Il regista più censurato della storia e il disegnatore che ha fatto la storia della censura in Europa insieme in un unico volume.

A novembre arriva infatti la sceneggiatura inedita del sequel di Cannibal Holocaust, illustrata per l’occasione da Miguel Ángel Martín e raccolta in uno splendido volume interamente a colori.

Il film ha fatto la storia del cinema splatter e ha generato negli anni una miriade di pellicole che si sono ispirate o che hanno semplicemente omaggiato il lavoro controverso del regista Ruggero Deodato. Ne è un esempio il recente The Green Inferno del regista Eli Roth, dichiaratosi grande fan di Deodato.

La genesi del volume 

Nicola Pesce e Ruggero Deodato sono cari amici da moltissimi anni, ma solo di recente, durante una chiacchierata mentre erano a cena, il nostro editore aveva scoperto l'esistenza di una "antica" sceneggiatura per il seguito di Cannibal Holocaust.

Ripresosi dallo shock, ha subito acquisito i diritti dell'opera e ha contattato Miguel Ángel Martín per farne una versione illustrata, unendo così il più censurato regista con l'autore di fumetti più censurato della storia.

Il film 

Cannibal Holocaust raccontava la storia di quattro giovani telereporter americani che si avventurano nella remota foresta dell'Amazzonia per girare un documentario sulle tribù indigene. A finanziarli è una stazione televisiva di New York. Sono passati alcuni mesi dalla partenza, ma i quattro sembrano scomparsi. Il professor Harold Monroe, antropologo, viene allora incaricato di mettersi sulle tracce dei reporter. Accompagnato da una guida locale, il docente si spinge anche lui nella foresta amazzonica. Le insidie sono a ogni angolo, tra belve feroci e indigeni dediti al cannibalismo. È in mezzo a questo inferno in Terra che l'antropologo troverà le pellicole girate dai reporter, scoprendo così il motivo della loro tragica scomparsa.

Per chi non conoscesse la storia che sta dietro alla pellicola, il 12 marzo 1980, a seguito della denuncia di un cittadino, il film fu sequestrato su tutto il territorio nazionale poco dopo la sua uscita, sulla base di una vecchia legge fascista contro la tortura delle cavie. La pellicola venne accusata di essere «opera contraria al buon costume e alla morale».

Lo stesso regista svelò che, poco prima che il film venisse ritirato dalle sale e censurato, fu Sergio Leone in persona a vedere in anteprima il film e a dirgli:

Caro Ruggero, questo sarà il tuo cavallo di battaglia, ma ti causerà gravi problemi con la giustizia.

Sarà la Corte di Cassazione, in ultimo grado, a riabilitare il film, che poté tornare nelle sale solo nel maggio 1984, senza più tagli, nella sua versione originale.