Go Nagai è sicuramente uno dei mangaka più famosi al mondo. A lui, infatti, si devono buona parte dei robottoni che hanno invaso gli schermi televisivi tra la fine degli anni '70 e i primi '80; molti di noi ricorderanno sempre con affetto i tempi in cui si facevano follie per non perdere l’ultima puntata del Grande Mazinga o di Jeeg Robot d’Acciaio alla TV.

Ma Go Nagai, in realtà, è autore poliedrico; la sua carriera nel mondo del manga inizia nel 1967: debutta come autore comico. Il successo non tarda ad arrivare e già nel 1968, con il suo Harenchi Gakuen (Scuola Senza Pudore), permette alla rivista Shonen Magazine di scalare le classifiche di vendita nipponiche.

Nel 1971 si ha la sua escursione nell’horror: per l’editrice Kodansha, realizza Mao Dante, un’opera che sconvolge totalmente la concezione di Dio e Diavolo, ma che è costretto a lasciare incompleta a causa della chiusura della rivista che la ospitava.

Ed ecco che, nel 1972, Nagai dà vita al suo indiscusso capolavoro: DevilMan, in cui il Maestro riprende molte delle tematiche già trattate in Mao Dante ma in chiave, si può dire, più “supereroistica”.

La storia narra le vicende di Akira Fudo, un liceale che viene coinvolto dal suo amico di infanzia Ryo Asuka in una disperata lotta per la salvezza del genere umano. I demoni, dopo milioni di anni di ibernazione, si sono risvegliati e intendono riprendersi con la forza ciò che, di diritto, a loro appartiene: la Terra, ora invasa e rovinata dall’ignobile razza degli esseri umani. Ryo vede un’unica possibilità di salvezza per l’umanità: egli e Akira dovranno fondersi a loro volta con dei demoni, così da divenire dei devilmen, gli unici esseri in grado di contrastare il sopraggiungere della minaccia portata dagli originari abitatori del pianeta.

L’opera, però, cambia presto tinte, abbandonando il “supereroistico” e divenendo, tra l’altro, uno spietato mezzo di critica sociale. Non sono forse uomini come Rainuma estremamente peggiori degli stessi demoni? Uomini pronti a scannarsi l’un l’altro, dando il via a una vera e propria caccia alle streghe, tentando di eliminare ogni singolo individuo che possa sembrare diverso, che non si allinei agli altri eche non faccia ciò che gli viene imposto?

Il manga sfocia poi in un finale apocalittico nel quale l’autore non vede un minimo barlume di speranza, in un mondo dove la razza umana si è estinta, non a causa dei demoni, ma per colpe proprie.

La d/visual ha realizzato un'imponente operazione editoriale, proponendoci uno dei più grandi capolavori del fumetto mondiale in un’edizione più che degna a un prezzo assolutamente abbordabile: 4,90 euro a volume, per cinque uscite totali. Attendiamo ansiosi Amon – The Darkside of The Devilman (serie ancora inedita in Italia che narra le vicende accadute nei vent’anni trascorsi prima dello scontro finale tra demoni e devilmen) e tutte le altre uscite che questa casa avrà da proporci.

Il tratto usato da Nagai per l’opera è quanto di più azzeccato ci possa essere: sporco, grottesco (come gli stessi demoni), che qualche volta sfocia addirittura nel caricaturale, a dir poco straordinario. Nagai, oltretutto, non ci/si risparmia niente, con abbondanti dosi di violenza: assistiamo quindi a decapitazioni, squartamenti, donne divise a metà… sconsigliato agli stomaci deboli…

E che dire, infine, di questa “definitive edition”? Beh, quanto di meglio si possa chiedere: sovraccopertina metallizzata, carta di qualità, nuove traduzioni… unico neo, forse, le onomatopee non tradotte, che, a parere di molti, rovinano un po’ l’opera ma che al sottoscritto, sinceramente, non dispiacciono.