Si conclude con il terzo volume intitolato I demoni del mare il progetto di Edizioni Hypnos che presenta al pubblico italiano tutti i racconti di ambientazione marina di William Hope Hodgson.

La cura dei tre volumi è di Pietro Guarriello, uno de maggiori esperti di fantastico in Italia, che introduce con passione e competenza ogni racconto. Guarriello firma inoltre l’interessante postfazione in cui analizza Naufragio nell’’ignoto e I pirati fantasma, i due romanzi sempre attinenti agli orrori provenienti dal mare.

Ho trovato molto interessante e calzante il paragone di Guarriello che accosta gli “uomini-alga” evocati da Hodgson in Naufragio nell’’ignoto alle creature marine di L’ombra su Innsmouth di H.P. Lovecraft.

Il livello delle storie qui presenti è alterno: a racconti splendidi e ricchi di una forte immaginazione ne corrispondono altri che, pur non essendo disprezzabili, sono meno significativi all’interno del “corpus” della sua opera.

Lo stesso vale per lo stile che non sempre si mantiene su livelli alti e alle volte risulta addirittura sciatto.

La voce nell’alba è senza dubbio un capolavoro. La vicenda è ambientata nel Mar dei Sargassi e va a completare i cosiddetti “Racconti del Mar dei Sargassi” in cui il nostro era un maestro (lo conosceva per esperienza personale). L’avvistamento di un’isola formata dalle alghe e la sua conseguente perlustrazione rivelano qualcosa di straordinario. Il senso di mistero soprannaturale è notevole e Hodgson è al suo meglio nel descrivere, così come sottolineava H.P. Lovecraft in L’orrore soprannaturale in letteratura, "la vicinanza di forze innominabili e di mostruose entità incombenti". 

Fra i racconti che mi hanno colpito anche I demoni del mare, in cui un’orda di mostri metamorfizzata – frutto forse dell’incrocio blasfemo di diverse razze animali – emerge dagli abissi marini e Gli abitanti di Middle Islet che riprende a suo modo la leggenda della Mary Celeste, la nave trovata alla deriva nello Stretto di Gibilterra nel 1872. Anche qui troviamo descritte delle creature mostruose ibride, appartenenti a una razza sconosciuta.

Il marinaio selvaggio, pur non essendo in apparenza una storia soprannaturale, ha un indubbio fascino nel delineare la figura di un marinaio definito dagli altri membri dell’equipaggio come un “Giona", termine che fa riferimento a una leggenda di derivazione biblica. Il senso di tristezza cosmica generato dalla note del suo violino evoca antichi misteri sepolti negli abissi marini ed è qualcosa di realmente poetico. Uno squarcio nella notte ha dei buoni spunti onirici mentre La maledizione della Lady Shannon è una sorta di ghost story non dissimile dal filone del Carnacki.

Anche se preferisco il William Hope Hodgson dei romanzi, in cui la sua potente carica immaginativa trova pieno compimento, è innegabile che anche in alcuni racconti possiamo trovare la sua vena aurea.