Non avevamo nessun dubbio sull'esistenza del mostro di Loch Ness. Adesso che ci hanno svelato l'identità della creatura, ne abbiamo ancor meno. Perché Nessie esiste: non è il plesiosauro che tutti sognavamo, bensì un simpatico elefante.

Neil Clark, paleontologo all'Università di Glasgow, ha studiato il caso del mostro di Loch Ness per due anni. Le sue indagini si sono concentrate sulla foto del 1933, la prima e la più famosa presunta prova.

La conclusione è che la foto è autentica, ma che rappresenta un elefante indiano mentre nuota. Questi animali sono ottimi nuotatori, e quando guadano un fiume fanno spuntare la proboscide dall'acqua, come lo snorkel di un sottomarino. Le due gobbe immortalate che increspano l'acqua non sarebbero altro che la testa e il posteriore del pachiderma.

A questo punto ci dovrebbe domandare cosa ci faceva un elefante nel cuore della Scozia. L'animale apparteneva a un circo, ovviamente. I proprietari dei circhi che facevano tappa a Inverness, negli anni '30, avevano l'abitudine di far abbeverare gli animali nelle acque del lago. Agli elefanti era anche permesso di rinfrescarsi con una nuotata.

Ma Clark ipotizza che la foto sia anche una intelligente pubblicità. Bertam Mills, proprietario del circo Olympia di Londra, offrì 20.000 sterline a chi gli avesse portato il mostro. L'annuncio fu dato nel 1933, nel pieno del clamore suscitato dalla famosa foto. C'è il sospetto che chi fotografò Nessie sapeva benissimo di immortalare un elefante. Un esempio di marketing virale ante litteram, tanto efficace da far moltiplicare gli avvistamenti e i testimoni. Tutto avvenne dopo il 1933: prima di quella data erano in pochi a giurare di aver visto Nessie.

Per Neil Clark il mostro non sarebbe che "un prodotto del ventesimo secolo".