabrose attirarono un’enorme folla delirante divisa esattamente a metà tra detrattori e adulatori. Scoprirmi capace di provocare una tale reazione in chi mi leggeva mi ha dato una marcia in più, mi ha fatto capire che potevo osare.

Quale è stato il percorso che ha affrontato prima di veder pubblicato un suo romanzo. Ha ricevuto molti rifiuti?

In realtà è stato piuttosto semplice. Il materiale del romanzo era on line, su di un blog accessibile a tutti. L’editore lo ha letto e ne è rimasto incantato. Quando è arrivata la proposta editoriale di Barbera (via e-mail) avevo terminato da poco di preparare un manoscritto in cui il materiale era stato rielaborato e riadattato per la carta stampata. Tempo due settimane e firmavo il contratto.

In merito a quanto detto (dirà) che consiglio può dare agli scrittori esordienti? Partecipare ai concorsi? Affidarsi a un agente investendo una somma di denaro? Cosa fare?

Prima di tutto trovare un lettore esigente che si prenda l’impegno di leggere il manoscritto con cura e soprattutto assuma la responsabilità di dire davvero cosa ne pensa. Credo che siano molto pochi i lavori che non vengono pubblicati soltanto perché l’autore è un genio incompreso: la verità è che buona parte dei manoscritti non valgono niente.

Poi rivolgersi a case editrici magari non di punta, ma che lavorano seriamente. E categoricamente rifiutarsi di pagare pur di veder pubblicato il proprio lavoro.

Pensa che in Italia si possa vivere solo scrivendo

Certo che si può, è comunque una prerogativa riservata a pochissimi. Per quanto mi riguarda, è una cosa che neppure mi interessa: insegnare mi gratifica quanto scrivere.

Quali sono stati gli stimoli (letture/film o altro) che le hanno suggerito l’argomento del suo ultimo romanzo “Dracula”

Sono partita da Bram Stoker. I nomi dei personaggi principali e di alcuni luoghi sono tratti dal suo Dracula. Anche la coppia Miriam e John è tratta da una storia di vampiri: il film “The Hunger”, in italiano “Miriam si sveglia a mezzanotte” e Selene è tratta dal più recente “Underworld”. Per quanto riguarda la costruzione della colonna sonora, ho semplicemente attinto alla mia cultura personale, non ho dovuto compiere nessun tipo di ricerca in merito. Sono cresciuta nutrendomi della musica che cito nel romanzo, dai Nine Inch Nails, ai Cure, ai Bauhaus, agli Smashing Pumpkins.

Pensando al suo precedente romanzo “Pornosnob Diaro di un’anti Bridget Jones” (sempre edito da Barbera), perchè questo cambio di rotta e passare al genere Horror?

Il mio obiettivo, sia nel primo libro che nel secondo, è di descrivere la realtà, o meglio un pezzo di realtà. La scelta del genere è abbastanza casuale. Non lavoro decidendo il genere e poi pensando alla storia. Prima penso la storia, e la scrivo. Solo alla fine mi rendo conto che il romanzo può essere inserito in un genere piuttosto che in un altro.

La protagonista di “Dracula” (Lucy) secondo lei che carattere ha? Riflette per caso il suo?

No, affatto. Lucy è convinta di essere al di sopra del bene e del male, pensa che le leggi umane non abbiano senso e ha deciso di rispondere esclusivamente a quelle biologiche, fatte di desideri, di stimoli e di soddisfazione dei medesimi. A questo scopo usa senza scrupoli chiunque le capiti a tiro, purché sia utile a soddisfare stimoli sessuali, o per placare la sete di sangue.

C’è solo una persona in grado di smuoverla da questo vuoto etico e sentimentale, ed è Arthur. È grazie a lui che Lucy si mette in discussione…

Ha una conoscenza diretta del lavoro svolto dalla protagonista oppure si è documentata?

Il mio migliore amico fa il biologo. Nei tre anni precedenti alla laurea si è occupato esattamente di ciò di cui si occupa Lucy. Spesso mi raccontava cosa faceva e qualche volta mi ha portato nei laboratori. Ho potuto vedere e seguire personalmente come funziona il lavoro di un biologo sperimentale.

La città dove vive la protagonista (Cagliari) è anche la sua città, perchè questa scelta?

Credo sia importante parlare dei luoghi che si conoscono. Se la prosa ha un certo respiro la storia non trova difficoltà a divenire universale.

Non le sembra che i rapporti tra la protagonista ed i vari amici che frequenta siano improntati ad una certa superficialità? Sono questi i rapporti dei giovani di oggi?

Nel romanzo non viene specificata l’età di nessun personaggio, ma dai lavori che fanno e dal loro tenore di vita si deduce che abbiano sui trenta, trentacinque anni. Certo non sono anziani, ma mi sembra imprudente e riduttivo definirli “giovani”. Credo che i rapporti tra adulti, più che quelli tra giovani, siano caratterizzati da superficialità e talvolta da ipocrisia.

Che rapporto ha con l’horror in generale? Con continuità vede film e legge romanzi del genere oppure questo romanzo è stato una semplice escursione?

I film horror mi piacciono molto, anche se il fatto che il genere sia piuttosto in voga ultimamente fa sì che molti film non siano all’altezza delle aspettative. Ma è un rischio che di solito amo correre. Per quanto riguarda la letteratura, devo ammettere che la discriminante nella scelta di cosa leggere è lo stile, non il genere. Se un libro mi incuriosisce, leggo la prima mezza pagina e capisco subito se mi interessa andare avanti oppure no.

Dracula di Lucy D. (2005), Barbera Editore, collana Radio Londra, pag. 234, euro 16,50.